Abbiamo ricevuto questo testo da una
giovane donna che è stata aiutata dalla delegazione del Mouvement du Nid del
Nord-Pas-de-Calais, dopo aver esercitato la prostituzione nei bordelli del
Belgio.
Ora sta scrivendo un libro e noi siamo
molto fieri di pubblicare questo brano intitolato " Dalla macellazione
degli animali a quella delle puttane c'è solo un passo (ovvero, perché una
prostituta ha scelto di diventare vegetariana)".
Il campanello del salone
suona, esattamente come quello di qualsiasi altro negozio. In quel momento, la
ragazza alla cassa grida: "Entri!" Si odono allora i primi passi del
cliente nella casa (chiusa). La barista alla cassa, una vera bomba
come la definiamo, va ad accoglierlo. In quel preciso momento, mentre il
cuore mi batte forte, indosso il mio paio di scarpe che mi farà sembrare più
alta di almeno 15 cm.
In fila, dietro alle altre
ragazze, mi preparo psicologicamente. Vengo avanti, sicura di me, e mi
posiziono a fianco della collega. Siamo tutte allineate davanti a lui. Ben
vestita, con un abito a tubino, che sottolinea le mie forme, fisso il cliente
negli occhi e attendo che emetta il verdetto.
Si può leggere una grande
esitazione nei suoi occhi; ci squadra tutte, ci fissa dalla testa ai piedi e si
prende il tempo necessario a fissare lo sguardo sul nostro seno, per lasciarsi
andare infine a un "E' tutto quello che avete?" come se si trovasse
dal macellaio all'angolo. Decide lo stesso di lasciarsi tentare da me. Molto
presto mi fa capire, però, che gli dispiace che io non sia un taglio di carne
di prima categoria. Capisco allora di quale morte mi vuol far morire, sono
qualcosa che si mette sotto i denti, sono carne tritata col 15% di grasso,di
basso costo, carne da discount.
Durante l'atto non sento nulla. Aspetto soltanto. Aspetto che
l'orco abbia finito il pasto, che abbia finito di masticarmi, di mangiarmi.
Aspetto che il quarto d'ora passi. Un po' più tardi, nel corso della giornata,
fra un cliente e l'altro, mi prendo il tempo di mangiare un boccone, un bicky
con formaggio, pancetta e un pezzo di carne. L'ennesimo cliente suona alla
porta, stessa piccola cerimonia e stessa osservazione di diversi clienti.
"Ci sono solo queste?"
Di nuovo un cliente sceglie
me. Macellazione intensiva del mio corpo. In piena azione, inizio a chiedermi:
"Perché? Perché ho avuto bisogno di mangiare della carne nel mio burger, carne che non era davvero tale, perché composta
dagli scarti di altri animali abbattuti? Perché questo uomo ha bisogno di un
rapporto sessuale che non è davvero tale, in quanto io non partecipo, è come se
non ci fossi, simulo? Questo lo appaga? Il mio burger mi ha appagato? No".
E' abbastanza facile
identificarsi con gli animali abbattuti quotidianamente quando si fa la
puttana. Vengo abbattuta tutti i giorni, abbattuta dalla fatica, abbattuta
dagli uomini che mi passano sopra, tutto per soddisfare i propri desideri, per
godere.
Ho bisogno di mangiare carne
tutti i giorni? Anzi: ho bisogno di mangiare carne? No. La mangio per un solo
motivo: per soddisfare le mie voglie. Ho il diritto di regalarmi una buona
bistecca con patatine fritte senza pensare alla sofferenza che c'è dietro, alla
sofferenza di un animale, di una vita? Un uomo può provare piacere a
costringermi a fare quello che vuole, solo perché mi ha pagata? Crede veramente
che mi piaccia far sesso con lui?
Preferisce mettersi il
paraocchi piuttosto di pensare a tutto il dolore che provo quando sceglie me,
prodotto non di prima categoria. Preferisce non pensare al modo in cui funziona
questa casa chiusa, nella quale vengo macellata ogni giorno, perché l'indomani
possa regalarsi le mie cosce, così come si regala le cosce di pollo trangugiate
a pranzo.
Non lo vedete il rapporto tra
me e gli animali macellati? Eppure c'è. In entrambi i casi non si prende in
considerazione l'altro. In entrambi i casi, c'è un essere vivente. Invece di
chiedervi di che morte volete che muoia il vostro prossimo, [quale sorte volete
riservare al vostro prossimo] chiedetevi cosa potete fare per cambiare tutto ciò.
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