"Hanno trovato delle schiave, ecco cosa fa felici
questi uomini. Hanno delle schiave di cui abusare sessualmente e da usare come
merce di scambio con altri uomini, per trasformare violenze, sofferenze e abusi
in soldi. Hanno costruito un inferno dove possono degradare fisicamente e
psicologicamente le loro donne. Per loro questo inferno è un paradiso".
Con queste parole Riccardo
Iacona, nel libro Utilizzatori finali,
si riferisce ai turisti italiani che si recano e talora si trasferiscono
temporaneamente o definitivamente a Pattaya, in Thailandia, allo scopo precipuo
di appropriarsi, esborsando pochi euro, del corpo di giovani prostitute,
tutt'altro che libere, cui a volte si
fidanzano o si sposano, cogliendo l'occasione per sfruttarle come merci sessuali
e per trattarle da serve.
Se va a battere [la mia specie di fidanzata] almeno
non rompe i coglioni a me! Le ho detto, vai a battere così fai anche due soldi,
che qui non bastano mai", racconta un barista.
"Ma perché - interviene un
suo amico - che te pensi che io mi
moglie nun ce la mando? [...] Io ce la mando proprio, glie l'ho detto proprio
l'altro giorno: a bella, 'sto mese non ce so' soldi, vai a fa du marchette,
va', che così arrotondiamo!"
"Loro sono al tuo servizio e tu sei al
centro" - ammette un altro.
Neocolonizzatori maschilisti
che occupano corpi sui quali esercitano l'immenso potere che deriva loro dall'enorme
disparità economica che sussiste fra Italiani e ragazze Thailandesi, spesso
indotte alla prostituzione dai familiari. Giovani donne che si addormentano all'alba,
accucciandosi come cagnolini sotto i banconi dei bar dove hanno praticato
rapporti mercenari per tutta la notte, spesso sostenendo il ritmo e il dolore con il consumo e l'abuso di
anfetamine. Non si possono permettere un letto d'albergo, dovendo consegnare ai
genitori tutto il denaro guadagnato, quello, almeno, che eccede l'estorsione effettuata dai
papponi, i quali non esitano a riempirle di botte se valutano gli introiti inferiori al previsto.
L'immane sofferenza che
questa infernale città del sesso produce, osserva Iacona, i clienti neanche la
percepiscono. Come potrebbero, del resto, se concepiscono le donne come
prodotti da consumare, ciò che rende legittimo qualsiasi comportamento?
La sezione consacrata ai
clienti è la più convincente del libro. Dalla sua lettura affiora il disprezzo e l'insensibilità che questi uomini nutrono nei
confronti di donne da usare e gettare ("Io sono stato almeno con un
migliaio di troie"), ragazze ridotte a sineddoche, con il frequente
ricorso al termine "figa".
I clienti italiani delle
prostitute sono uomini appartenenti a tutte le professioni: operai, impiegati,
poliziotti, professionisti, sacerdoti, medici, giornalisti, politici e
possiedono in genere un elevato grado di istruzione. Almeno il 50% di loro è
sposato, molti sono fidanzati ed alcuni, addirittura, organizzano la cerimonia
nuziale nel momento stesso in cui prenotano un viaggio turistico sessuale, da intraprendere
eventualmente con amici conosciuti su Gnoccatravels e seguendo le indicazioni
di questo sito, che vanta un milione di contatti al mese ed è gestito da un
libero professionista e dal dirigente di un'importante azienda.
Che le donne-merci da
consumare siano minorenni o maggiorenni per molti di loro è assolutamente
indifferente, come attestano i numerosi e facoltosi clienti delle ragazzine
romane che qualche mese fa praticavano rapporti mercenari in un appartamento
del Parioli e quelli che contattano al telefono o inviano messaggi ad Elena
Stramentinoli, la collaboratrice di Iacona che si finge prostituta minorenne.
Il motivo che induce molti
uomini a prediligere i rapporti mercenari con le ragazzine è correttamente
individuato da Iacona e trova conferma
in parecchi studi internazionali: si tratta dell'aspirazione ad esercitare un
ferreo ed incontrastato dominio sulle donne, un desiderio che può dispiegarsi
più facilmente su quelle particolarmente giovani.
La seconda parte del libro è
invece una rapida escursione nel mondo della sessualità adolescenziale, a
partire dalla massiccia esposizione anche involontaria dell'80% dei bambini e
delle bambine che navigano in rete (dati
tratti da uno studio effettuato da ricercatori della London School of Economics)
ai contenuti pornografici, i quali forniscono ai fruitori un copione povero,
cristallizzato e predeterminato, prescrivendo le pratiche cui conformarsi. Per
l'autore del libro e per il ginecologo Roberto Todella, intervistato da Liza
Boschin, collaboratrice di Riccardo Iacona, il porno si configura come una
parodia della sessualità per la focalizzazione enfatica e parossistica sulla
qualità della performance e per la forclusione della componente affettiva ed
emotiva (carezze, abbracci, parole), che sfocia nella reificazione della
partner e nella riduzione del sesso a prodotto di consumo.
Dal rapido affresco delle
pratiche adolescenziali dipinto nel libro si evince la frequenza dei rapporti
mercenari esercitati nelle scuole secondarie di secondo grado. Circa il 15% dei
3500 studenti e studentesse che hanno risposto ad un sondaggio realizzato dal
sito Skuola.net afferma di essere a conoscenza di compagne che si
prostituiscono e quasi il 30% dei ragazzi ammette di aver avuto rapporti
sessuali a pagamento con ragazze del proprio istituto. Non si tratta,
ovviamente, di un sondaggio condotto secondo rigorosi criteri scientifici;
tuttavia il campione analizzato è consistente, sicché sarebbe imprudente
sottovalutarne la portata.
Colpisce poi il fatto che per
molte adolescenti il sesso non si configuri affatto come appagamento delle
proprie istanze di godimento, bensì come assoggettamento ai desideri maschili. Permane,
quindi, e forse si estende la pratica della sessualità femminile al servizio del
piacere del partner.
E poi queste ragazzine sono abituate a subire la
volontà dei maschi [...] -osserva
un'educatrice. Prova a chiedere a queste
ragazze se hanno mai provato un orgasmo. La maggioranza ti risponde di no. Loro
non rivendicano nemmeno il piacere dell'atto sessuale".
A differenza dell'educatrice
intervistata e degli autori del libro (Riccardo Iacona con Liza Boschin,
Federico Ruffo ed Elena Stramentinoli) nutro dubbi, però, sul fatto che questa
modalità di relazione sia una prerogativa delle adolescenti o che la vita
sessuale di quasi tutte le donne adulte risulti appagante.
Sono stati pubblicati l'altro
ieri gli sconfortanti risultati di un'indagine realizzata dall'istituto
demoscopico IFOP sulla sessualità delle francesi :
il 33% delle 1066 donne intervistate non ha raggiunto l'orgasmo nel corso
dell'ultimo rapporto sessuale a fronte del 6% dei partner. Solo il 60% delle
donne provano frequentemente piacere con il proprio compagno, il 27% qualche
volta o di rado (8%) e il 5% mai. E'
vero, però, che a non aver mai raggiunto l'orgasmo sono soprattutto le ragazze
di età inferiore ai 25 anni (16%) e le giovani donne di età compresa fra i 25 ei 34 anni (14%). Solo il
56% delle prime, peraltro, ha provato spesso un orgasmo con il proprio partner,
una percentuale che si avvicina a quella delle donne mature e di quelle della terza età (dai 50 ai 64anni = 55%, e dai 65 anni in su = 57%)
E' da rilevare, tuttavia, come la percentuale più elevata di totale appagamento
sessuale femminile non superi il 63%. Potremmo pertanto affermare, in sostanza,
che l'insoddisfazione risulta maggiormente diffusa fra le adolescenti e le
giovani donne, ma non riguarda soltanto loro. L'IFOP individua la ragione di
questa assenza femminile di piacere nella perdurante connotazione fallocentrica
della sessualità. Un sondaggio simile realizzato in Italia non approderebbe,
probabilmente, a conclusioni diverse.
Nel nostro Paese come
altrove, a mio parere, due etiche opposte, tutt'altro che liberatorie, egemonizzano
il campo della sessualità femminile: quella repressiva cattolica in declino tuttavia
da tempo, quanto meno fra le giovani generazioni, e quella rappresentata dall'ingiunzione
alla pratica sessuale, intesa anche come
forma di riconoscimento sociale, indipendentemente dal piacere che se ne trae. Questo
si desume, in parte, anche dal fatto che alla domanda del sondaggio realizzato
da Skuola.net: "E' vero che più si ha esperienza con ragazzi/e più si è
popolari?" il 38,1% di 3500 studenti e studentesse abbia risposto affermativamente.
Su questi temi e, in
particolare, sul significato assunto dalla "liberazione sessuale"
ritengo si debba tornare a riflettere.
E' urgente, inoltre, che si
introducano nelle scuole corsi di educazione affettiva e sessuale. Un esempio,
riportato in Utilizzatori finali, è rappresentato
dal progetto realizzato nei Paesi Bassi dagli operatori dell'associazione
Rutgers Wpf. Da quando esiste, l'Olanda è diventata uno degli Stati con il più
basso tasso di gravidanze e di malattie sessualmente trasmissibili al mondo
durante l'adolescenza e anche uno di quelli con il più elevato tasso di uso del
condom (il 75%) durante il primo rapporto, che avviene, in media, molto più
tardi che altrove in Europa (dopo i 17 anni).
Disapprovo, infine, la
decisione di inserire nel testo, in
appendice, la trascrizione dell'interrogatorio delle due minorenni romane che
si prostituivano, la cui vicenda è stata trattata piuttosto morbosamente dai quotidiani dei mesi scorsi e quello della
madre di una delle due.
Per il resto, l'inchiesta
giornalistica di Riccardo Iacona e dei suoi collaboratori è pregevole ed offre ai
lettori molti interessanti spunti di riflessione.
Vi consiglio pertanto di
leggerla.