martedì 30 settembre 2014

" Dall'abbattimento degli animali a quello delle puttane c'è solo un passo (ovvero, perché una prostituta ha scelto di diventare vegetariana)"





Abbiamo ricevuto questo testo da una giovane donna che è stata aiutata dalla delegazione del Mouvement du Nid del Nord-Pas-de-Calais, dopo aver esercitato la prostituzione nei bordelli del Belgio.
Ora sta scrivendo un libro e noi siamo molto fieri di pubblicare questo brano intitolato " Dalla macellazione degli animali a quella delle puttane c'è solo un passo (ovvero, perché una prostituta ha scelto di diventare vegetariana)".
 
Il campanello del salone suona, esattamente come quello di qualsiasi altro negozio. In quel momento, la ragazza alla cassa grida: "Entri!" Si odono allora i primi passi del cliente nella casa (chiusa). La barista alla cassa,  una vera bomba  come la definiamo, va ad accoglierlo. In quel preciso momento, mentre il cuore mi batte forte, indosso il mio paio di scarpe che mi farà sembrare più alta di almeno 15 cm.
In fila, dietro alle altre ragazze, mi preparo psicologicamente. Vengo avanti, sicura di me, e mi posiziono a fianco della collega. Siamo tutte allineate davanti a lui. Ben vestita, con un abito a tubino, che sottolinea le mie forme, fisso il cliente negli occhi e attendo che emetta il verdetto.
Si può leggere una grande esitazione nei suoi occhi; ci squadra tutte, ci fissa dalla testa ai piedi e si prende il tempo necessario a fissare lo sguardo sul nostro seno, per lasciarsi andare infine a un "E' tutto quello che avete?" come se si trovasse dal macellaio all'angolo. Decide lo stesso di lasciarsi tentare da me. Molto presto mi fa capire, però, che gli dispiace che io non sia un taglio di carne di prima categoria. Capisco allora di quale morte mi vuol far morire, sono qualcosa che si mette sotto i denti, sono carne tritata col 15% di grasso,di basso costo, carne da discount.
Durante l'atto  non sento nulla. Aspetto soltanto. Aspetto che l'orco abbia finito il pasto, che abbia finito di masticarmi, di mangiarmi. Aspetto che il quarto d'ora passi. Un po' più tardi, nel corso della giornata, fra un cliente e l'altro, mi prendo il tempo di mangiare un boccone, un bicky con formaggio, pancetta e un pezzo di carne. L'ennesimo cliente suona alla porta, stessa piccola cerimonia e stessa osservazione di diversi clienti. "Ci sono solo queste?"
Di nuovo un cliente sceglie me. Macellazione intensiva del mio corpo. In piena azione, inizio a chiedermi: "Perché? Perché ho avuto bisogno di mangiare della carne nel mio burger, carne  che non era davvero tale, perché composta dagli scarti di altri animali abbattuti? Perché questo uomo ha bisogno di un rapporto sessuale che non è davvero tale, in quanto io non partecipo, è come se non ci fossi, simulo? Questo lo appaga? Il mio burger mi ha appagato? No".
E' abbastanza facile identificarsi con gli animali abbattuti quotidianamente quando si fa la puttana. Vengo abbattuta tutti i giorni, abbattuta dalla fatica, abbattuta dagli uomini che mi passano sopra, tutto per soddisfare i propri desideri, per godere.
Ho bisogno di mangiare carne tutti i giorni? Anzi: ho bisogno di mangiare carne? No. La mangio per un solo motivo: per soddisfare le mie voglie. Ho il diritto di regalarmi una buona bistecca con patatine fritte senza pensare alla sofferenza che c'è dietro, alla sofferenza di un animale, di una vita? Un uomo può provare piacere a costringermi a fare quello che vuole, solo perché mi ha pagata? Crede veramente che mi piaccia far sesso con lui?
Preferisce mettersi il paraocchi piuttosto di pensare a tutto il dolore che provo quando sceglie me, prodotto non di prima categoria. Preferisce non pensare al modo in cui funziona questa casa chiusa, nella quale vengo macellata ogni giorno, perché l'indomani possa regalarsi le mie cosce, così come si regala le cosce di pollo trangugiate a pranzo.
Non lo vedete il rapporto tra me e gli animali macellati? Eppure c'è. In entrambi i casi non si prende in considerazione l'altro. In entrambi i casi, c'è un essere vivente. Invece di chiedervi di che morte volete che muoia il vostro prossimo, [quale sorte volete riservare al vostro prossimo] chiedetevi cosa potete fare per cambiare tutto ciò.

mercoledì 24 settembre 2014

In che modo il governo tedesco sostiene gli sfruttatori della prostituzione




Abolizione 2014 in collaborazione con le iniziative abolizioniste tedesche, europee, canadesi e statunitensi


A proposito dell'audizione del Ministero federale tedesco della Famiglia, delle Persone Anziane, delle Donne e dei Giovani (1) sulla regolamentazione dell'industria della prostituzione tenuta il 12 giugno 2014 e resa pubblica il 26 giugno 2014.
 
Il 12 giugno 2014 si è tenuta un'audizione sul progetto di riforma della legge sulla prostituzione, al fine di ottenere una "panoramica generale" sull'argomento. L'audizione si è tenuta a porte chiuse. Il pubblico non è stato neppure informato su chi è stato consultato e invitato dal Ministero federale come esperto chiamato ad esprimere il proprio parere.(2)
Prima che il governo tedesco vada in ferie, crediamo sia importante svelare un segreto che sta evidentemente molto a cuore al ministero responsabile che non vuole si sappia quali lobby siano state coinvolte nella preparazione di questa riforma della legge sulla prostituzione.
"Noi" è un gruppo di donne che provengono da ogni parte della Germania, da diversi partiti, professioni e classi. Collaboriamo con organizzazioni internazionali abolizioniste, con intellettuali,   servizi di counseling e organizzazioni di sopravvissute alla prostituzione. Ci impegniamo ad offrire alla popolazione informazioni dettagliate su quel che è accaduto.
 
I fatti:
Alcuni lobbisti si attivano affinché la revisione della legge sulla prostituzione persegua i loro interessi.
Chi sono gli esperti che il Ministero ha invitato in audizione e sollecitato ad esprimere il proprio parere? Il rapporto del Ministero rivela che non si è tenuto conto né delle petizioni né delle iniziative critiche del sistema prostituente e che non sono state ascoltate le voci delle donne uscite dalla prostituzione o quelle delle sopravvissute.
Al contrario, i gruppi di interesse dell'industria della prostituzione (vale a dire i gestori e i proprietari dei bordelli) si sono visti offrire un mare di occasioni per esprimere le proprie richieste di una regolamentazione e di un intervento minimo del governo in questo campo sessista e criminogeno.
Il Ministero ha così consultato esclusivamente le seguenti organizzazioni, in quanto "rappresentanti" non solo  degli "imprenditori dell'industria del sesso e dell'erotismo", ma contemporaneamente delle "sex workers":
 
·       L’« Unternehmerverband Erotik Gewerbe Deutschland eV » (UEGD) (Associazione professionale dell'industria dell'erotismo in Germania). Questa lobby sostiene di "rappresentare gli interessi delle imprese che offrono servizi erotici". (3). In una lettera del 6 novembre 2013 ha suggerito al governo federale e ai rappresentanti della sua coalizione di avviare un negoziato in vista della convocazione di una conferenza interdisciplinare con il compito di "elaborare un complesso di leggi sulla regolamentazione della prostituzione e dei luoghi dove praticarla, con la partecipazione delle persone che lavorano nell'industria, al riparo dalle speculazioni e dalle manipolazioni dei media" (4)
·       La   « Bundesverband Sexuelle Dienstleistungen eV » (BSD) (Associazione federale dei servizi sessuali): rappresenta i proprietari dei bordelli e le sex workers indipendenti ed è stata "consultata dal Ministero Federale del Lavoro e del Welfare sul tema della prostituzione". (5) La BSD è stata fondata nel 2002, subito dopo l'adozione della legge sulla prostituzione da parte del governo di allora, costituito dai socialdemocratici e dai verdi, e  in seguito all'abrogazione e alla concomitante modifica degli articoli del Codice penale relativi alla proprietà dei bordelli e allo sfruttamento della prostituzione. (6)
·       La « Berufsverband erotische und Sexuelle Dienstleistungen eV" (BESD) (Associazione dei servizi professionali erotici e sessuali). E' stata fondata nell'ottobre 2013, tra le altre da Johanna Weber e da Undine de Rivière, ed è un'emanazione della BSD, probabilmente creata per ragioni di relazioni pubbliche, ossia al fine di presentare delle "vere sex workers" ai media, ai politici ecc. Tuttavia, la BESD non rappresenta in alcun modo le circa 400.000 prostitute presenti in Germania che lavorano nella prostituzione a causa delle difficoltà economiche, spesso dopo essere state reclutate con mezzi illeciti come la forza, la frode o l'inganno, e che non dispongono della libertà di scelta, né di alternative. La BESD è un gruppo privilegiato di escort e  di Mistress (n.d.t. donne che interpretano un ruolo di comando e di dominio nelle pratiche BDSM), alcune delle quali sono, a loro volta, gestrici o proprietarie di agenzie di escort. Fra l'altro la BESD si dichiara favorevole alla "  tariffa flat applicata nei bordelli (n.d.t. la tariffa fissa che consente al cliente di avere tutti i tipi di rapporti sessuali con  qualsiasi donna vi eserciti la prostituzione per un tempo illimitato) e alla pratica della gang bangs, al fine di garantire una molteplicità di impieghi" (7)
·       L'avvocata Margarete von Galen, legata alla lobby dell'industria del sesso (8).
 
Un "panorama completo" sul tema? Nessuna sessione di questa consultazione ha preso in considerazione le dichiarazioni delle ben note critiche dell'industria del sesso, né la sezione sui centri di consulenza (nessuno degli organismi invitati offriva un vero programma di uscita dalla prostituzione), né quella sulle misure di polizia, né quella dedicata alla tratta. Al massimo, la consultazione ha lasciato spazio a qualche moderata voce critica: ad esempio ad alcuni rappresentanti dei Länder e alle responsabili delle pari opportunità. Nella maggior parte dei casi, sono le sostenitrici e i sostenitori delle rivendicazioni della BESD  e del BSD ad aver avuto voce in capitolo, così come i quadri del Consiglio tedesco delle donne. Non è stata invitata alcuna esperta che avesse un atteggiamento critico nei confronti della legalizzazione della prostituzione.
Si è notata, in particolar modo, l'assenza delle seguenti organizzazioni:
 
·       L'ONG tedesca "SOLWODI" che si è rivolta al governo federale prima delle elezioni del 2013 con la petizione "No more hustle! No woman slavery in Germany!" che invitava il governo a vietare l'acquisto di rapporti sessuali. Lo Stato non ha tenuto in alcuna considerazione la sua proposta di modifica della legge del 2002 (9).
·       Le redattrici del mensile femminista EMMA, che da tempo denunciano le ripercussioni negative della legge del 2002 e che avrebbero potuto far sentire, oltre alla loro, anche la voce delle più di 12.000 cittadine e cittadini, ignorati e ignorate, malgrado la sottoscrizione dell'"Appello contro la prostituzione" scritto alla fine del 2013 (10).
·       Le autrici e gli autori, nonché le firmatarie e i firmatari dell'"Appello di Karlsruhe per un mondo senza prostituzione" (11).
·       Cathrin Schauer dell'ONG tedesca "KARO eV", che da anni svolge un lavoro educativo di informazione sulle attività criminali dei trafficanti di carne umana; l'assistente sociale Sabine Constabel del centro per donne prostituite "La Strada Stuttgart", che lavora senza risparmio a favore di queste donne. [Si sarebbero dovute invitare] per informare il pubblico sulla realtà della prostituzione. [Non sono state invitate neppure] altre organizzazioni come "INGA e.V.", "Zora e.V." e "KOFRA" ed esperti della polizia come Manfred Paulus, Helmut Sporer, Uwe Dornhöfer e altri.
·       Inoltre, il Ministero non ha ascoltato alcuna esperta straniera o della Lobby europea delle donne, la cui richiesta di adozione del modello nordico  ha trovato espressione nella risoluzione adottata a fine febbraio da una netta maggioranza del Parlamento europeo.
Inoltre, non si è tenuto conto di uno studio su larga scala, pubblicato l'anno scorso, che mostra il rapporto tra la legalizzazione della prostituzione e la tratta delle persone a scopo di sfruttamento sessuale. (12).
 
Il Ministero  federale tedesco della famiglia ha dunque stretto rapporti con i principali lobbysti!
La Germania è tenuta ad adottare disposizioni volte ad eliminare le discriminazioni nei confronti delle donne. Contemporaneamente, è dovere dello Stato difendere i cittadini dalla violenza, quale che sia il loro Paese d'origine. Tuttavia, la prosecuzione e la fluidificazione del "modello d'affari rappresentato dalla prostituzione" favorisce l'esatto contrario!
Noi ci aspettiamo che il Ministero della famiglia proponga misure efficaci contro la tratta e per la tutela delle donne, in particolare di quelle giovani, che vivono una difficile situazione economica, invece di sostenere i gruppi di pressione dell'industria del sesso. Noi ci aspettiamo che il governo federale consideri la tutela dei diritti delle donne contro lo sfruttamento più importante della legittimazione di un "diritto degli uomini" [al sesso] e più utile delle soluzioni locali consistenti nel tassare le donne, ma anche gli uomini e le persone transessuali che esercitano la prostituzione.
 
Ecco quello che vogliamo:
Abolizione 2014 richiede l'adozione di una legge ispirata al "modello svedese" (o nordico), adottato anche dall'Unione Europea.
Il modello svedese (nordico) mira a limitare la domanda di prostituzione e a  mutare la visione delle cose: non sono le prostitute, ma i compratori di sesso, i magnaccia e i proprietari dei bordelli a dover costituire il bersaglio della legislazione.
Il modello svedese (nordico) comprende:
- Un sostegno efficace e a lungo termine alle persone che vogliono abbandonare la prostituzione;
- Assistenza sanitaria e altre forme di sostegno indipendenti dalla volontà di uscire dalla prostituzione;
- La formazione della polizia all'applicazione della nuova legge;
- Un'attività educativa e campagne che promuovano nella società e nelle scuole l'uguaglianza di genere relativa anche ai rapporti sessuali;
- Il divieto di gestione dei bordelli e il divieto di sfruttamento della prostituzione;
- La penalizzazione dell'acquisto dell'accesso sessuale al corpo di altre persone.
 
La nostra richiesta alla stampa:
E' deplorevole che il Ministero della famiglia, controllato dal SPD, faccia marcia indietro rispetto alla restrizioni giuridiche da imporre all'industria del sesso, preannunciate nell'accordo di coalizione, così come sulle soluzioni volte alla tutela delle persone prostituite ed è deplorevole che non abbia ancora applicato la direttiva UE contro la tratta degli esseri umani.
Noi vi chiediamo quindi di informare il pubblico sull'influenza esercitata dai gruppi di interesse dell'industria della prostituzione sul Ministero federale della famiglia.
Per ulteriori informazioni, contattare:
redaktion chiocciola abolition2014.de
 
NOTE:
 
Dalla lettura di questo comunicato stampa si evince chiaramente che il governo tedesco, per procedere alla modifica della legge sulla prostituzione, ha consultato la lobby dell'industria del sesso, ma non le associazioni abolizioniste, le cui richieste non contemplano affatto l'imposizione di visite psichiatriche alle prostitute volte ad accertarne la capacità di intendere e di volere, quasi si trattasse di decretarne l'infermità mentale, come erroneamente sostenuto da una blogger, il cui intento mi pare soltanto quello di screditare, denigrare, suscitare odio nei confronti delle abolizioniste, rappresentate come "mostri".
Invito lettrici e lettori a valutare attentamente l'attendibilità delle notizie fornite da blogger  che non indicano con link le fonti da cui hanno attinto le informazioni da loro riportate.
 
 
 
 
 

lunedì 22 settembre 2014

Prostituzione e scelta


 
 
La prostituzione viene spesso descritta come un'attività assolutamente normale, esistente da sempre. Questa asserzione di solito implica scarsa considerazione della vita delle donne nella prostituzione. Si invoca spesso la "libertà di scelta". Chi vorrebbe assumere il ruolo della persona  che disapprova e giudica?
 Comunque, per quale motivo una donna entra nella cosiddetta prostituzione "volontaria" e che cosa significa questo fatto per lei (e per i suoi figli)? La prostituzione è diventata una fonte di reddito perfettamente normale: la questione se si tratti di un lavoro come un altro ha impegnato seriamente negli scorsi anni politici e sindacalisti.
Nella mia lunga esperienza di psicoterapeuta, ho avuto in terapia molte prostitute e ho acquisito una buona conoscenza delle condizioni che le hanno portate a prostituirsi. In tutti i casi, la prostituzione rappresentava chiaramente la prosecuzione delle esperienze di violenza che avevano vissuto. Si trattava di donne che avevano subito abusi sessuali o che avevano vissuto in un ambiente nel quale le donne venivano sistematicamente umiliate. Voglio illustrare questo concetto, raccontandovi tre casi esemplari:
Una mia paziente, che ha riferito di essere una prostituta "per scelta", è cresciuta con un'immagine della donna come essere interamente plasmato dalla violenza. Sua madre è stata picchiata e stuprata più volte dal padre. Queste scene si ripetevano in continuazione. Nella sua mente, la sessualità era intimamente connessa alla violenza. La madre ha riversato la sua disperazione sulla figlia, chiamandola "puttana", quando ha iniziato a manifestare un interesse per i ragazzi. Quando, più tardi, ha iniziato a prostituirsi, la ragazza ha detto a sua madre: "Vedi? sono diventata esattamente quello che volevi diventassi".
Un'altra prostituta mi ha detto di non aver provato disagio quando è entrata in un bordello all'età di 19 anni. Al contrario, mi ha detto! Almeno ora veniva pagata per "questo". Anche la sua esistenza era stata forgiata dalla violenza sessuale subita durante l'infanzia.
Per un'altra mia cliente, l'ingresso nella prostituzione era coinciso con la presenza di altri disturbi preesistenti: l'anoressia e l'ansia. E' riuscita ad uscire dalla prostituzione dopo un anno e 20 anni dopo ha dichiarato che la prostituzione aveva fatto parte del suo comportamento autodistruttivo.
Continuare a parlare della prostituzione come "normale" dopo aver acquisito questa consapevolezza, significa considerare la violenza contro le donne come normale e legittima. Le donne di cui vi ho parlato non hanno scelto la prostituzione come "un lavoro qualsiasi". Sono spesso donne che hanno avuto in passato esperienze molto dolorose.
Studi sul trattamento del trauma hanno indicato che la persona traumatizzata può avvertire l'impulso a controllare gli eventi traumatici che in precedenza ha subito senza possibilità di reagire. Una forma di controllo è la ripetizione dell'evento: la cosiddetta riattivazione del trauma. Nella prostituzione, il trauma viene inserito in un quadro in cui la prostituta acquista un senso di controllo sugli eventi.
Le donne che hanno sperimentato la violenza fisica e sessuale e/o sono cresciute in un contesto in cui le donne erano socialmente disprezzate sviluppano spesso sentimenti di colpa. Le donne sono meno abili degli uomini nel reprimere i sentimenti di colpa, che spesso si trasformano in odio verso se stesse. Le donne rivolgono generalmente l'aggressività verso se stesse. Alla luce di questo, la prostituzione appare come un atto di odio verso se stesse e di autolesionismo. La psicologia del profondo parla di inversione masochista: "Ora sono esattamente quel che volevi fossi". La terapia del trauma parla di introiezione dei sentimenti e degli atteggiamenti dell'autore della violenza. Ci sono due tipi di introiezione: l'identificazione con l'autore della violenza e la lealtà ad esso.
Spesso l'identificazione con l'autore dei maltrattamenti è un' introiezione maschile (dall'80% al 90% della violenza fisica e sessuale è perpetrata dagli uomini). La lealtà introiettata all'autore della violenza, spesso definita introiezione femminile, viene incorporata nella personalità della vittima, se essa è stata esposta per lungo tempo al colpevole (adulto). Queste introiezioni riguardano i giudizi che il colpevole esprime nei confronti della vittima e gli ordini che le impartisce. Le vittime presentano delle affinità. In una situazione in cui una vittima è totalmente alla mercé del colpevole, finisce con l'identificarsi con lui. Fa sua l'opinione che il colpevole ha di lei e comincia a pensare di sé le stesse cose che pensa il colpevole. Questi sono tentativi disfunzionali di autotutela. "Se mi faccio del male da sola, non me ne faranno i cattivi". Oppure: " Se faccio esattamente quel che si vuole da me, forse mi si lascerà in pace". Ne deriva l'identificazione con la visione della realtà dell'autore della violenza. Cambiare atteggiamento è percepito come una minaccia. Tutto deve rimanere come il carnefice vuole che sia. Un tipico esempio di questo comportamento è la dipendenza psicologica da un magnaccia.
Nella mia professione ho frequentemente a che fare con l'introiezione dei sentimenti e degli atteggiamenti degli autori della violenza. La storia di come abbiano iniziato a sviluppare  pensieri negativi su di sé è spesso sconosciuta alle mie clienti. Oltre ai problemi che affiorano in superficie, esse possono essere colpite da un'inconscia fedeltà al maltrattante.
Molte delle mie clienti soffrono di bassa autostima e sono molto dure con se stesse. Frequentemente dicono cose come: "Non valgo abbastanza" "Non sono in grado di farlo" o "Faccio schifo. Nessuno mi può voler bene".  Possono odiare se stesse, il proprio corpo, la propria vitalità e la propria sessualità. Dietro l'apparenza, la psiche di certe prostitute è dominata da pensieri negativi che continuano a produrre effetti. Una paziente ha formulato il problema nel modo seguente: "Non valgo nulla. Ecco tutto".
Alla luce di ciò, il concetto di "scelta" nella prostituzione e la sua rappresentazione come un "lavoro qualsiasi" deve essere messa in discussione. I clienti devono saperlo e devono assumersi la responsabilità del proprio comportamento. Una società che continua a ridurre le donne ad oggetti, una società nella quale avviene lo sfruttamento sessuale  e che esercita la dominazione delle donne in forma erotizzata, è profondamente misogina. Essa perpetua il dominio maschile e le strutture di pensiero e di comportamento  dei violenti.  


P.s. L'articolo originale in tedesco lo trovate qui:
http://karlsruherappell.com/2014/01/06/prostitution-und-freiwilligkeit/

 
Io l'ho tradotto dall'inglese da questo sito:
http://liberationlanguage.wordpress.com/2014/02/02/dr-ingeborg-kraus-prostitution-and-choice/
 
 




 
 

 
 

venerdì 19 settembre 2014

Petizione di Rosen Hicher, sopravvissuta alla prostituzione


Ho tradotto la petizione lanciata da Rosen Hicher, sopravvissuta alla prostituzione, che sta percorrendo a piedi la Francia dell'Ovest in direzione di Parigi, allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e di sollecitare i parlamentari francesi a promulgare la legge sulla prostituzione, di impianto abolizionista, nella sua formulazione originaria (quella approvata dall'Assemblea Nazionale il 4 dicembre 2013). Potete sottoscrivere la petizione collegandovi al link che troverete in fondo al post e inserito nel titolo.

 

Rosen Hicher, Les survivants (Le sopravvissute)

 
 
A tutti i politici, di destra e di sinistra



Signore e signori,

mi presento. Mi chiamo Rosen Hicher, ho 57 anni, sono un'ex prostituta, sopravvissuta, ho 6 figli e 6 nipotini. Caduta nella prostituzione in seguito alla perdita del lavoro nel 1988, mi sono prostituita per 22 lunghi anni.

Nel 1999, dopo essermi separata da un marito violento, sono stata in grado di ricercare le cause del mio attaccamento al denaro e della paura di non averne.

Ho scritto un libro, scrittura che ha svolto una funzione terapeutica, e mi sono resa conto che il mio attaccamento era dovuto al succedersi di episodi violenti nella mia vita: incesto, violenze coniugali, alcolismo di mio padre, ex militare che aveva combattuto in Cambogia e in Algeria, dittatura famigliare del mio primo marito.

Ho potuto incontrare molte prostitute in 22 anni: tutte hanno vissuto brutte cose, come me.

Oggi parlo con numerose ragazze, donne e uomini che si prostituiscono o che sono uscite/i dalla prostituzione e rivivo ogni volta le stesse esperienze e gli stessi problemi. Tutte abbiamo vissuto la prostituzione come una terribile violenza sessuale, anche se è difficile dirlo, dal momento che siamo discriminate, stigmatizzate e proviamo vergogna.

Con Internet  molte donne esercitano la prostituzione saltuariamente, senza conoscere i rischi che corrono e fanno correre ai loro partners e ai loro clienti. Hanno rapporti sessuali non protetti, in genere. Sono convinte che non si ammaleranno mai. Molte si sono già infettate senza saperlo e diventano vettori delle malattie sessualmente trasmissibili che continuano ad esistere e a propagarsi tanto più sono ignorate e neglette. Queste donne rappresentano un pericolo, perché ignorano la realtà.

Bisogna che si sappia: i rapporti sessuali non protetti si moltiplicano, a causa della concorrenza sempre più  spietata  fra le giovani donne vittime dei magnaccia, che noi non abbiamo il diritto di ignorare!  Già noi, prostitute "tradizionali", siamo vittime; viviamo, spesso senza dirlo, molteplici violenze nella vita quotidiana: stupri, aggressioni, abusi, insulti, percosse e ferite. Io ne sono stata vittima, come tutte le prostitute. Ora, in condizioni molto peggiori delle nostre, queste giovani ragazze e donne sono doppiamente vittime: spesso straniere irregolari, catturate in immonde reti di trafficanti di cui sono prede, senza alcuna possibilità di difendersi.

Quanto all'uguaglianza di genere, dove sta? Dobbiamo lasciare agli uomini il diritto di comprarci? Dobbiamo lasciare agli uomini il diritto di fare quel che vogliono di noi perché ci pagano e perché noi abbiamo bisogno di questo denaro?

Ho 4 figli e 2 figlie: non voglio assolutamente che le mie figlie si prostituiscano, né che i miei figli mantengano il diritto di comprare le donne.

Un cliente, un giorno, mi ha rivelato che gironzolava nei pressi dei licei, alla ricerca di ragazzine che lo "soddisfacessero" in cambio di un po' di denaro. E ne trovava!

Quando sento alcuni dire che bisogna lasciare alle donne il "diritto di vendersi", credo che non si rendano conto che in tal modo si autorizzano gli uomini a comprare qualsiasi donna. Bisogna che questo finisca!

Dobbiamo cercare di realizzare un mondo migliore, nel quale nessuna donna sarà più da "acquistare", nel quale non si troverà più nessun uomo che "stupri", abusi, uccida le donne. Perché bisogna che lo si sappia: ogni rapporto sessuale a pagamento è uno stupro.

Dobbiamo fare dei passi avanti ed abolire la prostituzione. E ciò richiede una politica seria che aiuti le persone prostituite, tuteli le vittime e offra alternative che consentano di uscire dalla prostituzione e di rifarsi una vita. Ciò richiede anche la condanna dei clienti senza scrupoli, che comprano corpi e menti come fossero oggetti, per appagare le loro più spregevoli pulsioni, le loro più ignobili perversioni.

E' solo a questa condizione che la prostituzione potrà ridursi in Francia e, di conseguenza, il numero delle vittime potrà diminuire.

Mi auguro che comprendiate questo messaggio. Desidererei potervi incontrare per presentarvi di persona la mia situazione e le mie riflessioni.

Rosen

 

Potete sottoscrivere la petizione collegandovi al link che indico qui sotto: