sabato 15 dicembre 2018

Mickey Meji, sopravvissuta alla prostituzione: "Il modello abolizionista è l'unico a corrispondere ai desideri delle persone prostituite"



Vi propongo la traduzione di un' interessante intervista di Sandrine Goldschmidt a  Mickey Meji, sopravvissuta sudafricana alla prostituzione pubblicata sul sito Prostitution et société. Ringrazio per l'autorizzazione che mi è stata concessa di pubblicarla


 

Intervista di Sandrine Goldschmidt

Abbiamo creato Kwanele  - un movimento di sopravvissute- oggi siamo 700. Kwanele vuol dire "basta". Basta sfruttamento, stupri, omicidi nella prostituzione

 

Mickey Meji ha fondato in Sudafrica il movimento di sopravvissute Kwanele. Avendo conosciuto la prostituzione per nove anni, ha la particolarità di essere stata militante della lobby del sex work prima di diventare abolizionista. Oggi lotta per far sentire la parola delle sopravvissute e i loro veri desideri per il futuro, ben diversi dalla difesa dello status di "sex workers".

L'abbiamo incontrata a Parigi, in occasione dell'evento  <<Le sopravvissute prendono la parola>>.

 

Cosa l'ha portata a prostituirsi?

 

La povertà. Avevo 19 anni, cercavo un lavoro. Un pomeriggio un uomo mi ha offerto denaro per far sesso e io ho accettato. Pensavo che nessuno l'avrebbe mai saputo. Due mesi dopo non avevo ancora un lavoro e mia madre doveva restituire dei soldi: rischiavamo di perdere casa. Allora sono finita in strada per rimborsare il debito di mia madre. Ovviamente pensavo  di smettere in seguito.  Ci sono rimasta nove anni. Con la prostituzione ero in grado di sfamare i miei due figli e la mia famiglia. E' per questo che sono rimasta sul marciapiede così a lungo. Ma ho sempre voluto andarmene. Se nessuno mi ha costretta, è anche vero che io non ci volevo stare. 

Ha subito violenza nella prostituzione?

Sono stata stuprata molte volte soprattutto dagli uomini che mi pagavano per far sesso. Non posso più piegare il mignolo della mano destra a causa di un <<cliente>> che ha tentato di uccidermi.  Sono riuscita a strappargli il coltello di mano. Molti uomini, prima di allora, hanno voluto comprarmi, finendo poi per stuprarmi puntandomi una pistola alla tempia. Non ho mai avuto papponi, ma quelli di altre donne venivano a minacciarmi quando avevano la sensazione che guadagnassi più soldi delle donne che loro vendevano ai <<clienti>>.

 

Un giorno Lei si è iscritta a un sindacato di "sex workers" , SWEAT. Perché?

 

Non è stata una vera e propria scelta. SWEAT, la principale organizzazione di questo tipo in Sudafrica, mi ha contattato ripetutamente per due anni affinché mi iscrivessi. Dicevo di sì, ma non ci andavo mai. Sapevo che non volevo esercitare la prostituzione per tutta la vita. Allora perché avrei dovuto battermi per restarlo? Un giorno una donna è stata assassinata. Il sindacato si è offerto di condurre me ed altre al funerale. Ci sono andata, mi hanno parlato dei diritti delle sex workers, della depenalizzazione e mi hanno offerto un lavoro. E' così che sono diventata una   responsabile del sindacato. Si trattava di una strategia per uscire dalla prostituzione: avevo un salario e un posto del quale potevo dire: <<ecco dove lavoro!>>. Mentre quando ero sul marciapiede non potevo dirlo a mia madre o ai miei bambini.

 

Cosa pensa del termine <<sex worker>>? Le donne nella prostituzione vi si riconoscono?

 

Non conoscevo questo termine quando sono finita sul marciapiede. Me lo ha insegnato SWEAT. Per me ero una prostituta. Anche quand'ero nel sindacato a difendere i <<diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso>>, non ho mai detto di esserlo. Per me non si trattava di un lavoro.  Peraltro nella prostituzione si guadagnano soldi in modo molto variabile. Se le mestruazioni durano 10 giorni, non si può lavorare per 10 giorni. Inoltre si spendono molti soldi per anestetizzarsi. Prostituzione fa spesso rima con dipendenza e la droga costa cara. Io ho avuto la fortuna di non drogarmi mai, ma facevo di tutto per non pensare più alla mia condizione  e  si spende molto denaro per questo. E' soltanto dopo essere uscita dalla prostituzione che ho potuto per la prima volta  mettere da parte del denaro, acquistarmi il mobilio e, oggi, un'auto. Mi sento più responsabile, più assertiva e con più potere sulla mia vita.

Com'è che ha lasciato SWEAT e si è unita al movimento abolizionista?

Durante i nove anni in cui l'ho esercitata, ho discusso molto con le donne nella prostituzione di quello che volevano realizzare in futuro. E non ne ho mai sentita  una rivendicare le stesse cose di SWEAT. Dicevano che il loro sogno era smettere e  aprire un'attività commerciale. Ho sentito molto spesso le parole "vero lavoro" o "lavoro decente".
Le sole cose che rivendicava SWEAT erano il diritto di vendere sesso, l'accesso ai preservativi e alla sanità e non essere angariate dalla polizia. Naturalmente anche noi volevamo che la polizia non ci infastidisse, ma dire che questi fossero i soli nostri problemi è falso. I preservativi in Sudafrica si trovano gratuitamente ad ogni angolo di strada. La ragione per la quale siamo comunque contagiate dall'AIDS non è la mancanza di preservativi. E' il fatto che noi non abbiamo potere nella prostituzione. Gli uomini che ci comprano hanno il potere per esempio di imporre un rapporto senza preservativo. Perché noi siamo vulnerabili, abbiamo bisogno di quei soldi.
Poiché mi piaceva leggere, mi sono informata sulle opzioni legislative: proibizione, depenalizzazione, legalizzazione e modello svedese. Poi ho fatto la lista di tutti i bisogni che avevo ascoltato direttamente dalle persone prostituite. La legge che meglio vi corrispondeva era la <<legge dell'uguaglianza>> (il modello abolizionista). Essa offre alle donne vie d'uscita dalla prostituzione, le libera dalle vessazioni della polizia e le tutela da quelle dei compratori di sesso, sanzionandoli. Si tratta anche di una legge che favorisce l'uguaglianza tra uomini e donne.
Nel contempo pensavo che dovessimo organizzarci fra donne che avevano conosciuto la prostituzione per poter far sentire la nostra voce. Con l'aiuto dell'associazione abolizionista Embrace Dignity alla fine del 2016 ne ho riunite 30 per la prima volta. Abbiamo parlato dei nostri bisogni e dei nostri desideri. Ho posto loro tre domande: in primo luogo che cosa avevano sognato di fare quando erano piccole.  Nessuna ha detto che aveva sognato di  fare la  <<sex worker>>. Poi che cosa aveva impedito loro di diventare l'insegnante o l'assistente sociale che avrebbero voluto diventare. Le loro risposte: la povertà, la violenza contro le donne, la violenza sessuale subita nell'infanzia, la negligenza … Infine ho chiesto loro che cosa desideravano ora per il futuro. Di nuovo le risposte erano  tutto  fuorché il <<lavoro sessuale>>.
Le ho successivamente incoraggiate a diffondere pubblicamente queste parole perché siano intese dal governo e non sia solo la lobby [pro-prostituzione] ad essere ascoltata. Così abbiamo creato Kwanele, un movimento di sopravvissute. Oggi siamo 700. Kwanele vuol dire "basta". Basta sfruttamento, stupri, omicidi nella prostituzione.

Qual è il trattamento legale della prostituzione che vige in Sudafrica?

Le donne nella prostituzione e i compratori di sesso sono in teoria sanzionati. Ma sia nei bordelli che in strada gli uomini sono perseguiti molto meno delle donne. Perché siamo in una società patriarcale che considera colpevoli le donne. La commissione di revisione delle leggi l'anno scorso ha raccomandato il mantenimento dello statu quo. Ma anche il modello abolizionista è presentato come opzione possibile. Il governo procede alle consultazioni. Ma non dovrebbe succedere nulla da qui alle elezioni fra sei mesi.

In Francia gli avversari della legge vogliono far abrogare la penalizzazione del cliente come anticostituzionale. Qual è la sua reazione?
 

In base alla Costituzione, nessuno può avere il diritto  di comprare un'altra persona. La legge internazionale in materia di diritti umani afferma che la prostituzione è una forma di violenza contro le donne. Non vedo come potrebbe essere incostituzionale sanzionare un atto che è stato dichiarato sfruttamento in sé. In Sudafrica ci sono dei diritti costituzionalmente inalienabili, fra cui il diritto alla dignità e il diritto alla vita. La prostituzione è in contrasto con il  diritto alla dignità in modo diretto. Ma minaccia anche il diritto alla vita poiché riduce la speranza di vita ed accresce l'esposizione alla violenza che va fino all'assassinio. Costituzionalmente il diritto di scegliere la propria attività deve essere limitato dai diritti alla dignità e alla vita.   
 

Qui il testo originale:  http://www.prostitutionetsociete.fr/eclairage/interviews/article/mickey-meji-le-modele-abolitionniste-est-le-s

 

giovedì 6 dicembre 2018

Solidarietà abolizionista




Raccolta fondi per la partecipazione di Rebecca Mott a una conferenza sulla prostituzione  a Madrid
Rebecca Mott, donna inglese, blogger sopravvissuta alla prostituzione, ha lanciato un appello per la raccolta dei fondi necessari al viaggio di ritorno a Madrid dove è stata invitata a partecipare ad una conferenza nella quale racconterà la sua esperienza e presenterà la sua analisi della prostituzione. 
Ecco cosa scrive:
"Sono stata invitata a parlare ad una conferenza organizzata da Mujeres en Zona de Conflicto a Madrid nel 2019. Dal momento che sono disoccupata e disabile con sindrome da stress post-traumatico, sto raccogliendo fondi per il viaggio e le spese. Sono una ex-prostituta che milita da quasi 15 anni  a favore dell'abolizione del mercato del sesso e degli effetti della prostituzione di sopravvivenza. Le donazioni mi aiuteranno a pagare il viaggio di ritorno e alcune spese. La ragione per cui sono stata invitata a parlare è perché, da ex, comprendo il trauma della donna prostituita e perché chiedo giustizia e dignità per tutte le prostitute".  

Per offrire un contributo anche piccino piccino alle spese di viaggio di Rebecca Mott, andate sul sito GoFundMe. L'indirizzo è questo: https://www.gofundme.com/madrid-conference?fbclid=IwAR2tUftcw-_Ewt5TMDcthYrXsV9VgMFMjS6J1vgNKxUmXKz-ZHnFBcvxTck
 
 Per leggere i suoi articoli, consultate il blog: https://rebeccamott.net/
 

giovedì 29 novembre 2018

"Fatele sentire delle luride troie quando le pagate". Clienti della prostituzione italiani



Perché sulla prostituzione hanno diritto di esprimersi tutte le donne

C'è chi ritiene che al dibattito sulla prostituzione debba partecipare esclusivamente chi la esercita, ma il suo impatto si riverbera su tutte le donne, poiché l'oggettivazione e la mercificazione che la caratterizzano si ripercuote su ognuna di noi, accentuando la nostra disuguaglianza nei confronti degli uomini.

I clienti che vi ricorrono   la concepiscono, poi, come un atto di dominio, di asservimento e, spesso,  di vendetta nei confronti di tutte le donne, di quelle, in particolare, che li hanno respinti, non si sono mostrate accondiscendenti e disponibili, non si sono piegate al loro volere e ai loro comandi. La sessualità  assume, nel loro pensiero, i contorni di una vera e propria dichiarazione di guerra e si configura come una forma di umiliazione. 

Vi propongo qui, a riprova di quel che sostengo, frammenti di una conversazione, tratta da gnoccatravels,  che rappresenta un concentrato di misoginia, aggressività, perfidia e violenza. I toni del discorso non sono un'eccezione, ma la regola delle discussioni che si svolgono in questo forum.

La conversazione verte sull'incremento del numero di donne italiane costrette ad esercitare la prostituzione in tempo di crisi economica.

Una precisazione  sul  gergo impiegato. "Melanzane" è il termine derisorio con il quale gli utenti del forum definiscono quasi tutte le connazionali. L'uso del vocabolo è da loro così spiegato:



" Perché le bestie insane che popolano le terre italiche vengono denominate MELANZANE?

Melanzana è una di quelle parole che si definiscono “connotative” perché contengono in sé un giudizio sull´oggetto rappresentato. L´etimologia non lascia spazio a equivoci: “melanzana” è la trasposizione italiana del latino frutto insano, pericoloso per la salute".



"Pro", diminutivo di "professionale", è, invece, una donna che esercita la prostituzione da molto tempo, "semipro" da poco.

" Le rose"   sono il compenso monetario dell'atto prostitutivo.

"Timbrare" è uno dei verbi usati con maggior frequenza nel forum. I clienti della prostituzione concepiscono, infatti, il rapporto mercenario come l'impressione  del proprio marchio sulla donna-merce.

Qui sotto alcuni brani della conversazione:



Meditate gente..(e godete..) magari quella stessa melanzana che tanto ve l'ha fatta penare e poi non ve l' ha mai data.,..adesso complice la crisi per 80 euro magari vi darà anche il culo...

Una bella rivincita sulle melanzane per tutti noi!!!



Come ci godo!!!!

altro che principe azzurro o calciatore...

Chiavatele più che potete e fatele sentire delle luride troie quando le pagate..

E tirate al ribasso che c'è la concorrenza delle strafighe russe e rumene...



 Non pagatele più di 40 euro e tutti in monetine da 1 euro



40 euro per una italiana?????



Sto aspettando di fare un colpo più gobbo di quelli che tutti voi avidamente bramate: prima o poi ne beccherò una semipro!!! E che goduria con mucho gusto amici!

La pro può essere missile, può essere professionale, può essere tutto quello che volete, ma fatto sta che ha il cervello già settato sul suo business. […]

La melanzana semipro invece è quella che fino al giorno prima di umiliarsi, dava il 2 di picche. Sarà con gioia smisurata farglielo sentire dentro e farla sentire una poveraccia che non campa con 800 neuri al mese.

Dove sei? Prima o poi ti becco. Ma ricordati che devi essere strafiga e gentile con me, se vuoi le mie

rose.



Se entrano nell'arena, non c'é scampo per loro.



 ..La tua perfidia non ha limiti...

Bravo, nessuna pietà x le melanzane!!



Vanno sole inculate a morte!fino a non farle piu' cagare per un mese!.......e trattarle di merda come loro sono abituate a trattare!.......



[…] timbriamocele senza pietà.



Azz che astio verso le italiane,vi hanno proprio fatto del male!



 Non ci hanno fatto male....de più e l'azione vendicativa trova la sua genesi dal comportamento assurdo,allucinato, inaccettabile, incomprensibile, immotivato di donne che credono di esser Femmine ma che sono solo una grottesca pantomima della Donna intesa come tale. Incapace di racchiudere bellezza,intelligenza, fascino, erotismo, attrazione mentale. A loro tutto è dovuto mentre se ti rivolgono la parola (figurarsi una trombata) pare vi stiano facendo un favore o l'elemosina.... Personalmente […] non gli darei un centesimo....



Lungi da me l'aspirare a quelle là, ma sai che lo sfizio di timbrarmi una che fino all'altro giorno era riluttante all'idea di avere con me qualsiasi tipo di rapporto, m'intriga un casino.

L'impiegatuccia da 4 soldi non trova più lo zerbino con il mercedes e se vuole adesso ci sono io. Solo che con me non passa le serate ad atteggiarsi da prima donna, ma finisce senza troppi preamboli e complicazioni a letto.

Il convento passa questo. Per fame non riescono a prendermi e di fame quella vera muoiono loro.

Basta pensare di avere il coltello dalla parte del manico per vincere questa guerra.

Per quel che mi riguarda sono immunomelanzanico e quindi posso fare a meno di loro, così come posso accettare un confronto impari (con me sul gradino più alto ovviamente).



La cosa più importante  [..] è che in questo caso il coltello dalla parte del manico grazie alla crisi ce l'abbiamo noi..e finalmente possiamo rifarci delle menate, delle inculate e dei soprusi subite da queste menomate mentali...

Altro che il calciatore o il tronista..adesso queste si devono accontentare del puttaniere che con la concorrenza di romene e brasiliane + fighe e + performanti punterà sempre al ribasso..

Trattatele da vere cagne quali sono..sborrategli in faccia e sputategli in bocca...

Solo questo queste merde si meritano!!



Mi hai fatto piangere dalle risate  



  Ahahahaha....io dico solo che ste menomate mentali come le hai chiamate tu,quando beccheranno un cliente come me li' saranno cazzi amari in tutti i sensi! ;)

:-))

ahahahhahahahahahahahahahaah.......altro che tronista!.......un troll!nel senso mitologico!.....cioe' un mostro! buauauuauauaua.......



"Sborratele in faccia" (lo fanno spesso, infatti, con le donne in condizione di prostituzione) e "sputatele in bocca", scrive con estrema aggressività un cliente e non si tratta solo di un'"esortazione", ma di un atto effettivamente riportato  nella scioccante "recensione" (che vi risparmio), pubblicata su  gnoccaforum, di una donna rumena che oltre a praticare rapporti orali senza uso del condom, deep-throating e rimming, oltre a farsi afferrare  per la gola fin quasi  a soffocare, si fa eiaculare, ma anche sputare e urinare in bocca.

Nessuno dei commentatori si chiede perché questa donna si sottoponga a queste forme estreme di umiliazione e, soprattutto, se sia il caso di infliggergliele. Nessuno si chiede se abbia subito durante l'infanzia o l'adolescenza abusi sessuali, violenze fisiche o psicologiche, molto diffuse, secondo la letteratura sull'argomento, fra le donne in condizione di prostituzione. Nessuno. Quasi tutti, al contrario, si complimentano con l'autore della recensione, nei cui atti riconoscono l'incarnazione suprema della virilità, che si esprimerebbe compiutamente nella sottomissione, anzi, nella degradazione della donna, tanto più appagante quanto "volontariamente" richiesta dalla stessa.

Oltre a complimentarsi, moltissimi emulano "l'impresa" recandosi dalla donna in questione, alla quale sono dedicate ben 41 pagine.

Vi riporto un solo commento di un cliente cui neppure bastano le umiliazioni cui la donna si sottopone. Vuole pure prenderla a sberle.



...Grande.....grande.......grande.......grande........grande......
....ora non posso far finta di niente.....non posso negarmi una che si fa scopare in gola...
Very complimenti  […].....
 ....vado dalla puttanella domani sperando di essere il primo cliente […]...sputi,sberle....voglio portarla al vomito mentre la scopo in bocca.



Non aggiungo altro.

Spero solo, con questo post, di avervi fatto comprendere il motivo per cui  ritengo che dal dibattito sulla prostituzione non possano essere escluse le donne che non la praticano. E neppure gli uomini, naturalmente.