mercoledì 24 settembre 2014

In che modo il governo tedesco sostiene gli sfruttatori della prostituzione




Abolizione 2014 in collaborazione con le iniziative abolizioniste tedesche, europee, canadesi e statunitensi


A proposito dell'audizione del Ministero federale tedesco della Famiglia, delle Persone Anziane, delle Donne e dei Giovani (1) sulla regolamentazione dell'industria della prostituzione tenuta il 12 giugno 2014 e resa pubblica il 26 giugno 2014.
 
Il 12 giugno 2014 si è tenuta un'audizione sul progetto di riforma della legge sulla prostituzione, al fine di ottenere una "panoramica generale" sull'argomento. L'audizione si è tenuta a porte chiuse. Il pubblico non è stato neppure informato su chi è stato consultato e invitato dal Ministero federale come esperto chiamato ad esprimere il proprio parere.(2)
Prima che il governo tedesco vada in ferie, crediamo sia importante svelare un segreto che sta evidentemente molto a cuore al ministero responsabile che non vuole si sappia quali lobby siano state coinvolte nella preparazione di questa riforma della legge sulla prostituzione.
"Noi" è un gruppo di donne che provengono da ogni parte della Germania, da diversi partiti, professioni e classi. Collaboriamo con organizzazioni internazionali abolizioniste, con intellettuali,   servizi di counseling e organizzazioni di sopravvissute alla prostituzione. Ci impegniamo ad offrire alla popolazione informazioni dettagliate su quel che è accaduto.
 
I fatti:
Alcuni lobbisti si attivano affinché la revisione della legge sulla prostituzione persegua i loro interessi.
Chi sono gli esperti che il Ministero ha invitato in audizione e sollecitato ad esprimere il proprio parere? Il rapporto del Ministero rivela che non si è tenuto conto né delle petizioni né delle iniziative critiche del sistema prostituente e che non sono state ascoltate le voci delle donne uscite dalla prostituzione o quelle delle sopravvissute.
Al contrario, i gruppi di interesse dell'industria della prostituzione (vale a dire i gestori e i proprietari dei bordelli) si sono visti offrire un mare di occasioni per esprimere le proprie richieste di una regolamentazione e di un intervento minimo del governo in questo campo sessista e criminogeno.
Il Ministero ha così consultato esclusivamente le seguenti organizzazioni, in quanto "rappresentanti" non solo  degli "imprenditori dell'industria del sesso e dell'erotismo", ma contemporaneamente delle "sex workers":
 
·       L’« Unternehmerverband Erotik Gewerbe Deutschland eV » (UEGD) (Associazione professionale dell'industria dell'erotismo in Germania). Questa lobby sostiene di "rappresentare gli interessi delle imprese che offrono servizi erotici". (3). In una lettera del 6 novembre 2013 ha suggerito al governo federale e ai rappresentanti della sua coalizione di avviare un negoziato in vista della convocazione di una conferenza interdisciplinare con il compito di "elaborare un complesso di leggi sulla regolamentazione della prostituzione e dei luoghi dove praticarla, con la partecipazione delle persone che lavorano nell'industria, al riparo dalle speculazioni e dalle manipolazioni dei media" (4)
·       La   « Bundesverband Sexuelle Dienstleistungen eV » (BSD) (Associazione federale dei servizi sessuali): rappresenta i proprietari dei bordelli e le sex workers indipendenti ed è stata "consultata dal Ministero Federale del Lavoro e del Welfare sul tema della prostituzione". (5) La BSD è stata fondata nel 2002, subito dopo l'adozione della legge sulla prostituzione da parte del governo di allora, costituito dai socialdemocratici e dai verdi, e  in seguito all'abrogazione e alla concomitante modifica degli articoli del Codice penale relativi alla proprietà dei bordelli e allo sfruttamento della prostituzione. (6)
·       La « Berufsverband erotische und Sexuelle Dienstleistungen eV" (BESD) (Associazione dei servizi professionali erotici e sessuali). E' stata fondata nell'ottobre 2013, tra le altre da Johanna Weber e da Undine de Rivière, ed è un'emanazione della BSD, probabilmente creata per ragioni di relazioni pubbliche, ossia al fine di presentare delle "vere sex workers" ai media, ai politici ecc. Tuttavia, la BESD non rappresenta in alcun modo le circa 400.000 prostitute presenti in Germania che lavorano nella prostituzione a causa delle difficoltà economiche, spesso dopo essere state reclutate con mezzi illeciti come la forza, la frode o l'inganno, e che non dispongono della libertà di scelta, né di alternative. La BESD è un gruppo privilegiato di escort e  di Mistress (n.d.t. donne che interpretano un ruolo di comando e di dominio nelle pratiche BDSM), alcune delle quali sono, a loro volta, gestrici o proprietarie di agenzie di escort. Fra l'altro la BESD si dichiara favorevole alla "  tariffa flat applicata nei bordelli (n.d.t. la tariffa fissa che consente al cliente di avere tutti i tipi di rapporti sessuali con  qualsiasi donna vi eserciti la prostituzione per un tempo illimitato) e alla pratica della gang bangs, al fine di garantire una molteplicità di impieghi" (7)
·       L'avvocata Margarete von Galen, legata alla lobby dell'industria del sesso (8).
 
Un "panorama completo" sul tema? Nessuna sessione di questa consultazione ha preso in considerazione le dichiarazioni delle ben note critiche dell'industria del sesso, né la sezione sui centri di consulenza (nessuno degli organismi invitati offriva un vero programma di uscita dalla prostituzione), né quella sulle misure di polizia, né quella dedicata alla tratta. Al massimo, la consultazione ha lasciato spazio a qualche moderata voce critica: ad esempio ad alcuni rappresentanti dei Länder e alle responsabili delle pari opportunità. Nella maggior parte dei casi, sono le sostenitrici e i sostenitori delle rivendicazioni della BESD  e del BSD ad aver avuto voce in capitolo, così come i quadri del Consiglio tedesco delle donne. Non è stata invitata alcuna esperta che avesse un atteggiamento critico nei confronti della legalizzazione della prostituzione.
Si è notata, in particolar modo, l'assenza delle seguenti organizzazioni:
 
·       L'ONG tedesca "SOLWODI" che si è rivolta al governo federale prima delle elezioni del 2013 con la petizione "No more hustle! No woman slavery in Germany!" che invitava il governo a vietare l'acquisto di rapporti sessuali. Lo Stato non ha tenuto in alcuna considerazione la sua proposta di modifica della legge del 2002 (9).
·       Le redattrici del mensile femminista EMMA, che da tempo denunciano le ripercussioni negative della legge del 2002 e che avrebbero potuto far sentire, oltre alla loro, anche la voce delle più di 12.000 cittadine e cittadini, ignorati e ignorate, malgrado la sottoscrizione dell'"Appello contro la prostituzione" scritto alla fine del 2013 (10).
·       Le autrici e gli autori, nonché le firmatarie e i firmatari dell'"Appello di Karlsruhe per un mondo senza prostituzione" (11).
·       Cathrin Schauer dell'ONG tedesca "KARO eV", che da anni svolge un lavoro educativo di informazione sulle attività criminali dei trafficanti di carne umana; l'assistente sociale Sabine Constabel del centro per donne prostituite "La Strada Stuttgart", che lavora senza risparmio a favore di queste donne. [Si sarebbero dovute invitare] per informare il pubblico sulla realtà della prostituzione. [Non sono state invitate neppure] altre organizzazioni come "INGA e.V.", "Zora e.V." e "KOFRA" ed esperti della polizia come Manfred Paulus, Helmut Sporer, Uwe Dornhöfer e altri.
·       Inoltre, il Ministero non ha ascoltato alcuna esperta straniera o della Lobby europea delle donne, la cui richiesta di adozione del modello nordico  ha trovato espressione nella risoluzione adottata a fine febbraio da una netta maggioranza del Parlamento europeo.
Inoltre, non si è tenuto conto di uno studio su larga scala, pubblicato l'anno scorso, che mostra il rapporto tra la legalizzazione della prostituzione e la tratta delle persone a scopo di sfruttamento sessuale. (12).
 
Il Ministero  federale tedesco della famiglia ha dunque stretto rapporti con i principali lobbysti!
La Germania è tenuta ad adottare disposizioni volte ad eliminare le discriminazioni nei confronti delle donne. Contemporaneamente, è dovere dello Stato difendere i cittadini dalla violenza, quale che sia il loro Paese d'origine. Tuttavia, la prosecuzione e la fluidificazione del "modello d'affari rappresentato dalla prostituzione" favorisce l'esatto contrario!
Noi ci aspettiamo che il Ministero della famiglia proponga misure efficaci contro la tratta e per la tutela delle donne, in particolare di quelle giovani, che vivono una difficile situazione economica, invece di sostenere i gruppi di pressione dell'industria del sesso. Noi ci aspettiamo che il governo federale consideri la tutela dei diritti delle donne contro lo sfruttamento più importante della legittimazione di un "diritto degli uomini" [al sesso] e più utile delle soluzioni locali consistenti nel tassare le donne, ma anche gli uomini e le persone transessuali che esercitano la prostituzione.
 
Ecco quello che vogliamo:
Abolizione 2014 richiede l'adozione di una legge ispirata al "modello svedese" (o nordico), adottato anche dall'Unione Europea.
Il modello svedese (nordico) mira a limitare la domanda di prostituzione e a  mutare la visione delle cose: non sono le prostitute, ma i compratori di sesso, i magnaccia e i proprietari dei bordelli a dover costituire il bersaglio della legislazione.
Il modello svedese (nordico) comprende:
- Un sostegno efficace e a lungo termine alle persone che vogliono abbandonare la prostituzione;
- Assistenza sanitaria e altre forme di sostegno indipendenti dalla volontà di uscire dalla prostituzione;
- La formazione della polizia all'applicazione della nuova legge;
- Un'attività educativa e campagne che promuovano nella società e nelle scuole l'uguaglianza di genere relativa anche ai rapporti sessuali;
- Il divieto di gestione dei bordelli e il divieto di sfruttamento della prostituzione;
- La penalizzazione dell'acquisto dell'accesso sessuale al corpo di altre persone.
 
La nostra richiesta alla stampa:
E' deplorevole che il Ministero della famiglia, controllato dal SPD, faccia marcia indietro rispetto alla restrizioni giuridiche da imporre all'industria del sesso, preannunciate nell'accordo di coalizione, così come sulle soluzioni volte alla tutela delle persone prostituite ed è deplorevole che non abbia ancora applicato la direttiva UE contro la tratta degli esseri umani.
Noi vi chiediamo quindi di informare il pubblico sull'influenza esercitata dai gruppi di interesse dell'industria della prostituzione sul Ministero federale della famiglia.
Per ulteriori informazioni, contattare:
redaktion chiocciola abolition2014.de
 
NOTE:
 
Dalla lettura di questo comunicato stampa si evince chiaramente che il governo tedesco, per procedere alla modifica della legge sulla prostituzione, ha consultato la lobby dell'industria del sesso, ma non le associazioni abolizioniste, le cui richieste non contemplano affatto l'imposizione di visite psichiatriche alle prostitute volte ad accertarne la capacità di intendere e di volere, quasi si trattasse di decretarne l'infermità mentale, come erroneamente sostenuto da una blogger, il cui intento mi pare soltanto quello di screditare, denigrare, suscitare odio nei confronti delle abolizioniste, rappresentate come "mostri".
Invito lettrici e lettori a valutare attentamente l'attendibilità delle notizie fornite da blogger  che non indicano con link le fonti da cui hanno attinto le informazioni da loro riportate.
 
 
 
 
 

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