La prostituzione è oggi una vera industria
mondiale, un'industria disumanizzante nella quale le persone prostituite, come
merci sessuali, sono oggetto di transazioni commerciali tra i clienti e i
magnaccia. E questa industria, come tutte le industrie multinazionali, ha
sbocchi commerciali, un'offerta, flussi finanziari, profitti. In breve, è un
business!
I profitti dell'industria della
prostituzione
Un pappone in Europa guadagna
approssimativamente 110.000 euro all'anno per ciascuna ragazza. Si stima che in
Francia una prostituta faccia guadagnare al "suo" prosseneta una
cifra compresa fra 460 e 762 euro al giorno e che una rete che controlla una
dozzina di donne possa guadagnare fino a 9100 euro al giorno. Nel corso di un
recente processo contro una rete di sfruttatori di giovani donne romene che si
prostituivano a Lione, è stato rivelato che erano stati inviati in Romania
quasi 650.000 euro tra l'aprile 2004 e l'agosto 2005.
Un profitto considerevole a
fronte di costi limitati. Un magnaccia acquista una donna per una somma che oscilla
tra i 300 e i 500 dollari. Vale a dire che il rientro dalle spese si compie nel
giro di un giorno o anche meno! Tanto più che questa merce umana, a differenza
di altri beni oggetto di traffici
criminali (droga, armi), può essere venduta più volte.
L'industria della
prostituzione è un'enorme macchina che maneggia somme considerevoli. Si è ben
lontani dall'immagine del lenocinio "conviviale" veicolata da certi
media. Oggi l'industria del sesso è nelle mani della criminalità organizzata
[..]
La tratta degli esseri umani
sarebbe oggi il terzo traffico criminale del mondo, il traffico criminale più
redditizio dopo quello delle armi e della droga. L'Organizzazione
Internazionale del Lavoro pubblica cifre ancora più notevoli: la tratta a scopo
di sfruttamento sessuale potrebbe generare da sola profitti annuali pari a 28
miliardi di dollari, vale a dire 23.000 dollari per ogni persona prostituita!
Si parla anche di 32 miliardi di dollari all'anno, di cui 7 miliardi per la
tratta delle minorenni. La prostituzione è oggi una delle più redditizie industrie del mondo.
Le reti criminali della prostituzione
Con il termine "criminalità
organizzata" designiamo i gruppi criminali che traggono profitto dalla
globalizzazione e dallo sviluppo di nuove tecnologie per internazionalizzarsi e
per diversificare le proprie attività.
Tutto è oggetto di traffico
oggi: gli organi, i rifiuti, gli stupefacenti, le merci contraffatte, gli
esseri umani...
Secondo il PNUD (Programma
delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), il PIL criminale mondiale raggiunge i
1200 miliardi di dollari annuali (stima del 2002) e costituisce il 15% del
commercio mondiale. Dal 2002 il G8 constata
un drammatico aumento della criminalità organizzata transnazionale in connessione
con la globalizzazione economica.
I gruppi criminali assumono
molteplici forme. In Europa, le piccole strutture, quasi famigliari, affiancano
le organizzazioni criminali di alto livello (mafia albanese o russa) che sono
coinvolte in forme sofisticate di tratta e godono di complicità nel mondo
politico e diplomatico.
Gruppi di minore importanza
possono cooperare con altri grandi gruppi (mafia turca, triade cinese, yakuza
giapponese...) coinvolti in diversi tipi di traffico.
Quale che sia la loro
dimensione, queste reti sono mobili, ben organizzate e strutturate. E' il loro
primo punto di forza. Le reti albanesi, ad esempio, attivano anche gruppi
criminali da 4 a 10 persone costituiti su base clanica, geografica o famigliare
e funzionanti come vere imprese (ricerche di mercato, razionalizzazione delle
attività, specializzazione delle funzioni...)
Questi gruppi sono suddivisi
per settori geografici o per settori di attività. Alla testa
dell'organizzazione vi è un consiglio e un capo che supervisionano l'impresa e
definiscono gli indirizzi generali dell'attività criminale.
Diversi intermediari
intervengono ad ogni stadio dello sfruttamento delle donne: reclutatori,
agenzie di tutti i tipi, produttori di siti web, pubblicitari, agenzie di
viaggio, hôtel, ristoranti, controllori delle zone sui marciapiedi, guardie del
corpo incaricate della protezione delle ragazze, adescatori (proprietari di
bar, portieri d'albergo, tassisti...).
A fronte di una struttura di
tale complessità, è in genere difficile risalire ai responsabili. Tanto più
che, grazie ai cellulari e all'uso di Internet, i magnaccia possono gestire i
loro affari lontano dal campo delle operazioni, senza rischiare di essere
individuati.
La criminalità organizzata dentro gli
Stati: riciclaggio del denaro sporco e corruzione dei funzionari
Queste reti criminali
costituiscono un reale pericolo. Esse "intaccano le basi democratiche
della società" dichiarava Pino Arlacchi, esperto di mafia, dinanzi alle
Nazioni Unite. Di fatto, lo sviluppo di questi gruppi << all'interno
dello Stato, mai contro >> ha un effetto destabilizzante sulle società
per la natura delle attività praticate, la violenza delle azioni compiute, ma
anche per il modo di trarre profitto dalle debolezze del sistema o di volgere a
loro profitto gli ingranaggi che consentono il funzionamento delle democrazie.
I due principali modi di funzionamento delle reti criminali sono: la corruzione
e il riciclaggio del denaro sporco.
L'arma della corruzione
La corruzione è la condizione
indispensabile al buon funzionamento delle reti criminali. Esiste a tutti i
livelli: reclutamento e acquisto delle vittime, trasporto, sfruttamento,
protezione del traffico, fabbricazione di carte di identità e di visti...La
corruzione coinvolge magistrati, parlamentari, poliziotti, agenti delle dogane
o delle forze armate nazionali e internazionali.
Conosciamo il ruolo svolto da
certi esponenti delle forze di pace ONU nello sviluppo dello sfruttamento
sessuale delle donne in Bosnia-Erzegovina, nel Kosovo, nel Congo...Ma la
corruzione si infiltra anche nella pubblica amministrazione, nei ministeri,
nelle ambasciate e nel settore privato (agenzie di viaggio, compagnie aeree,
banche).
In breve, sono funzionari o
impiegati che percepiscono redditi modesti ad accettare di aiutare i criminali
o a chiudere un occhio davanti alle loro attività illegali in cambio di un
gruzzolo di denaro che possa migliorare la loro condizione economica.
La falsificazione dei
documenti di viaggio o d'identità costituisce l'elemento centrale del processo.
Qualche dato. Secondo il Ministero degli Esteri del Belgio, il numero di visti
rilasciati dall'ambasciata tedesca a Kiev è passato da 132.232 nel 1998 a più
di 210.000 nel 2000, con un incremento superiore al 60%. La maggior parte era
rilasciata, senza alcun controllo, da intermediari che fungevano da
"agenzie di viaggio".
Allo stesso modo, sappiamo
che la maggioranza delle prostitute cinesi giunte in Francia nel 2004 avevano
dei visti di osservatrici economiche o di partecipanti a esposizioni
industriali e tecniche, ottenuti da agenzie di viaggio. Diversi procedimenti,
d'altronde, hanno recentemente messo in discussione il buon funzionamento delle
ambasciate. Nell'aprile 2006, è stato scoperto all'ambasciata di Francia a
Mosca un traffico di visti che ha coinvolto diversi funzionari amministrativi:
nel 2005 erano stati rilasciati 272.000 visti,
il doppio rispetto al 2000.
Le tecniche di riciclaggio del denaro
sporco
Con le tecniche proprie della
criminalità organizzata, il denaro derivante da attività criminali, è
riciclato, cioè reinserito nel circuito economico per farlo sembrare legale.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le somme riciclate ogni anno
oscillano fra i 500 e i 1000 miliardi di dollari. Ancora più inquietante: in
Europa, i gruppi del crimine organizzato utilizzano le strutture delle società
legali per reinvestire i loro capitali e ciò rende l'azione di riciclaggio
difficile da individuare.
Così, i magnaccia usano i
servizi di società come la Western Union per inviare nel loro Paese il denaro
della prostituzione: i conti vengono aperti a nome delle giovani donne
sfruttate che effettuano ogni giorno trasferimenti legali di denaro.
E' difficile seguire le
tracce del denaro, una volta che sia stato riciclato. Viene investito in
società-schermo (discoteche, ristoranti...), nel settore immobiliare...Lo
smantellamento di diverse reti criminali ha permesso di mostrare che il denaro
ritornava generalmente nell'Europa occidentale per essere reinvestito nelle
società monegasche, in imprese aventi sede sociale nel Liechtenstein, in ville
o in ditte della Costa Brava...Nulla di sorprendente.
Complicità degli Stati?
Forte della sua capacità di
profittare delle falle e delle debolezze dei nostri sistemi, la criminalità si
sviluppa e si adatta a tutto con grande semplicità, lasciando gli Stati
completamente impotenti, se non indifferenti. Perché i magnaccia e i
trafficanti continuano a beneficiare di un'incredibile clemenza che favorisce
la loro attività. Certo, la recente crisi economica ha fatto emergere la
volontà politica di lottare contro il riciclaggio di denaro e i paradisi
fiscali. Ma questa lotta è solo agli inizi e ci vorrà tempo e determinazione
per combattere i veri criminali.
Tanto più che l'industria del
sesso nel suo insieme, legale o illegale che sia, a seconda dei Paesi, con il
livello di sviluppo raggiunto oggi, contribuisce al reddito nazionale e alla
crescita del Pil. Si pensi soltanto al numero delle persone che gravitano
attorno a questa industria: attorno alla produzione di film, video, riviste
pornografiche, attorno agli Eros center, ai bar dove si pratica la
prostituzione, alle linee erotiche...Senza dimenticare tutte le professioni
legate al turismo sessuale, che interessano un'ampia fascia della popolazione
(tassisti, camerieri, fino alle catene di alberghi e alle compagnie di
trasporto). Oggi nei Paesi Bassi il turismo sessuale costituirebbe il 5% del
Pil. In Indonesia, i profitti legati alla prostituzione costituirebbero il 2%
del Pil e il 14% in Thailandia.
Si tratta di un'evoluzione
che gli Stati non cercano sempre di arginare, preferendo anzi sviluppare
politiche che favoriscano il turismo e sfruttino la situazione attuale,
piuttosto che puntare sull'istruzione e sulla salute. Gli organismi
internazionali li incoraggiano a proseguire su questa strada. Così, la Banca
Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno accordato prestiti a Paesi
come la Thailandia e le Filippine, a condizione che sviluppassero l'industria
del turismo e del divertimento.
Come sottolinea il sociologo
Richard Poulin, specialista della questione, queste organizzazioni "non pensavano certo a Disneyland"
[quando chiedevano lo sviluppo dell'industria del turismo].
Nel 1998, l'Organizzazione
internazionale del Lavoro si spingeva fino al cinismo affermando in un rapporto
che l'industria del sesso nell'Asia del Sud-Est era un centro importante di sviluppo
dell'economia locale: "oltre alle
stesse prostitute, i redditi che genera l'industria del sesso fanno vivere
milioni di lavoratori", spiegava. "Nonostante l'orrore e il pericolo che lo caratterizza, il lavoro
sessuale rende di più di qualsiasi altro lavoro non qualificato".
L'OIL auspicava un approccio
pragmatico al problema ("il
benessere individuale delle prostitute non deve essere tenuto in conto nella
determinazione della politica in materia" !), spiegando che sarebbe
bene "assoggettare alle imposte le
numerose attività lucrative che genera [l'industria del sesso]"
Il capitalismo ha la
precedenza sui diritti umani!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.