lunedì 9 giugno 2014

Business e criminalità organizzata nell'ambito dello sfruttamento della prostituzione







La prostituzione è oggi una vera industria mondiale, un'industria disumanizzante nella quale le persone prostituite, come merci sessuali, sono oggetto di transazioni commerciali tra i clienti e i magnaccia. E questa industria, come tutte le industrie multinazionali, ha sbocchi commerciali, un'offerta, flussi finanziari, profitti. In breve, è un business!
 
I profitti dell'industria della prostituzione
Un pappone in Europa guadagna approssimativamente 110.000 euro all'anno per ciascuna ragazza. Si stima che in Francia una prostituta faccia guadagnare al "suo" prosseneta una cifra compresa fra 460 e 762 euro al giorno e che una rete che controlla una dozzina di donne possa guadagnare fino a 9100 euro al giorno. Nel corso di un recente processo contro una rete di sfruttatori di giovani donne romene che si prostituivano a Lione, è stato rivelato che erano stati inviati in Romania quasi 650.000 euro tra l'aprile 2004 e l'agosto 2005.
Un profitto considerevole a fronte di costi limitati. Un magnaccia acquista una donna per una somma che oscilla tra i 300 e i 500 dollari. Vale a dire che il rientro dalle spese si compie nel giro di un giorno o anche meno! Tanto più che questa merce umana, a differenza di altri beni oggetto  di traffici criminali (droga, armi), può essere venduta più volte.
L'industria della prostituzione è un'enorme macchina che maneggia somme considerevoli. Si è ben lontani dall'immagine del lenocinio "conviviale" veicolata da certi media. Oggi l'industria del sesso è nelle mani della criminalità organizzata [..]
La tratta degli esseri umani sarebbe oggi il terzo traffico criminale del mondo, il traffico criminale più redditizio dopo quello delle armi e della droga. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro pubblica cifre ancora più notevoli: la tratta a scopo di sfruttamento sessuale potrebbe generare da sola profitti annuali pari a 28 miliardi di dollari, vale a dire 23.000 dollari per ogni persona prostituita! Si parla anche di 32 miliardi di dollari all'anno, di cui 7 miliardi per la tratta delle minorenni. La prostituzione è oggi una delle  più redditizie industrie del mondo.
 
Le reti criminali della prostituzione
Con il termine "criminalità organizzata" designiamo i gruppi criminali che traggono profitto dalla globalizzazione e dallo sviluppo di nuove tecnologie per internazionalizzarsi e per diversificare le proprie attività.
Tutto è oggetto di traffico oggi: gli organi, i rifiuti, gli stupefacenti, le merci contraffatte, gli esseri umani...
Secondo il PNUD (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), il PIL criminale mondiale raggiunge i 1200 miliardi di dollari annuali (stima del 2002) e costituisce il 15% del commercio mondiale. Dal 2002  il G8 constata un drammatico aumento della criminalità organizzata transnazionale in connessione con la globalizzazione economica.
I gruppi criminali assumono molteplici forme. In Europa, le piccole strutture, quasi famigliari, affiancano le organizzazioni criminali di alto livello (mafia albanese o russa) che sono coinvolte in forme sofisticate di tratta e godono di complicità nel mondo politico e diplomatico.
Gruppi di minore importanza possono cooperare con altri grandi gruppi (mafia turca, triade cinese, yakuza giapponese...) coinvolti in diversi tipi di traffico.
Quale che sia la loro dimensione, queste reti sono mobili, ben organizzate e strutturate. E' il loro primo punto di forza. Le reti albanesi, ad esempio, attivano anche gruppi criminali da 4 a 10 persone costituiti su base clanica, geografica o famigliare e funzionanti come vere imprese (ricerche di mercato, razionalizzazione delle attività, specializzazione delle funzioni...)
Questi gruppi sono suddivisi per settori geografici o per settori di attività. Alla testa dell'organizzazione vi è un consiglio e un capo che supervisionano l'impresa e definiscono gli indirizzi generali dell'attività criminale.
Diversi intermediari intervengono ad ogni stadio dello sfruttamento delle donne: reclutatori, agenzie di tutti i tipi, produttori di siti web, pubblicitari, agenzie di viaggio, hôtel, ristoranti, controllori delle zone sui marciapiedi, guardie del corpo incaricate della protezione delle ragazze, adescatori (proprietari di bar, portieri d'albergo, tassisti...).
A fronte di una struttura di tale complessità, è in genere difficile risalire ai responsabili. Tanto più che, grazie ai cellulari e all'uso di Internet, i magnaccia possono gestire i loro affari lontano dal campo delle operazioni, senza rischiare di essere individuati.
 
La criminalità organizzata dentro gli Stati: riciclaggio del denaro sporco e corruzione dei funzionari
Queste reti criminali costituiscono un reale pericolo. Esse "intaccano le basi democratiche della società" dichiarava Pino Arlacchi, esperto di mafia, dinanzi alle Nazioni Unite. Di fatto, lo sviluppo di questi gruppi << all'interno dello Stato, mai contro >> ha un effetto destabilizzante sulle società per la natura delle attività praticate, la violenza delle azioni compiute, ma anche per il modo di trarre profitto dalle debolezze del sistema o di volgere a loro profitto gli ingranaggi che consentono il funzionamento delle democrazie. I due principali modi di funzionamento delle reti criminali sono: la corruzione e il riciclaggio del denaro sporco.
 
L'arma della corruzione
La corruzione è la condizione indispensabile al buon funzionamento delle reti criminali. Esiste a tutti i livelli: reclutamento e acquisto delle vittime, trasporto, sfruttamento, protezione del traffico, fabbricazione di carte di identità e di visti...La corruzione coinvolge magistrati, parlamentari, poliziotti, agenti delle dogane o delle forze armate nazionali e internazionali.
Conosciamo il ruolo svolto da certi esponenti delle forze di pace ONU nello sviluppo dello sfruttamento sessuale delle donne in Bosnia-Erzegovina, nel Kosovo, nel Congo...Ma la corruzione si infiltra anche nella pubblica amministrazione, nei ministeri, nelle ambasciate e nel settore privato (agenzie di viaggio, compagnie aeree, banche).
In breve, sono funzionari o impiegati che percepiscono redditi modesti ad accettare di aiutare i criminali o a chiudere un occhio davanti alle loro attività illegali in cambio di un gruzzolo di denaro che possa migliorare la loro condizione economica.
La falsificazione dei documenti di viaggio o d'identità costituisce l'elemento centrale del processo. Qualche dato. Secondo il Ministero degli Esteri del Belgio, il numero di visti rilasciati dall'ambasciata tedesca a Kiev è passato da 132.232 nel 1998 a più di 210.000 nel 2000, con un incremento superiore al 60%. La maggior parte era rilasciata, senza alcun controllo, da intermediari che fungevano da "agenzie di viaggio".
Allo stesso modo, sappiamo che la maggioranza delle prostitute cinesi giunte in Francia nel 2004 avevano dei visti di osservatrici economiche o di partecipanti a esposizioni industriali e tecniche, ottenuti da agenzie di viaggio. Diversi procedimenti, d'altronde, hanno recentemente messo in discussione il buon funzionamento delle ambasciate. Nell'aprile 2006, è stato scoperto all'ambasciata di Francia a Mosca un traffico di visti che ha coinvolto diversi funzionari amministrativi: nel 2005 erano stati rilasciati 272.000 visti,  il doppio rispetto al 2000.
 
Le tecniche di riciclaggio del denaro sporco
Con le tecniche proprie della criminalità organizzata, il denaro derivante da attività criminali, è riciclato, cioè reinserito nel circuito economico per farlo sembrare legale. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le somme riciclate ogni anno oscillano fra i 500 e i 1000 miliardi di dollari. Ancora più inquietante: in Europa, i gruppi del crimine organizzato utilizzano le strutture delle società legali per reinvestire i loro capitali e ciò rende l'azione di riciclaggio difficile da individuare.
Così, i magnaccia usano i servizi di società come la Western Union per inviare nel loro Paese il denaro della prostituzione: i conti vengono aperti a nome delle giovani donne sfruttate che effettuano ogni giorno trasferimenti legali di denaro.
E' difficile seguire le tracce del denaro, una volta che sia stato riciclato. Viene investito in società-schermo (discoteche, ristoranti...), nel settore immobiliare...Lo smantellamento di diverse reti criminali ha permesso di mostrare che il denaro ritornava generalmente nell'Europa occidentale per essere reinvestito nelle società monegasche, in imprese aventi sede sociale nel Liechtenstein, in ville o in ditte della Costa Brava...Nulla di sorprendente.
 
Complicità degli Stati?
Forte della sua capacità di profittare delle falle e delle debolezze dei nostri sistemi, la criminalità si sviluppa e si adatta a tutto con grande semplicità, lasciando gli Stati completamente impotenti, se non indifferenti. Perché i magnaccia e i trafficanti continuano a beneficiare di un'incredibile clemenza che favorisce la loro attività. Certo, la recente crisi economica ha fatto emergere la volontà politica di lottare contro il riciclaggio di denaro e i paradisi fiscali. Ma questa lotta è solo agli inizi e ci vorrà tempo e determinazione per combattere i veri criminali.
Tanto più che l'industria del sesso nel suo insieme, legale o illegale che sia, a seconda dei Paesi, con il livello di sviluppo raggiunto oggi, contribuisce al reddito nazionale e alla crescita del Pil. Si pensi soltanto al numero delle persone che gravitano attorno a questa industria: attorno alla produzione di film, video, riviste pornografiche, attorno agli Eros center, ai bar dove si pratica la prostituzione, alle linee erotiche...Senza dimenticare tutte le professioni legate al turismo sessuale, che interessano un'ampia fascia della popolazione (tassisti, camerieri, fino alle catene di alberghi e alle compagnie di trasporto). Oggi nei Paesi Bassi il turismo sessuale costituirebbe il 5% del Pil. In Indonesia, i profitti legati alla prostituzione costituirebbero il 2% del Pil e il 14% in Thailandia.
Si tratta di un'evoluzione che gli Stati non cercano sempre di arginare, preferendo anzi sviluppare politiche che favoriscano il turismo e sfruttino la situazione attuale, piuttosto che puntare sull'istruzione e sulla salute. Gli organismi internazionali li incoraggiano a proseguire su questa strada. Così, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno accordato prestiti a Paesi come la Thailandia e le Filippine, a condizione che sviluppassero l'industria del turismo e del divertimento.
Come sottolinea il sociologo Richard Poulin, specialista della questione, queste organizzazioni "non pensavano certo a Disneyland" [quando chiedevano lo sviluppo dell'industria del turismo].
Nel 1998, l'Organizzazione internazionale del Lavoro si spingeva fino al cinismo affermando in un rapporto che l'industria del sesso nell'Asia del Sud-Est era  un centro importante di sviluppo dell'economia locale: "oltre alle stesse prostitute, i redditi che genera l'industria del sesso fanno vivere milioni di lavoratori", spiegava. "Nonostante l'orrore e il pericolo che lo caratterizza, il lavoro sessuale rende di più di qualsiasi altro lavoro non qualificato".
L'OIL auspicava un approccio pragmatico al problema ("il benessere individuale delle prostitute non deve essere tenuto in conto nella determinazione della politica in materia" !), spiegando che sarebbe bene "assoggettare alle imposte le numerose attività lucrative che genera [l'industria del sesso]"
Il capitalismo ha la precedenza sui diritti umani!
 

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