martedì 7 aprile 2015

Prostitute, clienti, volontari: una sera al Bois de Boulogne



 
Si chiamano Kimberley, Nathalia o Kenza. Vengono dall'Ecuador, dalla Romania o dall'Algeria. Figure fragili o dalle spalle muscolose, di notte misurano a grandi passi i viali del Bois de Boulogne, spesso nell'insicurezza, aspettando i clienti
 
I clienti che si fermano sono pochi questo giovedì sera. Sotto gli alberi, un gruppo di Ecuadoregne transgender  sta discutendo. Una di loro è stata aggredita qualche tempo fa da ragazzi che le hanno squarciato l'arcata sopraccigliare con una bottiglia. "Ora sto meglio - dice - Il medico mi ha dato una pomata". Ma non ha sporto querela. Non è affatto facile, quando si è transgender, essere prese in considerazione dalla polizia.
Più in là, Carla e Kimberley, ecuadoregne dai lunghi capelli biondi, si riscaldano sul camioncino sul quale hanno installato un sistema di riscaldamento. Kimberley, dai collant rossi e dai lunghi stivali bianchi di vernice, è preoccupata. Fermata dalla polizia "con poca cocaina" si è beccata una multa, ma non sa come pagarla e teme che questa vicenda possa nuocerle quando a giugno si recherà in Prefettura per rinnovare il permesso di soggiorno.
Molte [prostitute] sono straniere. Ogni nazionalità ha il proprio settore di attività. Spesso senza permesso di soggiorno, isolate, la maggior parte di loro è vittima dei magnaccia.
 
Aggredita a colpi di pietra
Vicino alla fermata del bus, Nathalia, piccola bionda dai capelli tinti e dalle sopracciglia nere, controlla febbrilmente i dintorni. Polacca, si trova in Francia da cinque mesi, ma parla quattro lingue - dice - perché ha "viaggiato molto". Nathalia preferisce lavorare al Bois "anche se è pericoloso", piuttosto che a Bruxelles. "Là ci sono troppe ragazze" , dice. Le ragazze dell'Est sono regolarmente spostate dai loro prosseneti da un luogo all'altro dell'Europa per sfuggire ai controlli, spiegano le associazioni [di aiuto alle prostitute].
Più esuberanti, Kenza e Dalila canticchiano. Queste transgender algerine dalle lunghe gambe che poggiano su tacchi vertiginosi ostentano una disinvoltura che funge da corazza. Una di loro è stata aggredita a colpi di pietra qualche settimana prima da giovani in auto. "Capita. Ci si fa l'abitudine", dice Kenza, mentre si rifà il trucco.
Quasi nascosta dalla bordura degli alberi, Manuela è più riservata. Questa Domenicana con il viso dai fini lineamenti, in jeans e parka nero, racconta in buon francese di essere stata stuprata cinque anni (?) fa. L'aggressore è stato arrestato, il caso è ora in discussione presso la Corte d'assise, osserva rallegrandosi Manuela, pur preoccupata per la scarsa conoscenza delle modalità di funzionamento del processo.
 
Una corazza
Per chiedere informazioni, forse, si recherà presso una delle associazioni che stazionano regolarmente al Bois e in tutti i luoghi di prostituzione della capitale. Che siano sostenitrici dell'abolizione della prostituzione (Mouvement du Nid ecc.) o no (Bus des femmes, Médecins du Monde ecc.), tutte cercano di creare un legame con queste donne precarie e sfruttate.
"Questo legame si crea in primo luogo offrendo aiuto materiale", spiega Eve, volontaria in servizio civile presso il Mouvement du Nid. Nel locale parigino dell'associazione, che propone corsi di francese, supporto psicologico, sostegno giuridico, vengono donne nigeriane, bulgare, romene, albanesi.
"Mentre stazioniamo al Bois, distribuiamo biglietti da visita con il nostro indirizzo. I magnaccia ci controllano, ma possiamo avvicinarci e parlare con le prostitute", spiega Guillaume, volontario di 31 anni.
Le donne si recano presso le associazioni in primo luogo per sbrigare pratiche amministrative (permesso di soggiorno, assicurazione contro le malattie), poi, a poco a poco, "si crea un rapporto di fiducia", aggiunge Dounia, un'altra volontaria di 19 anni.
Becky, 29 anni, con in braccio un neonato, è venuta a cercare un po' d'aiuto e a bere un caffé. "Quando sono arrivata qui, non avevo soldi. Mi hanno dato dei vestiti, mi hanno parlato, mi hanno dato fiducia", spiega questa Nigeriana, che ha lasciato la  madame che la sfruttava.
"Avevo un debito di 55.000 euro. Ne ho pagati 35.000, ma non potevo più continuare a pagare", spiega questa ex prostituta. "Dovevo versare ogni settimana 1000 euro. La madama mi ha minacciato con un rito vudù, ma io  ho minacciato di riferire tutto alla polizia".
"Ci vuole del tempo, perché queste donne si costruiscono una corazza e dicono che tutto va bene. Poi, a poco a poco, si lasciano andare", spiega Dounia, turbata "dalla violenza che possono subire. Qui, si sentono cose veramente scioccanti".
 
La prostituzione in Francia
- Il numero delle prostitute in Francia è di circa 30.000, secondo le cifre fornite dall'Ufficio centrale per la repressione della tratta degli esseri umani (OCRTEH), dedotte dal numero delle persone accusate del reato di adescamento e da quello delle vittime della tratta o dello sfruttamento della prostituzione identificate nel corso dei processi. La delegazione ai Diritti delle donne dell'Assemblea nazionale parla di un numero variabile da 20.000 a 40.000 persone. Il numero delle prostitute di strada è stimato pari a circa 20.000, ma una parte della prostituzione resta "invisibile": quella su Internet, nei bar e nelle sale massaggi, quella studentesca e quella occasionale. Il Sindacato del lavoro sessuale (Strass) parla di 400.000 prostitute in Francia.
- Secondo un rapporto della polizia giudiziaria del 2014, sono stati identificati nel 2013 658 "luoghi a rischio di prostituzione" (bar, sale massaggi  ecc.)
- Grande maggioranza di donne. Gli uomini rappresentano solo dal 10 al 20% della prostituzione di strada.
- L'80% delle prostitute è di origine straniera, secondo l'OCRTEH. Provengono soprattutto dall'Europa dell'est (Bulgaria, Romania), dall'Africa (Nigeria, Camerun), dalla Cina e dall'America del Sud (Brasile, Perù e Argentina). La maggioranza di loro è vittima della rete di prosseneti e della tratta. Le altre (circa il 20%) sono prostitute "tradizionali". Generalmente francesi, si proclamano indipendenti.
- Dal 2003, il numero di condanne per sfruttamento aggravato della prostituzione resta stabile fra i 600 e gli 800 all'anno secondo i dati del casellario giudiziario nazionale.
- Nel 2013 sono state smantellate 45 reti internazionali di sfruttamento della prostituzione: 26 dell'Europa dell'Est, 7 dell'Africa, 6 dell'America Latina, 4 dell'Europa dell'Ovest (fra cui una spagnola) e 2 della Cina.
- Nel 2013 662 persone sono state accusate di sfruttamento della prostituzione. Vi è stato quindi un aumento del 157% rispetto al 2012. Sono state identificate 912 vittime e 1146 persone sono state accusate di adescamento.
- Secondo il Ministero dell'Interno, la prostituzione rende alle mafie da 1 a 2 miliardi di euro all'anno.
- Secondo un rapporto della polizia giudiziaria, una prostituta di strada farebbe guadagnare in media ai prosseneti 78.000 euro all'anno.
-Le vittime della tratta, "comprate, talvolta, per pochi euro", rendono ai trafficanti " in media 150.000 euro all'anno nei Paesi occidentali", secondo la fondazione Scelles, che lotta contra la prostituzione.

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