martedì 7 aprile 2015

Bordelli autogestiti dalle prostitute o controllati dai magnaccia? Sulla possibile abrogazione della legge Merlin


Domani alla Camera dei deputati verrà presentato un manifesto   favorevole all'abrogazione della legge Merlin e alla sua sostituzione con una nuova normativa, sostenuta, in modo trasversale,  da parlamentari appartenenti a tutti i partiti ( dal PD al Movimento cinque stelle, da Forza Italia all' Ndc).  
La nuova legislazione in materia dovrebbe prevedere l'introduzione dello zoning, ossia l'individuazione, effettuata dai Comuni,  di aree urbane ove concentrare e confinare l'esercizio della prostituzione di strada, la creazione di case  autogestite dalle lucciole e l'obbligo per queste ultime di iscriversi alla Camera di Commercio, adempiendo così agli obblighi fiscali.
Secondo uno degli entusiasti promotori della nuova normativa: Pierpaolo Vargiu, deputato di Scelta Civica, la nuova legislazione dovrebbe ridurre la clandestinità e lo sfruttamento della prostituzione da parte di trafficanti e prosseneti.
Ma è davvero così? Cos'è accaduto all'estero? L'obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio  verrà rispettato?
In Austria, nell’aprile 2007, erano registrate 1352 prostitute e 21 prostituti, ma il numero di donne che praticavano rapporti mercenari era stimato tra i 3500  ] e i 6 000. Dunque la prostituzione irregolare è diffusissima.
Ad Amsterdam delle 2000 ragazze esposte in vetrina solo 658  si sono registrate, come previsto dalla legge.  . Molte indicano come causa la percezione di un reddito troppo tenue, ciò che induce  a interrogarsi, oltre che sul costo elevato degli affitti delle stanze ove  si praticano rapporti mercenari, sulla diffusione, che, come vedremo in seguito, risulta molto ampia,  del fenomeno  del lenocinio che implica  l'estorsione, attuata dai magnaccia, della maggior parte dei guadagni delle donne che si prostituiscono; altre affermano che non si tratta di un lavoro stabile soggetto, quindi, alle norme fiscali generali, altre ancora sostengono che la prostituzione coinvolge il loro corpo e che tassarlo è inconcepibile. Infine, molte prostitute non si iscrivono alla Camera di Commercio e, dunque, sfuggono all'imposizione fiscale  per il desiderio di conservare l'anonimato. A differenza di quel che affermano i suoi sostenitori, la legalizzazione, infatti, non cancella lo stigma che circonda un'attività come la prostituzione. [Anton van Wijk et al., Kwetsbaar beroep. Een onderzoek naar de prostitutiebranche in Amsterdam (Una professione vulnerabile. Un'indagine sul settore della prostituzione ad Amsterdam), 2010, pp.33 e 38, http://www.ecpat.nl/images/13/1862.pdf ] Paradossalmente il maggior numero di prostitute  registrate e note alle autorità fiscali  è originaria dell'Europa dell'Est   e   costituisce il gruppo sottomesso al più intenso e brutale sfruttamento  da parte dei magnaccia. L'iscrizione è, in questo caso, spesso imposta dai prosseneti al fine di evitare controlli da parte della polizia. [Ibidem, p.38.] Dunque: l'evasione fiscale è elevatissima e versare  le imposte, anziché configurarsi come un indizio di regolarità  delle condizioni di lavoro,  può rivelarsi un segno di  assoggettamento alla coercizione e alla violenza.
Perché l'Italia dovrebbe sottrarsi a questo "destino"?  Trafficanti e prosseneti, proprio come accade all'estero, potrebbero indurre facilmente le prostitute ad iscriversi alle Camere di Commercio e  costringerle ad affittare a proprio nome appartamenti ove praticare rapporti mercenari, dal cui esercizio continuerebbero a trarre ingenti profitti. L'apparente regolarità della situazione dissuaderebbe la polizia dall'effettuare controlli, resi difficili anche dall'ampia disseminazione sul territorio delle case formalmente autogestite, ma effettivamente controllate dai magnaccia o clandestine.
In Spagna, secondo fonti della Comisaría General de Extranjería , la mafia gestisce ben 4000 locali dove si esercita la prostituzione, dato clamoroso riportato anche da Lydia Cacho nel suo celebre testo Schiave del potere . Nei Paesi Bassi  ogni anno vengono riciclati 18,5 miliardi di Euro. Il 10% di questo denaro deriva dal gioco d’azzardo e dallo sfruttamento della prostituzione. [Gemeente Amsterdam, Ministerie van Veiligheid en Justitie, Projectgroep Emergo, De gezamenlijke aanpak van de zware ( georganiseerde) misdaad in het hart van Amsterdam, cit., p.68] Più della metà dei coffee shop e delle vetrine dove si praticano rapporti mercenari ad Amsterdam è risultato essere di proprietà di bande criminali organizzate e di gruppi mafiosi provenienti, oltre che dall’Olanda, da Stati dell’Europa orientale, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina. E’ per questo motivo che le autorità comunali hanno deciso di procedere alla chiusura di 200 dei 480 bordelli con vista su strada della città. Anche in Germania molti locali dove si esercita la prostituzione sono gestiti da clan e organizzazioni criminali (ad Hannover come ad Amburgo, a Colonia come a Stoccarda, a Kiel come a Francoforte). 
Se all'estero la mafia è proprietaria di un considerevole numero di bordelli pubblici, non si comprende perché in Italia, dove essa è pervasiva, non possa, in modo ancora più capillare, gestire piccole "case chiuse", disseminate sul territorio e quindi difficili da individuare e da sottoporre a  controllo.
Perché, mi chiedo, ci si impegna con tanto fervore a demolire normative consolidate senza  aver precedentemente studiato con attenzione gli effetti prodotti dalle legislazioni adottate in altri Paesi, rischiando così di aggravare la condizione delle prostitute?
 
PS: Non ho affrontato in questo breve articolo altri temi cruciali sollevati dalla proposta di modifica della legge Merlin, avendoli già trattati in altri post cui  mi permetto di rinviare.
 
Sulla questione della zonizzazione:
 Sulla tassazione delle prostitute:
Sui miti legati alla regolamentazione della prostituzione:
 

 

 

 

 

 

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