Domani alla Camera dei
deputati verrà presentato un manifesto
favorevole all'abrogazione della legge Merlin e alla sua sostituzione
con una nuova normativa, sostenuta, in modo trasversale, da parlamentari appartenenti a tutti i
partiti ( dal PD al Movimento cinque stelle, da Forza Italia all' Ndc).
La nuova legislazione in
materia dovrebbe prevedere l'introduzione dello zoning, ossia l'individuazione,
effettuata dai Comuni, di aree urbane
ove concentrare e confinare l'esercizio della prostituzione di strada, la
creazione di case autogestite dalle
lucciole e l'obbligo per queste ultime di iscriversi alla Camera di Commercio,
adempiendo così agli obblighi fiscali.
Secondo uno degli entusiasti
promotori della nuova normativa: Pierpaolo Vargiu, deputato di Scelta Civica,
la nuova legislazione dovrebbe ridurre la clandestinità e lo sfruttamento della
prostituzione da parte di trafficanti e prosseneti.
Ma è davvero così? Cos'è
accaduto all'estero? L'obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio verrà rispettato?
In Austria, nell’aprile 2007, erano registrate 1352 prostitute e
21 prostituti, ma il numero di donne che praticavano rapporti mercenari era
stimato tra i 3500 ] e i 6 000.
Dunque la prostituzione irregolare è diffusissima.
Ad Amsterdam delle 2000
ragazze esposte in vetrina solo 658 si sono registrate, come previsto dalla legge. .
Molte indicano come causa
la percezione di un reddito troppo tenue, ciò che induce a interrogarsi,
oltre che sul costo elevato degli affitti delle stanze ove si praticano
rapporti mercenari, sulla diffusione, che, come vedremo in seguito, risulta
molto ampia, del fenomeno del lenocinio che implica l'estorsione,
attuata dai magnaccia, della maggior parte dei guadagni delle donne che si
prostituiscono; altre affermano che non si tratta di un lavoro stabile
soggetto, quindi, alle norme fiscali generali, altre ancora sostengono che la
prostituzione coinvolge il loro corpo e che tassarlo è inconcepibile. Infine,
molte prostitute non si iscrivono alla Camera di Commercio e, dunque, sfuggono
all'imposizione fiscale per il desiderio di conservare l'anonimato. A
differenza di quel che affermano i suoi sostenitori, la legalizzazione,
infatti, non cancella lo stigma che circonda un'attività come la prostituzione. [Anton van Wijk et al., Kwetsbaar beroep. Een
onderzoek naar de prostitutiebranche in Amsterdam (Una professione vulnerabile.
Un'indagine sul settore della prostituzione ad Amsterdam), 2010, pp.33 e 38,
http://www.ecpat.nl/images/13/1862.pdf ] Paradossalmente il maggior numero di prostitute
registrate e note alle autorità fiscali è originaria dell'Europa
dell'Est e costituisce il gruppo sottomesso al più
intenso e brutale sfruttamento da parte dei magnaccia. L'iscrizione è, in
questo caso, spesso imposta dai prosseneti al fine di evitare controlli da
parte della polizia. [Ibidem, p.38. ] Dunque:
l'evasione fiscale è elevatissima e versare le imposte, anziché
configurarsi come un indizio di regolarità delle condizioni di
lavoro, può rivelarsi un segno di assoggettamento alla coercizione
e alla violenza.
Perché l'Italia dovrebbe
sottrarsi a questo "destino"?
Trafficanti e prosseneti, proprio come accade all'estero, potrebbero
indurre facilmente le prostitute ad iscriversi alle Camere di Commercio e costringerle ad affittare a proprio nome
appartamenti ove praticare rapporti mercenari, dal cui esercizio continuerebbero
a trarre ingenti profitti. L'apparente regolarità della situazione
dissuaderebbe la polizia dall'effettuare controlli, resi difficili anche
dall'ampia disseminazione sul territorio delle case formalmente autogestite, ma
effettivamente controllate dai magnaccia o clandestine.
In
Spagna, secondo fonti della Comisaría General de Extranjería , la mafia gestisce ben 4000 locali dove si esercita la prostituzione, dato
clamoroso riportato anche da Lydia Cacho nel suo celebre testo Schiave del
potere . Nei Paesi Bassi ogni anno vengono riciclati 18,5 miliardi di
Euro. Il 10% di questo denaro deriva dal gioco d’azzardo e dallo sfruttamento
della prostituzione. [Gemeente Amsterdam, Ministerie van Veiligheid en
Justitie, Projectgroep Emergo, De gezamenlijke aanpak van de zware (
georganiseerde) misdaad in het hart van Amsterdam, cit., p.68] Più della metà
dei coffee shop e delle vetrine dove si praticano rapporti mercenari ad
Amsterdam è risultato essere di proprietà di bande criminali organizzate e di
gruppi mafiosi provenienti, oltre che dall’Olanda, da Stati dell’Europa
orientale, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina. E’ per questo motivo che le autorità comunali hanno deciso di procedere alla chiusura di
200 dei 480 bordelli con vista su strada della città. Anche in Germania molti locali dove si esercita la prostituzione sono gestiti da clan e organizzazioni criminali (ad
Hannover come ad Amburgo, a Colonia come a Stoccarda, a Kiel come a
Francoforte).
Se
all'estero la mafia è proprietaria di un considerevole numero di bordelli
pubblici, non si comprende perché in Italia, dove essa è pervasiva, non possa,
in modo ancora più capillare, gestire piccole "case chiuse", disseminate
sul territorio e quindi difficili da individuare e da sottoporre a controllo.
Perché, mi chiedo, ci si
impegna con tanto fervore a demolire normative consolidate senza aver precedentemente studiato con attenzione
gli effetti prodotti dalle legislazioni adottate in altri Paesi, rischiando
così di aggravare la condizione delle prostitute?
PS: Non ho affrontato in
questo breve articolo altri temi cruciali sollevati dalla proposta di modifica
della legge Merlin, avendoli già trattati in altri post cui mi permetto di rinviare.
Sulla questione della
zonizzazione:
Sulla tassazione delle prostitute:
Sui miti legati alla
regolamentazione della prostituzione:
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