mercoledì 27 febbraio 2019

Condannato il proprietario del celebre bordello "Paradise" nei pressi di Stoccarda



 
Jürgen Rudloff, proprietario del "Paradise", famoso bordello nei pressi di Stoccarda, è stato condannato per tratta, sfruttamento della prostituzione e frode a cinque anni di reclusione e al pagamento di una sanzione di un milione e trecento mila di euro. Al capo del marketing del Paradise è stata inflitta una pena di tre anni e tre mesi di carcere. 
Il 30 novembre 2014 quasi 1.000 poliziotti fecero irruzione nei bordelli di Rudloff: il Paradise di Leinfelden-Echterdingen nei pressi di Stoccarda e le "sedi decentrate" di Graz, in Austria, di Francoforte sul Meno e di Saarbrücken.
Come accertato dal tribunale di Stoccarda, le donne nei bordelli di Jürgen Rudloff erano costrette a prostituirsi, sfruttate e picchiate. Sul loro corpo era impresso, come un marchio da schiave, il nome del loro prosseneta. Chi si ribellava veniva pesantemente minacciata e picchiata. Il controllo all'interno dei locali era brutalmente esercitato dai rockers degli Hells Angels  e degli United Tribuns.
Infine, Jürgen Rudloff e il suo consulente fiscale sono ritenuti responsabili di una frode milionaria a danni di   istituti di credito ed "investitori", fra i quali l'ex manager di Michael Schumacher: Willi Weber.

 

Questo caso dovrebbe dissuaderci dall'adottare il modello tedesco. Cosa potrebbe accadere, infatti, nel nostro Paese, caratterizzato dalla presenza capillare e pervasiva di varie organizzazioni mafiose, sicuramente interessate ad entrare nel business delle "case chiuse"?

Dovrebbe inoltre farci comprendere che la regolamentazione della prostituzione non riduce lo sfruttamento, la tratta e la condizione di subordinazione di chi la esercita, non ne accresce la sicurezza e non comporta una riduzione della criminalità organizzata. Al contrario!



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