Ieri, l'Assemblea Nazionale francese ha adottato in
seconda lettura la proposta di legge che sopprime anche il reato di adescamento
passivo che sanzionava le prostitute.
L'Assemblea Nazionale ha
votato di nuovo a favore della penalizzazione dei clienti delle prostitute. La
proposta di legge di irrobustimento della lotta contro la prostituzione è stata
adottata in seconda lettura. Nell'emiciclo, i deputati socialisti e il Fronte
di Sinistra (Front de Gauche) hanno votato a favore della proposta di legge,
gli ecologisti contro. I Repubblicani (ex- UMP, il partito di Sarkozy), da
parte loro, si sono astenuti.
Questo testo sopprime fra
l'altro il reato di adescamento passivo, introdotto nel 2003 da Nicolas Sarkozy
e contestato da tutte le associazioni operanti sul campo.
La proposta di legge prevede
di sanzionare l'acquisto di rapporti sessuali con una contravvenzione dell'importo di 1500 euro, ma contempla anche
la creazione di un percorso di uscita dalla prostituzione e misure di
accompagnamento sociale. Altre priorità del testo: l'irrobustimento della lotta
contro lo sfruttamento della prostituzione e l'adozione di una politica di
prevenzione rivolta ai giovani. I deputati non hanno modificato molto gli
articoli, ma hanno soppresso la prevista istituzione di un blocco
amministrativo dei siti che consentono di accedere all'acquisto di rapporti
sessuali [n.d.t. i siti delle agenzie di escort o che propongono annunci relativi
alla prostituzione]. Il governo, rappresentato dalla Segretaria di Stato per i
Diritti delle Donne Pascale Boistard, ha sostenuto l'emendamento di Sergio
Coronado (Europa Ecologia- i Verdi), mirante alla soppressione di questo
articolo, ritenendo necessario valutare con maggiore ponderazione il
dispositivo del blocco, già in atto in materia di lotta al terrorismo e alla
pedopornografia.
Il dereferenziamento per via
amministrativa di questi siti è stato inoltre giudicato finanziariamente
insostenibile dal presidente della commissione delle finanze Gilles Carrez dei
Repubblicani.
Inoltre, la durata del
permesso provvisorio di soggiorno che potrà essere rilasciato alle donne
straniere impegnate in un percorso di uscita dalla prostituzione è stato
nuovamente ridotto da un anno a sei mesi, per non incoraggiare le reti di
trafficanti a sfruttare tali permessi.
Ora il provvedimento torna al Senato.
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