sabato 7 febbraio 2015

Quando osserviamo i danni psicologici che ciascuna di noi ha subito



Jade, ex prostituta, si è costituita parte civile nel processo detto di Carlton de Lille, nel quale è imputato Dominique Strauss Kahn [accusato di sfruttamento della prostituzione]. Mentre si svolge la seconda udienza del procedimento penale, Jade affida la sua sconvolgente testimonianza ai microfoni di BFMTV, dopo essere stata sentita martedì come teste dal tribunale.
 
Il discorso è fluido, il tono sicuro. Jade, una delle quattro ex-prostitute che si sono costituite parti civili nel processo detto di Carlton de Lille, ha l'eloquio di una donna colta: parla, infatti, tre lingue. Mentre si svolge la seconda udienza del procedimento penale, Jade affida la sua sconvolgente testimonianza ai microfoni di BFMTV, dopo essere stata sentita martedì come teste dal tribunale.
Jade ha incontrato René Kojfer, l'ex addetto stampa dell'Hotel Carlton de Lille, personaggio centrale del caso, secondo l'accusa, in uno dei club belgi di Dominique Alderweireld, soprannominato "Dodo La Saumure". E' René Kojfer a proporle appuntamenti a pagamento a Lille, in uno stabile che consente di accedere ad un appartamento alle dipendenze dell'hotel Carlton, dove incontra gli altri protagonisti del processo.
 
Sapevano che l'appuntamento era con un personaggio famoso.
" Sapevano che l'appuntamento era con un personaggio famoso" - racconta a BFMTV-  "Io no. Non mi avevano avvertito. Non mi hanno consentito di scegliere e sono stata coinvolta in una storia sul cui dipanarsi non ho esercitato alcun controllo" - si lamenta. "C'è gente che si è arricchita a mie spese. E' difficile accettare che tutto ciò debba essere taciuto, che debba essere occultato".
Se Jade si è costituita parte civile, è per liberarsi di questo pesante fardello. "Voglio che le cose si sappiano" spiega a BFMTV. "Spero di chiudere questa pagina dopo il processo".
 
Quando osserviamo i danni psicologici che ciascuna di noi ha subito
Oggi si sente pronta ad affrontare gli imputati. "Ne usciremo più forti [ n.d.t. Sono quattro le ex prostitute che si sono costituite parti civili in questo processo]. Dimostreremo che non valiamo meno di loro. Che non siamo peggiori di loro. Che non siamo sporche" aggiunge.
"Qualche imputato guardava con sguardo penetrante le parti civili, ma noi quattro abbiamo cercato di restare unite" dice, voltata di spalle, travisando le sembianze con una parrucca. "Ci siamo incontrate per la prima volta alla vigilia del processo. Non ci conoscevamo. Abbiamo tutte percorsi di vita diversi. Quando osserviamo i danni psicologici che ciascuna di noi ha subito, vediamo che c'è qualcosa che ci accomuna: la vergogna, la tristezza e, in un certo senso, il dispiacere per aver dovuto affrontare tutto ciò".
Jade racconta il dolore che ha sofferto nell'esercizio della prostituzione, - piaccia o no saperlo ai "343 maiali" e a tutti coloro che sono favorevoli alla prostituzione - alla cui pratica è stata costretta dalla necessità di sfamare i  figli.
 
C'è sempre un profumo che   fa venire in mente un cliente violento
"Oggi, nel corso dell'udienza, qualcuno ha distinto la prostituzione pulita da quella sporca", riprende Jade. "Detto fra noi: questo signore non ha capito un bel niente. Perché pagare per un rapporto sessuale significa infliggere dolore. E puoi pure fare 15, 20 docce al giorno. Non riesci comunque ad eliminare quel che ti capita. Anche dopo anni, c'è sempre un motivo musicale, un profumo o qualsiasi altra cosa che fa venire in mente un cliente violento o un giovane uomo che ci usa come fossimo bambole gonfiabili" aggiunge con voce tremante. "Penso che alcuni di loro credano che tutto può essere comprato, che tutto è loro dovuto".
E' grazie all'associazione Le Nid, che dà sostegno alle prostitute, che Jade ha potuto reinserirsi e rifarsi una vita.    
 
 

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