Jade, ex prostituta, si è costituita parte civile nel processo
detto di Carlton de Lille, nel quale è imputato Dominique Strauss Kahn [accusato
di sfruttamento della prostituzione]. Mentre si svolge la seconda udienza del
procedimento penale, Jade affida la sua sconvolgente testimonianza ai microfoni
di BFMTV, dopo essere stata sentita martedì come teste dal tribunale.
Il discorso è fluido, il tono
sicuro. Jade, una delle quattro ex-prostitute che si sono costituite parti
civili nel processo detto di Carlton de Lille, ha l'eloquio di una donna colta:
parla, infatti, tre lingue. Mentre si svolge la seconda udienza del
procedimento penale, Jade affida la sua sconvolgente testimonianza ai microfoni
di BFMTV, dopo essere stata sentita martedì come teste dal tribunale.
Jade ha incontrato René
Kojfer, l'ex addetto stampa dell'Hotel Carlton de Lille, personaggio centrale
del caso, secondo l'accusa, in uno dei club belgi di Dominique Alderweireld, soprannominato
"Dodo La Saumure". E' René Kojfer a proporle appuntamenti a pagamento
a Lille, in uno stabile che consente di accedere ad un appartamento alle
dipendenze dell'hotel Carlton, dove incontra gli altri protagonisti del
processo.
Sapevano che l'appuntamento era con un
personaggio famoso.
" Sapevano che l'appuntamento era con un
personaggio famoso" - racconta a BFMTV- "Io no. Non mi avevano avvertito. Non mi
hanno consentito di scegliere e sono stata coinvolta in una storia sul cui
dipanarsi non ho esercitato alcun controllo" - si lamenta. "C'è gente
che si è arricchita a mie spese. E' difficile accettare che tutto ciò debba
essere taciuto, che debba essere occultato".
Se Jade si è costituita parte civile, è per liberarsi
di questo pesante fardello. "Voglio che le cose si sappiano" spiega a
BFMTV. "Spero di chiudere questa pagina dopo il processo".
Quando osserviamo i danni psicologici che ciascuna di
noi ha subito
Oggi si sente pronta ad affrontare gli imputati.
"Ne usciremo più forti [ n.d.t. Sono quattro le ex prostitute che si sono
costituite parti civili in questo processo]. Dimostreremo che non valiamo meno
di loro. Che non siamo peggiori di loro. Che non siamo sporche" aggiunge.
"Qualche imputato guardava con sguardo penetrante
le parti civili, ma noi quattro abbiamo cercato di restare unite" dice,
voltata di spalle, travisando le sembianze con una parrucca. "Ci siamo
incontrate per la prima volta alla vigilia del processo. Non ci conoscevamo.
Abbiamo tutte percorsi di vita diversi. Quando osserviamo i danni psicologici
che ciascuna di noi ha subito, vediamo che c'è qualcosa che ci accomuna: la
vergogna, la tristezza e, in un certo senso, il dispiacere per aver dovuto affrontare
tutto ciò".
Jade racconta il dolore che ha sofferto nell'esercizio
della prostituzione, - piaccia o no saperlo ai "343 maiali" e a tutti
coloro che sono favorevoli alla prostituzione - alla cui pratica è stata
costretta dalla necessità di sfamare i figli.
C'è sempre un profumo che fa
venire in mente un cliente violento
"Oggi, nel corso dell'udienza, qualcuno ha
distinto la prostituzione pulita da quella sporca", riprende Jade.
"Detto fra noi: questo signore non ha capito un bel niente. Perché pagare
per un rapporto sessuale significa infliggere dolore. E puoi pure fare 15, 20
docce al giorno. Non riesci comunque ad eliminare quel che ti capita. Anche
dopo anni, c'è sempre un motivo musicale, un profumo o qualsiasi altra cosa che
fa venire in mente un cliente violento o un giovane uomo che ci usa come
fossimo bambole gonfiabili" aggiunge con voce tremante. "Penso che
alcuni di loro credano che tutto può essere comprato, che tutto è loro
dovuto".
E' grazie all'associazione Le Nid, che dà sostegno
alle prostitute, che Jade ha potuto reinserirsi e rifarsi una vita.
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