giovedì 8 gennaio 2015

Brave persone




Gérard Biard




Nell'esprimere la sua ansia e la sua collera per l'attentato al settimanale Charlie Hebdo, Igiaba Scego scrive:
"Questo attentato non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, atei e così via. Siamo in tanti e conviviamo. Certo il continente zoppica, la crisi è dura, ma siamo insieme ed è questo che conta. I killer professionisti e ben addestrati che hanno colpito Charlie Hebdo vogliono il caos. Vogliono un’Europa piena di paura, dove il cittadino sia nemico del suo prossimo. E in questo vanno a braccetto con l’estrema destra xenofoba. Tra nazisti si capiscono. Di fatto vogliono isolare i musulmani dal resto degli europei. Vogliono vederci soli e vulnerabili. Vogliono distruggere la convivenza che stiamo faticosamente costruendo insieme.
 [..] Chi ha ucciso sa che si scatenerà l’odio. Ora dovremmo non cascare in questa trappola. Ribadire quello che siamo: democratici. Ha ragione la scrittrice Helena Janeczek quando dice che liberté, égalité, fraternité è ancora il motto migliore per vincere la battaglia. E i musulmani europei ribadendo il “Not in my name” potranno essere l’asso nella manica della partita. L’Europa potrà fermare la barbarie solo se i suoi cittadini saranno uniti in quest’ora difficile".
Sono d'accordo con lei.
Nell'esprimere, per quanto poco conti, il mio cordoglio per le vittime dell'attentato e sperando che il settimanale possa proseguire le pubblicazioni, voglio proporvi la traduzione di una serie di articoli sulla prostituzione di Gérard Biard, caporedattore di Charlie Hebdo, portavoce di Zéro Macho e convinto abolizionista.
Qui la traduzione del primo articolo:
 
Non c'è ancora l'annuncio ufficiale, ma ci siamo quasi. Nell'attesa di seppellire definitivamente la legge sulla prostituzione votata in dicembre dall'Assemblea Nazionale, i Senatori le hanno dato un primo colpo di badile, svuotandola di senso. La settimana scorsa la commissione legislativa del Senato ha soppresso uno dei pilastri del testo: la responsabilizzazione penale dei clienti.
Non sia mai! Il consumatore di prostitute non deve assolutamente essere considerato il complice oggettivo di un sistema criminale, un compratore di carne umana nelle sedi della grande distribuzione delle reti di sfruttamento della prostituzione o sui banchi dei piccoli negozi del prossenetismo. Deve rimanere quella brava persona un po' timida che vive il sesso nell'unico modo possibile o quel libertino disinibito che incarna, a seconda dei casi, la virilità francese o la Repubblica dei Lumi.
Prendiamo un esempio concreto, tratto dall'attualità. Un fatto di cronaca riportato da Le Parisien: il 26 giugno i poliziotti della Brigata addetta alla repressione dello sfruttamento della prostituzione hanno arrestato tre uomini a Seine-et-Marne per aver sequestrato due giovani fuggiasche, una di 14 anni, l'altra di 16 e per averle costrette a prostituirsi. "Per cinque giorni nell'hotel di Torcy nel quale erano segregate le due ragazzine si sono avvicendati una quarantina di clienti - racconta uno sbirro. - Le due adolescenti erano costantemente controllate dai tre sfruttatori".
Sul ventre di queste due ragazze si sono dunque alternate quaranta "brave persone". Quaranta. E nessuno ha notato che si trattava di adolescenti minorenni, nessuno ha prestato attenzione alla presenza dei loro carcerieri, nessuno si è accorto che le ragazze non avevano assolutamente voglia di stare lì e di fare quel che stavano facendo. Nessuno si è posto la benché minima domanda.  [Questi clienti] dovevano essere proprio concentrati sul lavoro che stavano svolgendo.
Gli ospiti del Palazzo del Lussemburgo (n.d.t: la sede del Senato francese) hanno ragione: i clienti della prostituzione non devono essere assolutamente infastiditi. Al contrario: devono essere risparmiati, perché sembrano affetti da una grave patologia comportamentale. Il cliente non legge i giornali, non guarda la TV, non ascolta la radio e in rete consulta soltanto i siti di escort.  Quando esce, cammina con il paraocchi fissandosi le scarpe ed è solo quando i suoi piedi incrociano un paio di scarpe con il tacco alto che alza un po' la testa per vedere cosa compra. Poi torna a guardarsi i piedi. Di conseguenza, il cliente non sa che esistono delle reti di trafficanti di schiave, delle reti di magnaccia che controllano la stragrande maggioranza del mercato dove va a fare i suoi acquisti sessuali.
Quindi, quando si fa fare un pompino in auto sui viali parigini, pensa sinceramente che la ragazzina di 40 Kg con le  braccia piene di buchi  che gli offre questo menu "servizio completo" sia lì di sua spontanea volontà, per libera scelta, pensa che avrebbe potuto studiare medicina, ma che ha preferito fare il più rapidamente possibile il suo ingresso nel mercato del lavoro. Quando ordina una Natacha in rete,  se non assomiglia affatto alla Natacha che aveva ordinato la settimana prima sullo stesso sito, si dice che è colpa della memoria che gli sta giocando brutti scherzi. E la settimana dopo, quando richiederà Natacha e questa non assomiglierà per niente alle altre due, andrà a comprarsi delle pillole di fosforo.
Torniamo seri. In realtà, il cliente della prostituzione se ne frega altamente della persona coricata sotto di lui. Quaranta volte su quaranta, come mostra il fatto di cronaca accaduto a Tourcy. Non se ne preoccupa, perché il sistema prostituzionale, che si fonda sul millenario principio  che vuole che la donna sia a disposizione sessuale dell'uomo, è fatto per lui. Non si può quindi pretendere di voler lottare contro un sistema che tutti sono concordi nel considerare in gran parte criminale ed escludere dalle norme di legge il suo principale attore, esonerandolo dalle proprie responsabilità.   

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