Gérard Biard
Nell'esprimere la sua ansia e la sua collera per
l'attentato al settimanale Charlie Hebdo, Igiaba Scego scrive:
"Questo attentato non è
solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori
democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini ebrei,
cristiani, musulmani, buddisti, atei e così via. Siamo in tanti e conviviamo.
Certo il continente zoppica, la crisi è dura, ma siamo insieme ed è questo che
conta. I killer professionisti e ben addestrati che hanno colpito Charlie Hebdo
vogliono il caos. Vogliono un’Europa piena di paura, dove il cittadino sia
nemico del suo prossimo. E in questo vanno a braccetto con l’estrema destra
xenofoba. Tra nazisti si capiscono. Di fatto vogliono isolare i musulmani dal
resto degli europei. Vogliono vederci soli e vulnerabili. Vogliono distruggere
la convivenza che stiamo faticosamente costruendo insieme.
[..] Chi ha ucciso sa che si scatenerà l’odio.
Ora dovremmo non cascare in questa trappola. Ribadire quello che siamo:
democratici. Ha ragione la scrittrice Helena Janeczek quando dice che liberté, égalité, fraternité è ancora il motto migliore
per vincere la battaglia. E i musulmani europei ribadendo il “Not in my name”
potranno essere l’asso nella manica della partita. L’Europa potrà fermare la
barbarie solo se i suoi cittadini saranno uniti in quest’ora difficile".
Sono d'accordo con lei.
Nell'esprimere, per quanto poco conti, il
mio cordoglio per le vittime dell'attentato e sperando che il settimanale possa
proseguire le pubblicazioni, voglio proporvi la traduzione di una serie di
articoli sulla prostituzione di Gérard Biard, caporedattore di Charlie Hebdo,
portavoce di Zéro Macho e convinto abolizionista.
Qui la traduzione del primo articolo:
Non c'è ancora l'annuncio
ufficiale, ma ci siamo quasi. Nell'attesa di seppellire definitivamente la
legge sulla prostituzione votata in dicembre dall'Assemblea Nazionale, i
Senatori le hanno dato un primo colpo di badile, svuotandola di senso. La
settimana scorsa la commissione legislativa del Senato ha soppresso uno dei
pilastri del testo: la responsabilizzazione penale dei clienti.
Non sia mai! Il consumatore
di prostitute non deve assolutamente essere considerato il complice oggettivo
di un sistema criminale, un compratore di carne umana nelle sedi della grande
distribuzione delle reti di sfruttamento della prostituzione o sui banchi dei
piccoli negozi del prossenetismo. Deve rimanere quella brava persona un po'
timida che vive il sesso nell'unico modo possibile o quel libertino disinibito
che incarna, a seconda dei casi, la virilità francese o la Repubblica dei Lumi.
Prendiamo un esempio
concreto, tratto dall'attualità. Un fatto di cronaca riportato da Le Parisien: il 26 giugno i poliziotti
della Brigata addetta alla repressione dello sfruttamento della prostituzione
hanno arrestato tre uomini a Seine-et-Marne per aver sequestrato due giovani fuggiasche,
una di 14 anni, l'altra di 16 e per averle costrette a prostituirsi. "Per cinque giorni nell'hotel di Torcy nel
quale erano segregate le due ragazzine si sono avvicendati una quarantina di
clienti - racconta uno sbirro. - Le
due adolescenti erano costantemente controllate dai tre sfruttatori".
Sul ventre di queste due
ragazze si sono dunque alternate quaranta "brave persone". Quaranta. E
nessuno ha notato che si trattava di adolescenti minorenni, nessuno ha prestato
attenzione alla presenza dei loro carcerieri, nessuno si è accorto che le
ragazze non avevano assolutamente voglia di stare lì e di fare quel che stavano
facendo. Nessuno si è posto la benché minima domanda. [Questi clienti] dovevano essere proprio
concentrati sul lavoro che stavano svolgendo.
Gli ospiti del Palazzo del
Lussemburgo (n.d.t: la sede del Senato francese) hanno ragione: i clienti della
prostituzione non devono essere assolutamente infastiditi. Al contrario: devono
essere risparmiati, perché sembrano affetti da una grave patologia
comportamentale. Il cliente non legge i giornali, non guarda la TV, non ascolta
la radio e in rete consulta soltanto i siti di escort. Quando esce, cammina con il paraocchi fissandosi
le scarpe ed è solo quando i suoi piedi incrociano un paio di scarpe con il
tacco alto che alza un po' la testa per vedere cosa compra. Poi torna a guardarsi
i piedi. Di conseguenza, il cliente non sa che esistono delle reti di
trafficanti di schiave, delle reti di magnaccia che controllano la stragrande
maggioranza del mercato dove va a fare i suoi acquisti sessuali.
Quindi, quando si fa fare un
pompino in auto sui viali parigini, pensa sinceramente che la ragazzina di 40
Kg con le braccia piene di buchi che
gli offre questo menu "servizio completo" sia lì di sua spontanea
volontà, per libera scelta, pensa che avrebbe potuto studiare medicina, ma che
ha preferito fare il più rapidamente possibile il suo ingresso nel mercato del
lavoro. Quando ordina una Natacha in rete, se non assomiglia affatto alla Natacha che aveva
ordinato la settimana prima sullo stesso sito, si dice che è colpa della
memoria che gli sta giocando brutti scherzi. E la settimana dopo, quando
richiederà Natacha e questa non assomiglierà per niente alle altre due, andrà a
comprarsi delle pillole di fosforo.
Torniamo seri. In realtà, il
cliente della prostituzione se ne frega altamente della persona coricata sotto
di lui. Quaranta volte su quaranta, come mostra il fatto di cronaca accaduto a
Tourcy. Non se ne preoccupa, perché il sistema prostituzionale, che si fonda
sul millenario principio che vuole che
la donna sia a disposizione sessuale dell'uomo, è fatto per lui. Non si può
quindi pretendere di voler lottare contro un sistema che tutti sono concordi
nel considerare in gran parte criminale ed escludere dalle norme di legge il
suo principale attore, esonerandolo dalle proprie responsabilità.
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