venerdì 19 dicembre 2014

Utilizzatori finali


"Hanno trovato delle schiave, ecco cosa fa felici questi uomini. Hanno delle schiave di cui abusare sessualmente e da usare come merce di scambio con altri uomini, per trasformare violenze, sofferenze e abusi in soldi. Hanno costruito un inferno dove possono degradare fisicamente e psicologicamente le loro donne. Per loro questo inferno è un paradiso".
 
Con queste parole Riccardo Iacona, nel libro Utilizzatori finali, si riferisce ai turisti italiani che si recano e talora si trasferiscono temporaneamente o definitivamente a Pattaya, in Thailandia, allo scopo precipuo di appropriarsi, esborsando pochi euro, del corpo di giovani prostitute, tutt'altro che libere,  cui a volte si fidanzano o si sposano, cogliendo l'occasione per sfruttarle come merci sessuali e per trattarle da serve.
 
Se va a battere [la mia specie di fidanzata] almeno non rompe i coglioni a me! Le ho detto, vai a battere così fai anche due soldi, che qui non bastano mai", racconta un barista.
"Ma perché - interviene un  suo amico - che te pensi che io mi moglie nun ce la mando? [...] Io ce la mando proprio, glie l'ho detto proprio l'altro giorno: a bella, 'sto mese non ce so' soldi, vai a fa du marchette, va', che così arrotondiamo!"
 
"Loro sono al tuo servizio e tu sei al centro" - ammette un altro.
 
Neocolonizzatori maschilisti che occupano corpi sui quali esercitano l'immenso potere che deriva loro dall'enorme disparità economica che sussiste fra Italiani e ragazze Thailandesi, spesso indotte alla prostituzione dai familiari. Giovani donne che si addormentano all'alba, accucciandosi come cagnolini sotto i banconi dei bar dove hanno praticato rapporti mercenari per tutta la notte, spesso sostenendo il ritmo e  il dolore con il consumo e l'abuso di anfetamine. Non si possono permettere un letto d'albergo, dovendo consegnare ai genitori tutto il denaro guadagnato, quello, almeno,  che eccede l'estorsione effettuata dai papponi, i quali non esitano a riempirle di botte se  valutano gli introiti inferiori al previsto.
L'immane sofferenza che questa infernale città del sesso produce, osserva Iacona, i clienti neanche la percepiscono. Come potrebbero, del resto, se concepiscono le donne come prodotti da consumare, ciò che rende legittimo qualsiasi comportamento?
La sezione consacrata ai clienti è la più convincente del libro. Dalla sua lettura affiora il disprezzo  e l'insensibilità che questi uomini nutrono nei confronti di donne da usare e gettare ("Io sono stato almeno con un migliaio di troie"), ragazze ridotte a sineddoche, con il frequente ricorso al termine  "figa".
I clienti italiani delle prostitute sono uomini appartenenti a tutte le professioni: operai, impiegati, poliziotti, professionisti, sacerdoti, medici, giornalisti, politici e possiedono in genere un elevato grado di istruzione. Almeno il 50% di loro è sposato, molti sono fidanzati ed alcuni, addirittura, organizzano la cerimonia nuziale nel momento stesso in cui prenotano un viaggio turistico sessuale, da intraprendere eventualmente con amici conosciuti su Gnoccatravels e seguendo le indicazioni di questo sito, che vanta un milione di contatti al mese ed è gestito da un libero professionista e dal dirigente di un'importante azienda.
Che le donne-merci da consumare siano minorenni o maggiorenni per molti di loro è assolutamente indifferente, come attestano i numerosi e facoltosi clienti delle ragazzine romane che qualche mese fa praticavano rapporti mercenari in un appartamento del Parioli e quelli che contattano al telefono o inviano messaggi ad Elena Stramentinoli, la collaboratrice di Iacona che si finge prostituta minorenne.
Il motivo che induce molti uomini a prediligere i rapporti mercenari con le ragazzine è correttamente individuato da Iacona  e trova conferma in parecchi studi internazionali: si tratta dell'aspirazione ad esercitare un ferreo ed incontrastato dominio sulle donne, un desiderio che può dispiegarsi più facilmente su quelle particolarmente giovani.  
La seconda parte del libro è invece una rapida escursione nel mondo della sessualità adolescenziale, a partire dalla massiccia esposizione anche involontaria dell'80% dei bambini e delle bambine che navigano in rete  (dati tratti da uno studio effettuato da ricercatori della London School of Economics) ai contenuti pornografici, i quali forniscono ai fruitori un copione povero, cristallizzato e predeterminato, prescrivendo le pratiche cui conformarsi. Per l'autore del libro e per il ginecologo Roberto Todella, intervistato da Liza Boschin, collaboratrice di Riccardo Iacona, il porno si configura come una parodia della sessualità per la focalizzazione enfatica e parossistica sulla qualità della performance e per la forclusione della componente affettiva ed emotiva (carezze, abbracci, parole), che sfocia nella reificazione della partner e nella riduzione del sesso a prodotto di consumo.
Dal rapido affresco delle pratiche adolescenziali dipinto nel libro si evince la frequenza dei rapporti mercenari esercitati nelle scuole secondarie di secondo grado. Circa il 15% dei 3500 studenti e studentesse che hanno risposto ad un sondaggio realizzato dal sito Skuola.net afferma di essere a conoscenza di compagne che si prostituiscono e quasi il 30% dei ragazzi ammette di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con ragazze del proprio istituto. Non si tratta, ovviamente, di un sondaggio condotto secondo rigorosi criteri scientifici; tuttavia il campione analizzato è consistente, sicché sarebbe imprudente sottovalutarne la portata.
Colpisce poi il fatto che per molte adolescenti il sesso non si configuri affatto come appagamento delle proprie istanze di godimento, bensì come assoggettamento ai desideri maschili. Permane, quindi, e forse si estende la pratica della sessualità femminile al servizio del piacere del partner.
 
E poi queste ragazzine sono abituate a subire la volontà dei maschi [...] -osserva un'educatrice. Prova a chiedere a queste ragazze se hanno mai provato un orgasmo. La maggioranza ti risponde di no. Loro non rivendicano nemmeno il piacere dell'atto sessuale".
 
A differenza dell'educatrice intervistata e degli autori del libro (Riccardo Iacona con Liza Boschin, Federico Ruffo ed Elena Stramentinoli) nutro dubbi, però, sul fatto che questa modalità di relazione sia una prerogativa delle adolescenti o che la vita sessuale di quasi tutte le donne adulte risulti appagante.
Sono stati pubblicati l'altro ieri gli sconfortanti risultati di un'indagine realizzata dall'istituto demoscopico  IFOP sulla sessualità delle francesi : il 33% delle 1066 donne intervistate non ha raggiunto l'orgasmo nel corso dell'ultimo rapporto sessuale a fronte del 6% dei partner. Solo il 60% delle donne provano frequentemente piacere con il proprio compagno, il 27% qualche volta o di rado (8%) e il 5% mai.  E' vero, però, che a non aver mai raggiunto l'orgasmo sono soprattutto le ragazze di età inferiore ai 25 anni (16%) e le giovani donne di età compresa fra i 25 ei 34 anni (14%).  Solo il 56% delle prime, peraltro, ha provato spesso un orgasmo con il proprio partner, una percentuale che si avvicina a quella delle donne mature  e di quelle della terza età (dai 50 ai 64anni = 55%, e dai 65 anni in su = 57%) E' da rilevare, tuttavia, come la percentuale più elevata di totale appagamento sessuale femminile non superi il 63%. Potremmo pertanto affermare, in sostanza, che l'insoddisfazione risulta maggiormente diffusa fra le adolescenti e le giovani donne, ma non riguarda soltanto loro. L'IFOP individua la ragione di questa assenza femminile di piacere nella perdurante connotazione fallocentrica della sessualità. Un sondaggio simile realizzato in Italia non approderebbe, probabilmente, a conclusioni diverse.
Nel nostro Paese come altrove, a mio parere, due etiche opposte, tutt'altro che liberatorie, egemonizzano il campo della sessualità femminile: quella repressiva cattolica in declino tuttavia da tempo, quanto meno fra le giovani generazioni, e quella rappresentata dall'ingiunzione alla pratica sessuale,  intesa anche come forma di riconoscimento sociale, indipendentemente dal piacere che se ne trae. Questo si desume, in parte, anche dal fatto che alla domanda del sondaggio realizzato da Skuola.net: "E' vero che più si ha esperienza con ragazzi/e più si è popolari?" il 38,1% di 3500 studenti e studentesse  abbia risposto affermativamente.
Su questi temi e, in particolare, sul significato assunto dalla "liberazione sessuale" ritengo si debba tornare a riflettere.
E' urgente, inoltre, che si introducano nelle scuole corsi di educazione affettiva e sessuale. Un esempio, riportato in Utilizzatori finali, è rappresentato dal progetto realizzato nei Paesi Bassi dagli operatori dell'associazione Rutgers Wpf. Da quando esiste, l'Olanda è diventata uno degli Stati con il più basso tasso di gravidanze e di malattie sessualmente trasmissibili al mondo durante l'adolescenza e anche uno di quelli con il più elevato tasso di uso del condom (il 75%) durante il primo rapporto, che avviene, in media, molto più tardi che altrove in Europa (dopo i 17 anni).
Disapprovo, infine, la decisione di inserire  nel testo, in appendice, la trascrizione dell'interrogatorio delle due minorenni romane che si prostituivano, la cui vicenda è stata trattata  piuttosto morbosamente  dai quotidiani dei mesi scorsi e  quello della  madre di una delle due.
Per il resto, l'inchiesta giornalistica di Riccardo Iacona e dei suoi collaboratori è pregevole ed offre ai lettori molti interessanti spunti di riflessione.
Vi consiglio pertanto di leggerla.

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