Prostituzione, depressione e ideazione
suicidaria
"Avrei voluto buttarmi dal quattordicesimo piano.
Mi ha trattenuto il pensiero di mia figlia".
Le parole di Ariane
mi consentono di introdurre il tema del rapporto che intercorre tra esercizio
della prostituzione, depressione e ideazione suicidaria, argomento che
affronterò, senza alcuna pretesa di esaustività, attingendo dati e informazioni dalla
letteratura scientifica e da rapporti governativi elaborati nel corso
dell'ultimo decennio. Per non
appesantire l'articolo, non farò riferimento alle tutt'altro che rare ricerche
anteriori che confermano quel che emerge dagli studi più recenti.
La più nota indagine consacrata
alla questione, quella che cito più di frequente nei miei post, è Prostitution and Trafficking in Nine
Countries: an update on Violence and Posttraumatic Stress Disorder effettuata da Melissa Farley e dalle sue
collaboratrici e pubblicata nel Vol.2, n.3-4 del Journal of Trauma Practice nel 2003. Da essa emerge che il 68%
delle 854 prostitute residenti in 9 Stati cui è stato somministrato un apposito
questionario è risultata affetta dal disturbo post-traumatico da stress, [1]
una grave forma di disagio che si manifesta in seguito ad esperienze fortemente
traumatiche come stupri e guerre o come
la reiterazione di episodi di violenza. Le persone che ne soffrono manifestano
difficoltà di controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa o
confusione emotiva, depressione e ansia, insonnia, adozione di strategie di
evitamento. Altri sintomi, di carattere fisico, sono: dolori al torace,
capogiri, problemi gastrointestinali, emicranie, indebolimento del sistema
immunitario. L'elemento che caratterizza in modo più specifico il disturbo è
però il fatto che la vittima riviva ripetutamente l’esperienza traumatizzante
sotto forma di flashback, ricordi, incubi.
Quello di Melissa Farley e
delle sue collaboratrici non rappresenta l'unico studio che individui la
sussistenza di una significativa correlazione fra esercizio della prostituzione
e comparsa del disturbo post-traumatico da stress.
Possiamo citare la ricerca dei coreani Young-Eun
Jung, Jeong-Min Song, Jihye Chong, Ho-Jun Seo,
and Jeong-Ho Chae, dal titolo Symptoms of Posttraumatic Stress Disorder and Mental Health in Women Who
Escaped Prostitution and Helping Activists in Shelters pubblicata nel volume 49
n.3 del Yonsei Medical Journal nel 2008.
[2] A questa ricerca hanno
partecipato 103 ex prostitute che non praticavano più rapporti mercenari da
circa 8 mesi e donne appartenenti a due gruppi di controllo, uno dei quali
costituito da attiviste dei centri di supporto delle prime. Le ex prostitute
hanno riportato tassi di frequenza e di gravità dei sintomi da stress
post-traumatico decisamente più elevati rispetto alle donne appartenenti agli
altri due gruppi e in diretta correlazione con la durata del coinvolgimento
nella pratica dei rapporti mercenari.
Dalla medesima ricerca
apprendiamo che uno studio effettuato in Corea nel 2002 ha rilevato la presenza
del disturbo post-traumatico da stress nell'81% delle donne che si
prostituiscono. [3]
La presenza di questo nesso è
stata confermata anche da una ricerca condotta nello stesso Paese da Hyunjung
Choi, Carolin
Klein, Min-Sup
Shin e da Hoon-Jin
Lee e pubblicata nel 2009. Dello studio intitolato Posttraumatic
Stress Disorder (PTSD) and Disorders of Extreme Stress (DESNOS) Symptoms
Following Prostitution and Childhood Abuse,
cui hanno partecipato 46 prostitute, è disponibile gratuitamente soltanto
l'abstract, comunque chiarissimo e inequivocabile. [4]
Un'altra ricerca del 2006 individua la presenza del
disturbo nel 47% delle 72 partecipanti che esercitano la prostituzione nelle
strade di Sidney in Australia. Svolta da Amanda
Roxburgh, Louisa Degenhardt e Jan
Copeland e intitolata Posttraumatic
stress disorder among female street-based sex workers in the greater Sydney
area, Australia, essa attesta anche che la maggioranza del campione (87%)
riporta sintomi depressivi, che nel 54% dei casi risultano particolarmente
gravi. Circa tre quarti (74%) delle intervistate
riferisce di aver
pensato al suicidio e poco
meno della metà (42%) di aver
tentato di uccidersi [5]
Il disturbo post-traumatico da stress non costituisce,
infatti, l'unica grave forma di alterazione dell'umore collegata ai rapporti sessuali
a pagamento.
La pratica
della prostituzione è in sé il principale fattore negativo che incide sulla salute delle sex workers, scriveva
nel 2008 in un suo intervento ad un seminario la dottoressa Simone Egger della
Facoltà di Medicina dell'Università di Graz in Austria, Paese regolamentarista
[6]. Essa è collegata, fra l'altro, alla
depressione, oltre che all'ansia, alla dissociazione dal corpo e al senso di
disgusto nei confronti dei clienti, che induce ad un elevato consumo di alcool,
sostanze stupefacenti e psicofarmaci [7] finalizzato alla soppressione dei
sentimenti negativi e alla produzione di uno stato di anestesia, di abolizione della
sensibilità.
La rilevanza di questo documento consiste non tanto nel
contenuto, quanto nella sua condivisione sul sito del Sex Worker Forum, una Ong
pro-prostituzione, a testimonianza della consapevolezza da parte delle dirette interessate dei
pesanti effetti sulla salute che può produrre la pratica dei rapporti
mercenari.
Ancora più interessanti sono i rapporti governativi, in
particolare quelli degli Stati che hanno adottato un approccio
regolamentarista.
Lo studioso Daalder, nella relazione elaborata nel 2007 su
commissione del Ministero della Giustizia olandese, osserva come il benessere
emotivo delle prostitute si sia ridotto dal 2001 al 2006 e il loro disagio si
sia acutizzato, come attesta il più elevato consumo di sedativi. [8]
In Germania, uno studio sulla violenza contro le donne
realizzato nel 2007 dal Ministero Federale della Famiglia ha registrato in
circa la metà delle 110 prostitute intervistate la presenza di sintomi
depressivi. Un quarto di loro ha manifestato occasionali o frequenti propositi
suicidi, un terzo ansia o attacchi di panico, una prostituta su sette ha
compiuto atti di autolesionismo. Questa difficile situazione si riflette nel diffuso
consumo di droghe che interessa il 41% del campione. [9]
In Spagna, dove i bordelli sono legali, gli operatori sociali di
APRAMP hanno effettuato 60 interviste
approfondite e somministrato un questionario a 302 persone che si
prostituiscono. Dall'analisi dei risultati è emerso un considerevole consumo di
cocaina, antidepressivi, tranquillanti e inalanti iniziato nel periodo successivo all'ingresso nella
prostituzione. In particolare, 162 persone assumono cocaina e il 66% ha cominciato dopo aver dato
avvio alla pratica dei rapporti a pagamento, 66 usano tranquillanti e l'83,3%
di loro ha iniziato a farne uso dopo l'ingresso nell'industria del sesso. Lo
stesso accade per il 73,2% delle 41 consumatrici di tranquillanti. L'assunzione
di cocaina è spesso richiesta esplicitamente dal cliente. [10]
Altre rilevanti informazioni ci offre, infine, un rapporto
francese del 2010-2011 interamente consacrato allo stato di salute delle
prostitute. Sono stati somministrati questionari a 251 persone che praticano
rapporti mercenari e frequentano dodici strutture aderenti alla Fédération nationale des
associations d’accueil et de réinsertion sociale (Federazione nazionale delle associazioni
d'accoglienza e di reinserimento sociale). L'86% dei partecipanti all'indagine
è rappresentata da donne, l'11% da transgender e il 3% da uomini.
Considerato l'orario di svolgimento dell'attività, non stupisce
anzitutto che il 67% del campione dichiari di essere stato afflitto dall'insonnia
negli ultimi 8 giorni e che il 60% di questi abbia assunto sonniferi nel corso
degli ultimi 12 mesi. L'80% dei e delle partecipanti confessa di aver sofferto
talvolta o spesso di solitudine nel corso dell'ultimo anno, il 65% di
depressione e il 49% di ansia. Il 29% ha pensato almeno una volta al suicidio negli
ultimi 12 mesi. Da notare che il 12% si è rifiutato di rispondere a questa
domanda. [11]
L'interesse di questo studio risiede nel fatto che opera un raffronto
con lo stato di salute della popolazione generale, quella non coinvolta nella
prostituzione.
Apprendiamo così che il 40,3% degli uomini e il 52,4% delle
donne, rispondendo alle domande di un questionario somministrato nel corso di un'indagine del 2005 denominata Baromètre Santé, ha dichiarato di aver sofferto almeno qualche volta di insonnia,
in misura, però, tre volte meno grave del 66% di chi esercita la prostituzione.
Ha assunto sonniferi il 7% della popolazione generale contro il 31% di chi
pratica rapporti sessuali a pagamento.
L'indagine Baromètre Santé del 2010 rivela che il 4% delle donne
e il 3% degli uomini ha pensato di suicidarsi nel corso dell'ultimo anno, una
percentuale sette volte inferiore a quella delle persone che si prostituiscono.
Il 29% di queste ultime, infatti, ha concepito idee suicidarie. Non
dimentichiamo che il 12% di loro ha preferito non rispondere a questa domanda.
[12]
I dati confermano, dunque, l'esistenza di una stretta
correlazione fra l'esercizio della prostituzione e l'insorgere della
depressione e di altri gravi disturbi dell'umore.
NOTE
1. Melissa Farley and al., Prostitution
and Trafficking in Nine Countries: an update on Violence and Posttraumatic
Stress Disorder, in Journal of Trauma
Practice, vol.2, nn.3-4, 2003, pp. 34, 44, tabella p.47 http://www.prostitutionresearch.com/pdf/Prostitutionin9Countries.pdf
2. Young-Eun Jung, Jeong-Min
Song, Jihye Chong, Ho-Jun
Seo, and Jeong-Ho Chae, Symptoms of Posttraumatic Stress Disorder and Mental Health in Women Who
Escaped Prostitution and Helping Activists in Shelters, in Yonsei Medical Journal, vol.49, n.3, 2008, pp.372-382
http://www.eymj.org/DOIx.php?id=10.3349/ymj.2008.49.3.372#B55 o
http://synapse.koreamed.org/DOIx.php?id=10.3349/ymj.2008.49.3.372
3. Kim HS. Violent characteristics of prostitution and posttraumatic stress
disorder of women in prostitution [Unpublished doctoral dissertation]. Seoul:
Sung-Gong-Hoe University; 2002. Cit. da Ibidem.
4. Hyunjung Choi, Carolin Klein, Min-Sup Shin e da Hoon-Jin Lee, Posttraumatic
Stress Disorder (PTSD) and Disorders of Extreme Stress (DESNOS) Symptoms
Following Prostitution and Childhood Abuse. Abstract http://vaw.sagepub.com/content/15/8/933
5. Amanda Roxburgh, Louisa Degenhardt and Jan
Copeland, Posttraumatic
stress disorder among female street-based sex workers in the greater Sydney
area, Australia, in BioMedCentral
Psychiatry, n.6, 2006 http://www.biomedcentral.com/1471-244X/6/24
6. "Die Prostitutionstätigkeit an sich ist
der Hauptbelastungsfaktor für die Gesundheit von Sexarbeitern", Simone Egger, Sexarbeiter Seminararbeit, Medizinische
Universität Graz, mai 2008, p.5,
http://www.sexworker.at/phpBB2/download.php?id=175
7. Ibidem,
pp.8 e 9
8. A.L. Daalder, Prostitution in the
Netherlands since the lifting of the brothel ban, WODC (Wetenschappelijk Onderzoeken
Documentatiecentrum), 2007, p.71, https://english.wodc.nl/.../ob249a_fulltext_tcm45-..
9. Federal Ministry for Family
Affairs, Senior Citizens, Women and Youth, Health, Well-Being and Personal Safety of
Women in Germany, 2007, pp.23 e
25 http://www.bmfsfj.de/RedaktionBMFSFJ/Broschuerenstelle/Pdf-Anlagen/Frauenstudie-englisch-Gewalt-gegen-Frauen,property=pdf,bereich=bmfsfj,sprache=de,rwb=true.pdf
10. Comisión Mixta de los Derechos de la Mujer y de la Igualdad de
Oportunidades en las Cortes Generales, Informe
de la Ponencia sobre la prostitución en España, 2007, p.177 http://www.congreso.es/public_oficiales/L8/CORT/BOCG/A/CG_A379.PDF
11. FNARS et INVS (Institut de Veille Sanitaire), Étude
ProSanté 2010-2011, 2011, pp.64-65
12. Ibidem, p.71.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.