mercoledì 29 agosto 2018

Che la sia scelta o meno, la prostituzione e i clienti sono sempre uguali





Vi propongo questa traduzione di una donna della Nuova Zelanda tratta dal sito Nordic Model Now!


Olivia scrive dalla Nuova Zelanda dove il mercato del sesso è totalmente depenalizzato.



"Ehi tu! Se una donna sceglie di fare il lavoro sessuale, allora significa che il lavoro sessuale le dà potere e tu sei solo una delle tante  SWERF bigotte. Sì, tu!", mi dite.

Sono una di quelle donne che si dice siano qui per scelta. Nessuno mi ha costretto; certo ero minorenne quando ho fatto questa scelta, ma era pur sempre la mia "scelta", così come voi definite il termine.  E continuo a fare questa "scelta" ogni volta che mi alzo ed entro nel bordello per guadagnare soldi (vale a dire ogni volta che devo pagare l'affitto, le bollette o ho bisogno di mangiare o di soddisfare altre necessità, cioè sempre).

All'inizio pensavo che essere occupata nell'industria del sesso fosse un'idea geniale, era qualcosa che potevo fare senza qualifiche o senza esperienza, senza avere una casa o un documento d'identità. Ed era la garanzia di avere un reddito che mi consentisse di provvedere ai miei bisogni e ad altro. Le pubblicità sui giornali dei club e dei bordelli nei quali sarei stata assunta  dopo aver compiuto 18 anni garantivano che si trattava  di un lavoro  FACILE,  in cui si guadagnavano molti SOLDI e che  i clienti erano GENTILI. Pensavo di poter usare il denaro per avere più scelte in futuro, pagarmi l'università ecc. E per un po', quando ero giovane (e prima della recessione economica) ebbi un sacco di soldi per vestiti e droghe  e per un look favoloso ( cose che allora mi sembravano importanti). Potevo sempre dare soldi agli amici ogni volta che avevano difficoltà economiche. Potevo sempre dire "tocca a me pagare" solo perché era bello poter offrire.

Pensavo di poter rendere  i miei difficili trascorsi di abusi (da parte dei miei genitori) solo  un evento del passato a cui non avrei mai più pensato. Sarei diventata una donna libera e indipendente ( con le canzoni di Beyoncé come colonna sonora).

Questa dimensione di scelta non ha reso le esperienze che ho avuto nel corso degli anni nell'industria del sesso e con i clienti diversa dalle esperienze che hanno con questi stessi clienti le vittime di tratta o le persone indotte alla prostituzione dal Romeo di turno.

La stragrande maggioranza dei clienti è composta da emeriti stronzi. Non sto esagerando, non sono diventata femminista perché odio gli uomini (poveri uomini innocenti). Un tempo ero, fra tutte le donne, la più grande fottuta sostenitrice degli uomini, perché ero affamata d'amore. Quindi non essere sciocco, continua ad ascoltare .

Ai clienti non glie ne frega un cavolo se hai 18 anni o meno. In effetti molti preferiscono che tu ne abbia meno. Non glie ne frega niente che tu sia vittima di tratta o che tu sia stata ingannata o indotta a prostituirti o che l'idea (di entrare nell'industria del sesso) sia tua o che tu ti sia imposta di vedere la vita in rosa. Ci trattano tutte allo stesso modo. Come se non valessimo niente. Come se fossimo una loro proprietà. Come se esistessimo per servirli e per fare da ricettacolo ai loro corpi e alle loro perversioni. Come se fossimo dei  sacchi da boxe sui quali riversare aggressività e problemi, perché non siamo nessuno. Perché non abbiamo alcun potere. E perché spesso a nessuno frega qualcosa di noi.

Possono persino ucciderci pensando che nessuno se ne accorgerà e che stanno facendo il bene dell'umanità sbarazzandosi di noi. Molti serial killer che erano clienti e avevano come obiettivo dei loro omicidi donne prostituite hanno anche espresso pubblicamente questo sentimento nelle aule dei tribunali e nelle celle. Davvero, penso che nessuno di quegli assassini abbia controllato per prima cosa se le loro vittime fossero lì per scelta oppure no. "Oh, tu hai scelto di essere prostituta, quindi sarò gentile con te!", nessun cliente ha mai detto questo.

Purtroppo la società condivide la visione dei clienti. Le prostitute sono vittime del più alto tasso di omicidi in rapporto a qualsiasi altra attività e a qualunque altra donna e le nostre uccisioni ricevono minore attenzione da parte dei media. La nostra società pensa che i clienti siano solo dei "bravi ragazzi" che hanno il diritto di comprare e usare le donne. Amnesty International ha anche proposto che l'acquisto di una persona per uso sessuale sia riconosciuto come un diritto umano, annullando il diritto umano internazionale vigente a non essere prostituite.  Il diritto alla libertà di espressione, alla sicurezza della persona, il diritto ad un trattamento e a condizioni giuste e uguali  sul posto di lavoro, il diritto a vivere liberi dalla tortura e il diritto a non subire stupri / rapporti sessuali non desiderati sono tutti negati alle prostitute. La "scelta" in questo contesto fa davvero poca differenza.

Voler criminalizzare i clienti MA NON chi si prostituisce non significa odiare o escludere le lavoratrici del sesso. La criminalizzazione dei clienti riguarda i clienti. Si tratta di riconoscere che è impossibile perseguire i clienti per ciò che ci fanno subire se l'acquisto di sesso è legale e legittimo.

Se volete parlare di depenalizzazione delle prostitute e di sostegno alle scelte delle donne, allora sfondate una porta aperta e non ci chiudete la bocca e ascoltate abbastanza a lungo da capire. Perché ci avete etichettate come SWERF e usate questo insulto per calunniarci e zittirci. La sola differenza (tra noi e voi) è che noi vogliamo anche creare opzioni migliori e in numero maggiore per le donne e per le prostitute, in modo da poter avere effettivamente delle possibilità di scelta  quando non ne abbiamo e averne di più quando le nostre sono limitate.   

Sono per l'offerta di sostegno e servizi alle prostitute affinché possiamo accedere a carriere che siano più gratificanti della prostituzione, non solo finanziariamente, ma su ogni altro piano, carriere che non richiedano in cambio di rinunciare ai nostri diritti sul nostro corpo e sulla nostra  sessualità. Le nostre carriere [attuali] sono la principale fonte di reddito per gli uomini che investono nella  pornografia, negli strip clubs  e nella prostituzione. Ecco dove vanno a finire i soldi che guadagno da prostituta: prima che lascino le mani dei clienti finiscono nelle tasche dei magnaccia  e non mi ricordo mai di aver scelto di non essere inclusa nella produzione. Non mi ricordo mai di aver detto che preferisco  ottenere le briciole da queste persone a condizione di fare ciò che vogliono. Eppure tutto quello che produciamo nell'industria del sesso, sulle spalle della miseria umana, sono gli orgasmi maschili (e di nuovo sono gli uomini che ottengono tutti i soldi  generati  da questa  pseudo industria in quanto prosseneti, proprietari di bordelli, proprietari di strip club e pornografi). Faccio davvero fatica a capire dove stia l'empowerment per le donne in questo cosiddetto lavoro che somiglia di più alla schiavitù.

Il mondo del lavoro da cui siamo escluse deve essere aperto e in esso le donne devono essere valutate allo stesso modo degli uomini e guadagnare per lo stesso lavoro la stessa retribuzione.  Questo è il vero femminismo e questo il vero empowerment - non strisciare nude a quattro zampe per un po' di soldi, sorridendo, mentre si subisce la violenza, del gioco imposto dagli uomini.

E' spiacevole per alcune donne sentire queste cose, ma questa è la realtà nuda e cruda e sceglierla non la muta in qualcos'altro. E la vergogna o lo "stigma" connesso a questa realtà non è della prostituta. Avete ragione ad arrabbiarvi con la lunga tradizione della proiezione che fa ricadere  questo peso aggiuntivo sulle spalle delle donne prostituite.  Ma la vergogna  ricade in pieno sui clienti e sui magnaccia che sfruttano le prostitute e sulla società  che non offre alle donne la stessa gamma di opzioni di cui godono gli uomini, sulla società che rende la scelta di una donna non uguale a quella di un uomo.

E il fatto che la scelta di una donna non sia uguale a quella di un uomo in questa società è il motivo per cui le prostitute sono per lo più donne e ragazze e i clienti quasi sempre uomini ed è la ragione per cui i magnaccia rilanciano la frase "femminista": "E' una scelta della donna" allineandosi ai media e alla pubblicità. Ed è per questo [per evitare questo recupero] che abbiamo bisogno del  [vero ] femminismo.


lunedì 27 agosto 2018

Prostituzione: in Svezia, l'onta ha cambiato fronte


Dopo l'articolo sulla Svezia come il Paese più sicuro per chi si prostituisce, vi propongo la traduzione dell'assai interessante intervista della giornalista femminista Francine Sporenda a Simon Häggström, il dirigente svedese dell'Unità contro la tratta, che illustra gli effetti estremamente positivi della legge abolizionista in vigore nel Paese.

L'intervista originale è pubblicata sul blog Révolution Féministe.  
 

Intervista di Francine Sporenda a Simon Häggström

Simon Häggström ha creato e diretto la "Prostitution Unit" di Stoccolma incaricata di far applicare la "Legge sull'acquisto di sesso" nella capitale svedese. Dirige attualmente la " Trafficking Unit" che dà la caccia alle reti della tratta e dello sfruttamento della prostituzione. E' autore del libro: " Shadow’s Law : the True Story of a Swedish Detective Inspector Fighting Prostitution ".



F.S. La principale ragione addotta  a sostegno dell'adozione della legge svedese è che la prostituzione influenza negativamente l'intera società. Ci può spiegare in che modo la prostituzione colpisce l'intera società - per esempio facendo aumentare tutte le forme di criminalità?



S.H. Come Lei ha detto, la prostituzione fa aumentare tutte le forma di criminalità, ma  quando noi diciamo che la prostituzione influenza negativamente l'intera società, non è necessariamente la prospettiva criminale quella di cui parliamo prioritariamente. Noi vogliamo dire che la prostituzione causa danni non solo agli individui direttamente coinvolti - i compratori e le donne che vendono sesso -, ma a tutti nella società. Quel che vogliamo dire con questo, è che qualcosa succede in una società in cui comprare sesso è legale, qualcosa che riguarda il modo in cui ciascuno di noi pensa agli altri - parliamo di ciò che accade in una società in cui i ragazzini crescono con l'idea che, se si vogliono avere rapporti sessuali, basta pagarli. Certamente ciò condiziona il modo in cui vediamo le donne, perché esse vengono allora considerate oggetti, cose consumabili. Ed è il motivo per cui pensiamo che la prostituzione produca danni  a tutta la società.



F.S. Cosa pensa Lei del famoso argomento pro-prostituzione: " a causa della legge che penalizza l'acquisto di sesso, la prostituzione sta diventando clandestina"?



S.H.  Trovo questo argomento davvero sorprendente e so che lo si sente dappertutto in giro per il mondo, mentre in Svezia non lo si sente quasi mai. Ma fuori dalla Svezia tutti parlano di prostituzione e della legge svedese, tutti si atteggiano ad esperti e sanno quel che accade quando questa legge viene applicata: "oh, guardate quel che succede in Svezia, la prostituzione svedese è diventata clandestina, la polizia non può più trovare le persone prostituite". Ecco la mia risposta: " Hei, io faccio parte della polizia. Sono 10 anni che, in quanto responsabile della Trafficking Unit, individuo la posizione delle donne prostituite. Non c'è nulla di clandestino. Si possono trovare senza problemi. Datemi soltanto un cellulare e vi mostrerò dove sono". Veramente non so da dove salti fuori questo argomento. Certo, abbiamo visto un mutamento degli spazi dove si esercita la prostituzione; certo, negli anni Novanta, la maggior parte della prostituzione era in strada e, quindi, molto visibile, ma c'è stata la rivoluzione di Internet e la prostituzione si esercita ora in nuovi spazi. Non c'è più  la prostituzione di strada, ora si svolge negli appartamenti, nelle camere degli hotel. Ma il fatto che non si pratichi più in pubblico, non significa che sia diventata clandestina. Abbiamo i nostri metodi per trovarla e, se il cliente può trovare queste donne negli appartamenti o nelle camere  degli hotel, lo può fare anche la polizia.  Tutto quel che mi occorre è un cellulare. Tutto qui. Questo argomento  è solo un mito, ma è molto diffuso e la mia risposta è: "non credete ai miti, parlate con noi  che siamo le persone effettivamente incaricate di far rispettare la legge, perché noi, noi lo sappiamo. Noi sappiamo che è solo una menzogna quella che viene fatta circolare. Localizzare la prostituzione non è assolutamente un problema per noi. Possiamo localizzare un appartamento ove c'è prostituzione nel giro di due minuti".



F.S. Ho sempre trovato questo argomento particolarmente assurdo: perché l'industria del sesso possa esistere - è la condizione stessa della sua esistenza - i clienti devono poter trovare le prostitute. E se i clienti possono trovare le prostitute, lo può fare anche la polizia. E' talmente evidente!



S.H. Esattamente ed è per questo che dico sempre che la prostituzione non può veramente essere clandestina, perché gli sfruttatori e i trafficanti devono ricorrere alla pubblicità, devono scrivere degli annunci per vendere le donne, devono entrare in contatto con gli acquirenti;  quindi la polizia può trovare questi luoghi della prostituzione, può consultare quei siti ove sono pubblicati gli annunci nello stesso modo dei clienti. Sono veramente stanco di sentire in continuazione questa argomentazione, che non ha nulla a che vedere con il lavoro della polizia.



F.S. Può spiegare come - in contrasto con quanto i suoi avversari avevano predetto - la legge svedese ha reso la prostituzione più sicura per le donne?



S.H. E' probabilmente la seconda domanda che mi è posta più frequentemente quando sono all'estero, dove il secondo argomento più frequente [è questo]: " guardate quel che succede in Svezia: a causa della criminalizzazione dei clienti, la violenza nei confronti delle prostitute è aumentata". Sento questa cosa tutte le volte. Immagino che l'abbia sentita anche Lei!



F.S.  Molto spesso!



S.H. Non mi sorprende. Anche qui  possiamo dire che si tratta di una cosa che non è stata recepita. Il nostro governo ha fatto una valutazione, l'ha fatta nel 2010 ed è stata diretta da un'avvocata molto competente, la nostra Cancelliera della Giustizia, la signora  Anna Skarhed. La conclusione di questa valutazione è che non c'è alcuna prova che la violenza contro le donne che si prostituiscono sia aumentata. Ciò non vuol dire necessariamente che queste donne non subiscano violenze in Svezia - ce ne sono sempre, perché essere nella prostituzione è pericoloso; poco importa in quale parte del mondo vi trovate, se siete una persona che si prostituisce, sarete vittima di aggressioni, rapine, stupri. E' nella natura stessa della prostituzione, ma noi non constatiamo alcun aumento di queste violenze. Quello che posso dire, sulla base delle testimonianze che ho raccolto, è che le donne prostituite in Svezia sono più sicure perché è la legge stessa che mette sotto pressione gli acquirenti di sesso. Bisogna capire il contesto svedese, la cultura svedese e l'impatto normativo di questa legislazione. Questa legge è in vigore da 20 anni e ha influenzato tutta la società: essere fermato dalla polizia per aver comprato sesso è probabilmente uno dei reati più degradanti per i quali si possa essere fermati. Si rischia di perdere tutto: si rischia di perdere il lavoro, si rischia di perdere la famiglia, si rischia di perdere la propria rete di amicizie se il reato  diventa di pubblico dominio. Perciò, quando corrono il rischio di infrangere la legge, gli acquirenti di sesso sanno che le donne che si prostituiscono non rischiano alcuna forma di punizione, sanno che devono comportarsi correttamente con loro, perché è sufficiente che facciano una telefonata perché la polizia arrivi. E ciò mette gli acquirenti di sesso sotto pressione: sanno che devono comportarsi bene non tanto per scrupolo nei confronti di queste donne, ma nel loro proprio interesse, per tutelarsi. E, per tutelarsi, sanno che devono trattarle bene, che devono comportarsi bene con loro, che devono pagarle. Altrimenti  verrà la polizia e li arresterà. E loro sono disposti a fare qualsiasi cosa per evitarlo.  



F.S. La prostituzione su Internet  è diffusa in Svezia?  (In Francia rappresenta circa il 70% del totale della prostituzione e frutta una gran quantità di denaro a questi siti di annunci) Che cosa si fa in Svezia contro questo tipo di prostituzione?



S.H. Molti siti sono internazionali; non sono siti svedesi. Sono presenti in diversi Paesi; selezionate la vostra bandiera e siete indirizzati verso un determinato Paese. Secondo la legge svedese, questi siti sono evidentemente illegali.  A causa della Legge sull'acquisto di sesso, ma anche perché noi abbiamo una legislazione  contro lo sfruttamento della prostituzione e  contro la tratta molto dura, che punisce tutte le forme di favoreggiamento. Allora, sì, questi siti sono illegali, ma noi ci scontriamo con enormi problemi se vogliamo chiuderli. Così come non parliamo tutti la stessa lingua in Europa e non abbiamo nemmeno le stesse legislazioni e le stesse idee sulla prostituzione,  allo stesso modo non possiamo chiudere questi siti  perché spesso i loro server si trovano in Paesi ove l'acquisto di sesso non è considerato un reato. Ciò che è illegale in Svezia - come gestire un sito di escort - non è illegale in  un altro Paese. Dunque, non possiamo farli chiudere, perché queste attività devono essere illegali nei due Paesi coinvolti perché ciò sia fattibile. E' sicuramente un problema per noi e ciò rafforza la mia convinzione che l'Unione europea debba assolutamente trovare un accordo sull'illegalità di questo genere di annunci in linea. Il problema più grande deriva dal fatto che, all'interno dell'Unione europea, è  in atto una discussione sulla distinzione della prostituzione "volontaria" dalla tratta. E' una delle discussioni più pericolose che ci possano essere, perché non si può separare la tratta dalla prostituzione "volontaria" - la tratta sarà sempre presentata come prostituzione "volontaria" e voi sarete incapaci di differenziarle: anche se una donna dice di prostituirsi volontariamente, ciò non è necessariamente vero. Sappiamo che la maggioranza delle donne nella prostituzione vengono dalla Romania, dalla Nigeria ecc. e sappiamo che sono vittime di trafficanti e costrette a prostituirsi, ma c'è ancora un grande dibattito in Europa:  ci sono persone che manifestano in nome dei diritti delle "sex workers", chiedono che la prostituzione sia regolamentata e che si faccia distinzione tra prostituzione "volontaria" e  tratta e prostituzione coatta. Ma, per quanto mi riguarda, constato che 9 su 10 delle donne che incontro sono, in un modo o nell'altro, vittime della prostituzione organizzata. Ed è un enorme problema per noi, perché, non parlando le lingue usate su questi siti di escort, non possiamo fare il nostro lavoro nel modo che vorremmo.



F. S. Anch'io ho notato che questi siti hanno un carattere multinazionale. Ho letto, per esempio, che uno dei proprietari di questi siti vive negli Stati Uniti, ma la sede della sua compagnia è a Jersey e il server è da un'altra parte. E' molto difficile perseguirli, perché si  muovono da un Paese all'altro.    



S.H. Esattamente. Internet ha fatto delle cose fantastiche per la società, ma ha anche un lato oscuro e se la polizia potesse bloccare tutte le attività pericolose che vi si svolgono - non solo la prostituzione, ma anche le droghe, il terrorismo, questo genere di cose - sarebbe un gran bene per la società - ma non lo si può fare. E' il mondo moderno, bisogna farci i conti, ma almeno, se si potesse arrivare ad un accordo, se tutti i Paesi dell'Unione europea riconoscessero finalmente ciò che è davvero la prostituzione - una forma di violenza contro le donne e di schiavitù moderna - sarebbe molto più facile lottare contro questo genere di reato.



F.S. Lei dice che i clienti sono uomini comuni, uomini in giacca e cravatta, sposati, con bambini e un lavoro, non poveri uomini soli. Hanno molta paura di essere fermati e l'hanno anche  soprannominata "l'angelo della morte". Nel Suo libro, Lei racconta la storia di quell'uomo che incrocia al supermercato, mentre fa shopping con la bella moglie e i bambini. Ha molta paura quando La vede, perché, qualche tempo prima, Lei l'aveva  fermato mentre si faceva fare una fellatio da  una ragazza di 18 anni sul sedile posteriore della macchina. Lei dice che le mogli hanno diritto di sapere se i mariti sono compratori di sesso. Quando i clienti sono fermati dalla polizia, quali possono essere le conseguenze per loro? 



S.H. Bisogna tener presente che in Svezia il divieto di comprare sesso non è contestato, la maggioranza della popolazione appoggia la legge, ma capisco che, quando parlo con persone originarie di altri Paesi, ciò che io qui considero come ovvio, per loro rappresenta un'enormità.

Partiamo dall'inizio: quando è iniziata la discussione sull'acquisto di sesso, la legge non è passata da un giorno all'altro; ciò è avvenuto dopo un appassionato dibattito che è cominciato verso la metà degli anni Settanta: la legislazione è il frutto di un dibattito che è durato 30 anni. E quando la legge è stata presentata nel 1999, ha sicuramente attirato molta attenzione e suscitato molti dibattiti a livello nazionale. Nel corso degli anni le cose si sono evolute e oggi abbiamo un consenso politico su questa legge, tutti i partiti politici, ivi compresi quelli d'opposizione, appoggiano questa legislazione e la maggioranza della popolazione la sostiene. Ciò significa che essa ha un effetto normativo sulla società. Essa ha avuto influenza sulle persone conducendole sulla giusta strada e io credo che lo Svedese medio di oggi sia molto ben informato sulla prostituzione, in particolare, per evidenti motivi, le donne, perché le ragazzine non sognano più di vendere sesso quando saranno grandi. Dunque, il livello medio di conoscenze  sulla prostituzione da parte degli Svedesi è elevato rispetto a quello di molti altri Paesi e ciò grazie alla legge sull'acquisto di sesso e al fatto che essa sia stata discussa per molti anni. Data la situazione, qualsiasi reato legato all'acquisto di sesso - se acquistate sesso da una minorenne, se la polizia vi coglie in flagranza di reato - è considerato estremamente disonorevole in Svezia. So che non è così in certi Paesi europei, dove comprare sesso è come andare al supermercato.



F.S . In Germania, ad esempio.



S.H. Sì, [l'acquisto di sesso] lì è normalizzato. Le squadre di calcio e i loro tifosi celebrano le vittorie andando al bordello. La mentalità in Svezia è completamente diversa. Qui è un atto di cui vergognarsi. Ed è proprio fuori questione vantarsene con i propri compagni: "Oh, ho comprato sesso ieri!" Probabilmente i vostri amici direbbero: "Ehi, ragazzo! Qual è il tuo problema? Non puoi trovare qualcuna che venga a letto con te gratis?" E' qualcosa che non fate e, se lo fate, non ne parlate assolutamente. Perché ciò ha sicuramente delle conseguenze; si è visto molto spesso: quegli uomini, quando li abbiamo fermati, hanno perso tutto. Eppure, giuridicamente, si tratta di un reato relativamente minore - non si va in carcere, si deve soltanto pagare un'ammenda - ma ciò ha enormi conseguenze sulla vita di questi uomini. Rischiano di perdere tutto, non solo il matrimonio e la famiglia, ma l'intera rete di relazioni sociali. Ci sono stati casi di perdita del lavoro: i colleghi e i datori di lavoro pensano che, se  comprate sesso, non accordate alcun valore agli esseri umani e "noi non vogliamo che qualcuno che non rispetta gli esseri umani rappresenti la nostra compagnia". Comprando sesso,  si dà prova di non rispettare questa regola. Abbiamo fermato uomini di tutti i tipi: abbiamo fermato medici, abbiamo fermato preti, poliziotti, magistrati, uomini di tutti i tipi, di tutte le classi sociali e le conseguenze sono state enormi. Qualche anno fa il portiere della squadra nazionale svedese di football è stato fermato per aver comprato sesso - si trattava di una prostituta romena e se n'è parlato in tutti i media. La copertura mediatica è stata enorme. I media fanno evolvere le cose nella giusta direzione e favoriscono la presa di coscienza del pubblico perché parlano molto dei fermi degli acquirenti di sesso. Non abbiamo un sistema di " naming and shaming " come negli Stati Uniti, dove pubblicano i nomi e le foto dei clienti arrestati, non abbiamo questo, ma abbiamo questa enorme copertura mediatica che contribuisce sicuramente a far prendere coscienza al pubblico. Un'impresa non vuole una persona che, acquistando sesso,  ha manifestato una tale mancanza di rispetto per un altro essere umano. In Svezia i politici che abbiamo fermato hanno dovuto dimettersi il giorno stesso. E' difficile da capire se non si è cresciuti in Svezia, cresciuti con questo spirito: dall'infanzia si sa che, se una persona compra sesso, c'è qualcosa che non va. I bambini d'oggi sono educati così, non hanno conosciuto altro, per quanto indietro nel tempo possano risalire col ricordo, l'atto d'acquisto del sesso è sempre stato per loro illegale. E sicuramente questa legislazione ha avuto un impatto profondo sulla società. Nel suo Paese, non è forse illegale passare col rosso?



F.S.  Certo!



S.H. Certo! E poco importa se ciò avviene in città alle tre del mattino e se non c'è nemmeno un essere umano nei paraggi. Lei non vede arrivare automobili e, tuttavia, si ferma e aspetta che il semaforo diventi verde. Perché? Forse perché c'è un poliziotto nascosto da qualche parte e se la polizia mi vede passare col rosso mi verrà ritirata la patente. Succede lo stesso con la legge sull'acquisto di sesso: la legge ha di per sé un impatto, è rispettata dalla maggioranza della popolazione. Certo, abbiamo ancora persone che passano col rosso e abbiamo ancora uomini che comprano sesso e la polizia è lì, in questi casi. Ma questa legislazione è importante e la maggioranza della popolazione rispetta la legge. E la polizia fa il suo dovere con chi non la rispetta.



F.S. Quando vengono fermati, i clienti protestano rumorosamente: " Non avete di meglio da fare che fermare dei poveri uomini inoffensivi che vogliono soltanto acquistare sesso?" Quando questi uomini vengono fermati, come giustificano di solito il fatto di acquistare sesso ?



S.H.  Questi uomini inventano molte scuse differenti. Come Le ho già detto, sono di diversa estrazione e, quindi, raccontano storie diverse. Quello che hanno in comune, è che tutti pensano  di essere  loro le vittime. Quando vengono fermati, non mi fanno alcuna domanda sulle donne prostituite con cui hanno avuto a che fare. Non mi chiedono: " Perché lo fa? E' una vittima della tratta? Sta bene?" ecc. Nessuna domanda di questo tipo. Mi fanno solo domande che li riguardano: "Cosa mi succederà? Informerà la mia famiglia? Informerà il mio datore di lavoro? Andrò in prigione? I giornali parleranno di me?" ecc. Ruota tutto attorno a loro. E ci dicono sempre che noi gli abbiamo rovinato la vita. Ho avuto a che fare con un uomo di questo tipo due settimane fa: "Si rende conto di quello che ha fatto? Non solo Lei ha distrutto la mia vita, ma ha distrutto anche il futuro dei miei figli e ha distrutto un buon matrimonio!" Scaricano sempre la loro responsabilità su di me. E ciò mostra cos'è davvero l'acquisto di sesso: è egoismo allo stato puro. Contano soltanto loro. Sono loro ad avere rapporti sessuali, sono i loro desideri ad essere soddisfatti,  tutto è centrato su di loro. Non c'è reciprocità, un'attrazione reciproca, non è quello che vogliono due esseri umani, è quello che vuole un solo essere umano. E poiché l'altra persona non vuole, loro devono pagare. Pagano per penetrare un altro essere umano che in genere non vorrebbe neppure stare nella stessa stanza in cui stanno loro. Senza la mancanza di scelta di queste donne e senza la loro vita difficile, loro non potrebbero comprarle. La prostituzione è una questione di classe sociale, sono i ricchi che sfruttano i poveri. Questi uomini ricchi in Svezia acquistano sesso perché possono permetterselo. E queste donne sfortunate vengono dalla Romania, dalla Nigeria ecc. perché devono sfamare le proprie famiglie e i propri figli.

Ma naturalmente questi uomini inventano tutti i tipi di scuse. Ci sono scuse come: "Oh! La mia compagna è incinta, non abbiamo rapporti sessuali, lo faccio solo per scopare, perché lei non può far niente ora" Oppure: " Sto male, ho appena litigato con la mia compagna, lei è stata davvero terribile con me, allora ho pensato di andare con un'altra, di fare qualche cosa di diverso"  Ci sono casi di uomini che dicono di non voler tradire la partner e perciò acquistano sesso. Si tratta di un ragionamento assurdo.  Pensano che, se acquistano sesso, si tratti solo di sesso meccanico, quindi  che non tradiscano davvero se vogliono solo questo e nulla più. Considerano tradimento l'avventura di una notte, la relazione con una collega d'ufficio perché qui c'è attrazione reciproca, ma, se comprano sesso, non ci sono sentimenti, è solo un modo per sfogarsi. Un'altra spiegazione è questa: "Ho delle fantasie che non posso realizzare. Quando ne parlo alla mia compagna, lei mi dice di far le valigie, io allora vado da donne che posso pagare per realizzare le mie fantasie". C'è una varietà di  scuse differenti, ma hanno tutte qualcosa in comune: si tratta di egoismo allo stato puro. 



F.S. Lei non pensa che un'altra cosa che accomuna questi uomini sia il disprezzo profondo per le donne?



S.H. Assolutamente sì. La grande maggioranza degli uomini in Svezia non acquista sesso; quindi, possiamo chiederci che cosa unisca gli acquirenti di sesso e io penso che sia sicuramente la mancanza di rispetto per gli altri esseri umani in generale e per le donne in particolare. Non rispettano la vita umana e non vedono le donne come pari. Pensano che le donne siano beni di consumo.



F.S. Ci sono delle "johns' schools" in Svezia? (Le "johns' schools" sono stages di informazione sulla prostituzione che i clienti devono seguire se vengono arrestati negli Stati Uniti. In questi stages, sono  delle sopravvissute alla prostituzione ad educare i clienti, parlando loro delle proprie esperienze di prostituzione)



S.H. No, non abbiamo le "johns' schools" in Svezia. Non abbiamo assolutamente questa concezione tipica degli Stati Uniti. Noi abbiamo il progetto BOSS (acronimo di Buyers Of Sexual Services). Si tratta di servizi sociali integrati che uniscono psicoterapeuti, assistenti sociali. Offrono counseling agli uomini che sono stati fermati dalla polizia o che hanno contattato questi servizi perché hanno preso coscienza di avere un problema. Un buon numero di uomini segue questo programma in Svezia, ma volontariamente, a differenza che nelle johns’ schools degli Stati Uniti, nelle quali i clienti possono essere iscritti d'ufficio. In Svezia non funziona così: si può seguire il programma BOSS se si è motivati e se ci si dice: "Ho un grosso problema di dipendenza dal sesso, non riesco a smettere da solo, ho bisogno di aiuto". O se si è fermati dalla polizia e si sente che la propria vita è distrutta, ci si può, anche in questo caso, iscrivere a questo programma. Ma se fermo qualcuno in strada e lo informo dell'esistenza di BOSS e lui mi dice: "No grazie, non mi interessa, voglio soltanto pagare la multa ed è tutto a posto", in questo caso non posso fare niente per farlo partecipare a questo programma. Ma mi piacerebbe  che le johns’ schools venissero adottate in Svezia, mi piacerebbe che questi uomini non si limitassero a pagare un'ammenda, ma venissero inviati anche ad una  johns’ school. Non come punizione, ma perché questi corsi durano una settimana durante la quale questi uomini devono ascoltare delle sopravvissute, ciò che consente loro di acquisire informazioni sulla prostituzione semplicemente restando seduti ad ascoltare. Penso che sarebbe davvero una bella cosa.



F.S. Secondo le donne che si prostituiscono, due cose hanno reso la prostituzione molto più difficile: la pornografia e i forum dei clienti. Lei che ne pensa?



S.H. La pornografia è una cosa di cui non si parla abbastanza in Svezia. Si parla di prostituzione e se ne parla da anni. Ma, come la prostituzione, la pornografia condiziona l'intera società in un modo che non possiamo nemmeno immaginare. L'età media a partire dalla quale i ragazzi cominciano a guardare pornografia in Svezia è tra 11 e 12 anni. Ho 36 anni e mi ricordo che quando avevo 15 anni i ragazzi guardavano porno, ma il porno attuale è decisamente peggiore. Oggi, quando parlo ai liceali dico loro: "Quando avevo la vostra età, i miei genitori mi dicevano che il porno era una brutta cosa". E io dico loro la stessa cosa, ma oggi il porno è mille volte peggiore di quando io ero adolescente. Credo assolutamente che per i giovani d'oggi si tratti di un problema di  salute pubblica e che non ci si occupi come si dovrebbe della questione. Lei può parlare con qualsiasi poliziotto specializzato nelle indagini sulla prostituzione  e sui reati sessuali. Diciamo tutti la stessa cosa: quando analizziamo il contenuto del computer dei criminali che arrestiamo, ciò che troviamo è porno, porno, porno. Sempre. Se è la pornografia a fissare gli standard della sessualità normale, questo ovviamente ci condiziona e condiziona l'intera società. Cosa succede in una società in cui i professori e le scuole rinunciano all'educazione sessuale perché non sanno come gestirla? La pornografia è diventata il forum usato dai giovani per auto-formarsi. E' una tragedia e certo ciò ha un impatto diretto sulla prostituzione. E possiamo constatarlo guardando gli annunci relativi alla prostituzione. Come  sono vendute le donne? Vengono presentate come star del porno perché i trafficanti sanno che il 100% dei compratori di sesso guardano porno  tutti i giorni. E qual è il messaggio che inviano questi annunci? "Venite a trovarci, non accontentatevi di guardare porno, con noi potrete fare tutto ciò che vedete nei film". Quindi io sono assolutamente d'accordo con quelle donne che dicono che il porno è un incubo se si è nella prostituzione. Quello che accade in un comune acquisto di sesso oggi, viene direttamente dal porno. Se volete fare tutte le cose che avete visto nei video, da chi andate? Andate da chi non può dire di no. Perché una donna comune  con i suoi standard, la sua dignità, la sua morale, può dire di no. Il problema è che nella prostituzione abbiamo migliaia di donne che non possono dire di no. Non hanno la possibilità di rifiutarsi perché devono sopravvivere, devono sfamare le proprie famiglie. Per quanto riguarda la pornografia, temo che siamo soltanto agli inizi, temo che il futuro sia molto buio perché  diventerà adulta una  generazione che è cresciuta col porno hardcore sul portatile e ho paura di ciò  che potrà venir fuori da questa generazione pornificata.