giovedì 29 novembre 2018

"Fatele sentire delle luride troie quando le pagate". Clienti della prostituzione italiani



Perché sulla prostituzione hanno diritto di esprimersi tutte le donne

C'è chi ritiene che al dibattito sulla prostituzione debba partecipare esclusivamente chi la esercita, ma il suo impatto si riverbera su tutte le donne, poiché l'oggettivazione e la mercificazione che la caratterizzano si ripercuote su ognuna di noi, accentuando la nostra disuguaglianza nei confronti degli uomini.

I clienti che vi ricorrono   la concepiscono, poi, come un atto di dominio, di asservimento e, spesso,  di vendetta nei confronti di tutte le donne, di quelle, in particolare, che li hanno respinti, non si sono mostrate accondiscendenti e disponibili, non si sono piegate al loro volere e ai loro comandi. La sessualità  assume, nel loro pensiero, i contorni di una vera e propria dichiarazione di guerra e si configura come una forma di umiliazione. 

Vi propongo qui, a riprova di quel che sostengo, frammenti di una conversazione, tratta da gnoccatravels,  che rappresenta un concentrato di misoginia, aggressività, perfidia e violenza. I toni del discorso non sono un'eccezione, ma la regola delle discussioni che si svolgono in questo forum.

La conversazione verte sull'incremento del numero di donne italiane costrette ad esercitare la prostituzione in tempo di crisi economica.

Una precisazione  sul  gergo impiegato. "Melanzane" è il termine derisorio con il quale gli utenti del forum definiscono quasi tutte le connazionali. L'uso del vocabolo è da loro così spiegato:



" Perché le bestie insane che popolano le terre italiche vengono denominate MELANZANE?

Melanzana è una di quelle parole che si definiscono “connotative” perché contengono in sé un giudizio sull´oggetto rappresentato. L´etimologia non lascia spazio a equivoci: “melanzana” è la trasposizione italiana del latino frutto insano, pericoloso per la salute".



"Pro", diminutivo di "professionale", è, invece, una donna che esercita la prostituzione da molto tempo, "semipro" da poco.

" Le rose"   sono il compenso monetario dell'atto prostitutivo.

"Timbrare" è uno dei verbi usati con maggior frequenza nel forum. I clienti della prostituzione concepiscono, infatti, il rapporto mercenario come l'impressione  del proprio marchio sulla donna-merce.

Qui sotto alcuni brani della conversazione:



Meditate gente..(e godete..) magari quella stessa melanzana che tanto ve l'ha fatta penare e poi non ve l' ha mai data.,..adesso complice la crisi per 80 euro magari vi darà anche il culo...

Una bella rivincita sulle melanzane per tutti noi!!!



Come ci godo!!!!

altro che principe azzurro o calciatore...

Chiavatele più che potete e fatele sentire delle luride troie quando le pagate..

E tirate al ribasso che c'è la concorrenza delle strafighe russe e rumene...



 Non pagatele più di 40 euro e tutti in monetine da 1 euro



40 euro per una italiana?????



Sto aspettando di fare un colpo più gobbo di quelli che tutti voi avidamente bramate: prima o poi ne beccherò una semipro!!! E che goduria con mucho gusto amici!

La pro può essere missile, può essere professionale, può essere tutto quello che volete, ma fatto sta che ha il cervello già settato sul suo business. […]

La melanzana semipro invece è quella che fino al giorno prima di umiliarsi, dava il 2 di picche. Sarà con gioia smisurata farglielo sentire dentro e farla sentire una poveraccia che non campa con 800 neuri al mese.

Dove sei? Prima o poi ti becco. Ma ricordati che devi essere strafiga e gentile con me, se vuoi le mie

rose.



Se entrano nell'arena, non c'é scampo per loro.



 ..La tua perfidia non ha limiti...

Bravo, nessuna pietà x le melanzane!!



Vanno sole inculate a morte!fino a non farle piu' cagare per un mese!.......e trattarle di merda come loro sono abituate a trattare!.......



[…] timbriamocele senza pietà.



Azz che astio verso le italiane,vi hanno proprio fatto del male!



 Non ci hanno fatto male....de più e l'azione vendicativa trova la sua genesi dal comportamento assurdo,allucinato, inaccettabile, incomprensibile, immotivato di donne che credono di esser Femmine ma che sono solo una grottesca pantomima della Donna intesa come tale. Incapace di racchiudere bellezza,intelligenza, fascino, erotismo, attrazione mentale. A loro tutto è dovuto mentre se ti rivolgono la parola (figurarsi una trombata) pare vi stiano facendo un favore o l'elemosina.... Personalmente […] non gli darei un centesimo....



Lungi da me l'aspirare a quelle là, ma sai che lo sfizio di timbrarmi una che fino all'altro giorno era riluttante all'idea di avere con me qualsiasi tipo di rapporto, m'intriga un casino.

L'impiegatuccia da 4 soldi non trova più lo zerbino con il mercedes e se vuole adesso ci sono io. Solo che con me non passa le serate ad atteggiarsi da prima donna, ma finisce senza troppi preamboli e complicazioni a letto.

Il convento passa questo. Per fame non riescono a prendermi e di fame quella vera muoiono loro.

Basta pensare di avere il coltello dalla parte del manico per vincere questa guerra.

Per quel che mi riguarda sono immunomelanzanico e quindi posso fare a meno di loro, così come posso accettare un confronto impari (con me sul gradino più alto ovviamente).



La cosa più importante  [..] è che in questo caso il coltello dalla parte del manico grazie alla crisi ce l'abbiamo noi..e finalmente possiamo rifarci delle menate, delle inculate e dei soprusi subite da queste menomate mentali...

Altro che il calciatore o il tronista..adesso queste si devono accontentare del puttaniere che con la concorrenza di romene e brasiliane + fighe e + performanti punterà sempre al ribasso..

Trattatele da vere cagne quali sono..sborrategli in faccia e sputategli in bocca...

Solo questo queste merde si meritano!!



Mi hai fatto piangere dalle risate  



  Ahahahaha....io dico solo che ste menomate mentali come le hai chiamate tu,quando beccheranno un cliente come me li' saranno cazzi amari in tutti i sensi! ;)

:-))

ahahahhahahahahahahahahahaah.......altro che tronista!.......un troll!nel senso mitologico!.....cioe' un mostro! buauauuauauaua.......



"Sborratele in faccia" (lo fanno spesso, infatti, con le donne in condizione di prostituzione) e "sputatele in bocca", scrive con estrema aggressività un cliente e non si tratta solo di un'"esortazione", ma di un atto effettivamente riportato  nella scioccante "recensione" (che vi risparmio), pubblicata su  gnoccaforum, di una donna rumena che oltre a praticare rapporti orali senza uso del condom, deep-throating e rimming, oltre a farsi afferrare  per la gola fin quasi  a soffocare, si fa eiaculare, ma anche sputare e urinare in bocca.

Nessuno dei commentatori si chiede perché questa donna si sottoponga a queste forme estreme di umiliazione e, soprattutto, se sia il caso di infliggergliele. Nessuno si chiede se abbia subito durante l'infanzia o l'adolescenza abusi sessuali, violenze fisiche o psicologiche, molto diffuse, secondo la letteratura sull'argomento, fra le donne in condizione di prostituzione. Nessuno. Quasi tutti, al contrario, si complimentano con l'autore della recensione, nei cui atti riconoscono l'incarnazione suprema della virilità, che si esprimerebbe compiutamente nella sottomissione, anzi, nella degradazione della donna, tanto più appagante quanto "volontariamente" richiesta dalla stessa.

Oltre a complimentarsi, moltissimi emulano "l'impresa" recandosi dalla donna in questione, alla quale sono dedicate ben 41 pagine.

Vi riporto un solo commento di un cliente cui neppure bastano le umiliazioni cui la donna si sottopone. Vuole pure prenderla a sberle.



...Grande.....grande.......grande.......grande........grande......
....ora non posso far finta di niente.....non posso negarmi una che si fa scopare in gola...
Very complimenti  […].....
 ....vado dalla puttanella domani sperando di essere il primo cliente […]...sputi,sberle....voglio portarla al vomito mentre la scopo in bocca.



Non aggiungo altro.

Spero solo, con questo post, di avervi fatto comprendere il motivo per cui  ritengo che dal dibattito sulla prostituzione non possano essere escluse le donne che non la praticano. E neppure gli uomini, naturalmente.

 


  














lunedì 19 novembre 2018

Violenze psicologiche, violenze invisibili




Molte persone prostituite sono state vittime, durante l'infanzia, di violenze psicologiche. Minore è il riconoscimento  della loro condizione di vittime di maltrattamento,  maggiore è l'interiorizzazione delle parole distruttive che sono state ad esse rivolte. Il disconoscimento della violenza subita può generare condotte autodistruttive. Farsi male per non ammettere di aver subito il male dagli altri.
Si tratta di quelle ferite invisibili delle quali le giovani vittime non si lamentano e che, tuttavia, aggrediscono l'essere in profondità. Il maltrattamento psicologico è commesso con le parole, ma anche con i silenzi, con  i non detti,  con l'indifferenza.
Come rileva Jacques Lecomte, dottore di ricerca in psicologia e cultore della materia all'Università di Parigi X, il maltrattamento psicologico è, molto spesso, definibile come una situazione generale di anaffettività, di umiliazione, di colpevolizzazione, di terrore.
Il male che mi ha fatto mi rimarrà per sempre impresso nella mente. Mi ha costretto a prostituirmi. Mi ricordo il suo sguardo: uno sguardo che voleva dire "non vali niente", "sei una nullità". (Laldja)
La violenza psicologica può anche manifestarsi in modo dolce. Il ricatto affettivo, infatti, permette all'adulto di imporre la propria volontà o di prescrivere dei divieti al bambino "per il suo bene" o perché "non soffra troppo".
Il bambino che subisce quotidianamente la violenza dei genitori sente negata la propria personalità ed identità proprio da coloro da cui si attende, prima che da qualsiasi altra persona, affetto e sostegno. "Ricordo un padre che non sopportava la figlia. La trattava costantemente da puttana, da sgualdrina", racconta Christian Besnard, psicologo clinico attivo anche presso la Corte d'appello di Rennes. "Quando gli si chiedeva conto del suo comportamento, questo padre rispondeva: "sono soltanto parole". Si può uccidere con le parole, rileva Jacques Lecomte.
Certi genitori esercitano il potere sui figli, in nome di principi educativi o morali, senza mai ricorrere agli schiaffi. "Non sono violento, voglio soltanto farmi obbedire", affermano certi adulti che ritengono di poter esercitare qualsiasi diritto sui loro figli.   Applicano alla lettera l'art.371 comma 1 del Codice civile francese: "Il figlio, indipendentemente dagli anni che ha, deve onorare e rispettare il padre e la madre".
Si è dovuta attendere la Convenzione Internazionale sui diritti del fanciullo per riconoscere che anche i bambini hanno dei diritti, osserva Christian Besnard.
Quando ero adolescente, mi diceva sempre che ero una puttana.(Suzanne)
Uno stato di morte psichica
Un bambino vittima di violenza psicologica non può crescere, non può costruire la propria personalità, perché l'adulto si appropria del suo spazio psichico e gli nega il diritto all'esistenza. Come rileva Bernard Lempert, il genitore  mette in atto un omicidio della psiche del figlio: fa in modo che il bambino sia il nulla. Individuiamo qui una costante: non ci sono tracce, né sangue, né cadaveri. Il morto vive ed è tutto normale.
Secondo Christian Besnard, un bambino che viene costantemente negato nella sua personalità e disprezzato corre più rischi psichici di un bambino regolarmente picchiato. Infatti, quest'ultimo può costruire la propria identità, pur subendo violenze fisiche, perché può attribuirne la responsabilità all'adulto.
Il bambino ragiona secondo uno schema dicotomico: ci sono le persone cattive che picchiano e quelle buone che non lo fanno. Quando è vittima di violenze fisiche, il bambino giunge rapidamente alla conclusione che è il genitore a comportarsi male, precisa Jacques Lecomte.
Per contro, è difficile che il bambino regolarmente umiliato, criticato, insultato, ma non picchiato dal genitore attribuisca a quest'ultimo la responsabilità delle vessazioni che subisce. E' incline piuttosto a fare più o meno inconsciamente questo ragionamento: "mio padre (mia madre) non è cattivo perché non mi picchia. Se mi ripete continuamente che non valgo nulla, che non combinerò mai niente di buono nella vita, vuol dire che è vero".
In queste condizioni, il bambino interiorizza un senso di inutilità, di assenza di valore molto più profondo di quello percepito dal bimbo che subisce maltrattamenti fisici. Avendo svolto una ricerca su ex vittime di violenza, Jacques Lecomte ha constatato che le persone che hanno subito un duplice maltrattamento (fisico e psichico) ritengono praticamente tutte che è il maltrattamento psicologico a produrre le più gravi conseguenze. Così, una donna che era stata vittima di violenza psicologica durante l'infanzia raccontava: "Sono diventata estremamente resistente alla violenza fisica, mentre è sufficiente che una persona mi guardi con disprezzo perché mi senta distrutta".
Il timore del giudizio e dello sguardo altrui, la coscienza del disprezzo che i clienti nutrono nei loro confronti, il clima di paura che provano quotidianamente traumatizza le persone prostituite più della violenza fisica.
Per me, i clienti sono violenti. Ci sono i violenti fisici, i bruti (io pago, tu taci ed obbedisci), ma anche gli altri sono violenti, psicologicamente, attraverso l'uso di strumenti di pressione. In definitiva, ho l'impressione che i clienti preferiscano le donne disperate. Questo li eccita di più. Amano la sfida. (Naïma).
Jacques Lecomte nota come la stragrande maggioranza dei bambini che subiscono violenze fisiche patiscono anche maltrattamenti psicologici. Al contrario, un numero non trascurabile di bambini che subiscono maltrattamenti fisici non subisce invece maltrattamenti psicologici.
Le vittime di soprusi psicologici corrono un grave rischio, perché sono inclini ad attribuire solo a se stesse la responsabilità della violenza che subiscono. "Il papà è buono perché non mi picchia. Se mi tratta da stupido, ciò significa che lo sono". Al contrario, un bambino che è regolarmente picchiato da uno dei genitori, benché possa sentirsi in parte più colpevole di quanto sia, finisce generalmente per approdare alla conclusione che la violenza che si abbatte su di lui è anormale, eccessiva. Se questo genitore gli dice che lui non vale niente, se lo umilia, il bambino può  attribuire questi comportamenti alla "cattiveria" del genitore, osserva Lecomte.
Il senso di colpa della vittima
Poiché il bambino che subisce maltrattamenti psicologici,  non è in grado di attribuire la responsabilità di questa violenza ai genitori, si sente colpevole di quel che subisce.
Il bambino pensa che il motivo per cui non è stimato dai suoi genitori debba essere ricercato nel fatto che il suo comportamento non corrisponde alle loro aspettative, ai loro desideri. Se gli si dice ripetutamente che è una nullità, un buono a nulla, il bambino interiorizza questo giudizio e si sente colpevole di non essere all'altezza, spiega Christian Besnard. E' lui a sbagliare! Vive allora un senso di colpa nevrotico.
Questo senso di colpa è tanto più forte in quanto il bambino non può assolutamente rimettere in discussione la parola del genitore: ha troppa paura di perdere il suo amore! Come rileva Marie-France Hirigoyen: è molto facile manipolare i bambini che cercano sempre di trovare delle giustificazioni al comportamento delle persone che amano. La loro tolleranza è illimitata. Sono pronti a perdonare tutto ai genitori, a comprenderli, ad accollarsi la responsabilità di quel che accade, a sforzarsi di capire perché i genitori sono scontenti di loro.
Il bambino vittima di violenze psicologiche che pensa di essere privilegiato rispetto a quelli picchiati vive un malessere permanente: "io almeno non vengo picchiato". Così, questo bambino sviluppa un profondo senso di colpa, a meno che non riesca a percepirsi come vittima, quale effettivamente è.
Nel corso della mia ricerca, racconta Jacques Lecomte, una donna di circa 50 anni mi ha descritto una lunga serie di maltrattamenti psicologici da lei subiti, poi ha concluso il suo discorso con queste parole: "è vero però che non sono mai stata maltrattata".
"Ora, per riacquistare autostima - spiega lo psicologo- il bambino traumatizzato ha bisogno di essere riconosciuto come vittima, ha bisogno che le sue rimostranze siano accolte.
Alcune persone non riescono mai ad uscire dalla condizione della lagnanza, perché non vi sono mai entrate davvero: "non è poi così grave" "di cosa mi lamento" pensano spesso.
Ci si può chiedere se le persone che rivendicano la prostituzione come libertà di scelta abbiano mai avuto la possibilità di fare rimostranze e di lamentarsi nel corso della loro esistenza. In effetti, da chi, quando e dove avrebbero potuto farsi ascoltare? Il dolore del bambino vittima è tanto più difficile da nominare quanto più è disconosciuto. L'insegnante si pone degli interrogativi se vede arrivare a scuola un alunno con dei lividi. Il bambino che non ha ematomi, ma subisce a casa maltrattamenti psicologici può essere triste, silenzioso, senza che nessuno si allarmi, precisa Christian Besnard.
Non essendo socialmente riconosciuti come vittime, questi bambini continuano spesso a considerarsi colpevoli di ciò che subiscono, aggiunge Jacques Lecomte.
Le aggressioni fisiche non sono nulla rispetto alla sofferenza interiore che vi dilania, vi impedisce di respirare. (Leila)
Agire per non soffrire
Per tentare di sfuggire a questo dolore che non può esprimere, il bambino rischia di passare all'atto, in modo talvolta drammatico, e può persino suicidarsi. "Recentemente un bambino mai segnalato al Tribunale dei minorenni è stato trovato impiccato. L'indagine ha rivelato che era vittima di continui soprusi paterni", racconta Christian Besnard. Questo psicologo, chiamato  dai giudici a realizzare perizie psicologiche, ha conosciuto altri casi di bambini che si erano lanciati dalla finestra o si erano annegati per sfuggire ad una realtà insostenibile.
I più gravi passaggi all'atto riguardano i bambini che sono stati vittime di violenze psicologiche. Compiuti impulsivamente, questi atti non sono premeditati come le condotte a rischio di suicidio di certi adolescenti, aggiunge Besnard.
Da adulti, i bambini che hanno subito maltrattamenti psicologici hanno molto spesso una  concezione pessimistica del proprio futuro e del mondo in generale. Le idee suicidarie bloccano la loro evoluzione, precisa la psicologa Corinne Droehnlé-Breit.
Secondo uno studio condotto presso 512 studenti e studentesse, racconta Jacques Lecomte, coloro che erano stati psicologicamente trascurati nell'infanzia, soffrivano d'ansia, di depressione, di somatizzazione dei disturbi, di paranoia e di ostilità più spesso di quelli che avevano subito "solo" maltrattamenti fisici.
Anche i bambini che sono stati totalmente sottomessi dai genitori rischiano, da adulti, di riprodurre inconsciamente questo genere di rapporti. Possono cadere in balia di individui che li manipolano, come accade nel rapporto tra la persona prostituita e il magnaccia. Queste donne sono intrappolate in un ingranaggio psichico tale da trovarsi nell'impossibilità di sfuggire al potere che gli uomini esercitano su di loro, spiega Christian Besnard.
Mi ha ficcato in testa l'idea che nostra figlia avrebbe subito troppe privazioni; a poco a poco mi ha indotto alla prostituzione, facendomela accettare come una normale scelta di vita (Anaïs).
I bambini che non sono stati riconosciuti come soggetti dai loro genitori rischiano anche, da adulti, di perpetuare i rapporti di dipendenza attraverso l'adozione di condotte additive (anoressia e bulimia, alcool, droga), che costituiscono per loro il tentativo di dimostrare che esistono.
[...]

martedì 13 novembre 2018

Malattie sessualmente trasmissibili in Svizzera, Paesi Bassi e Germania, paesi regolamentaristi


Esposte, come le compagne, al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili da clienti senza scrupoli, che nel 30,1% dei casi, nel corso di un solo anno, si sono deliberatamente sfilati il preservativo durante il rapporto.  

E' questo uno degli inquietanti risultati di un'indagine condotta nel 2016 e pubblicata nel 2017 dall'Institut universitaire de médecine sociale et préventive di Losanna che, in Svizzera, ha coinvolto 579 persone in condizione di prostituzione, il 92% delle quali donne, il 3,6% donne transessuali e il 3,8%  uomini. [1]

Nell'anno precedente l'inchiesta, il 13,5% delle/degli intervistati si è confrontata una volta con questo tipo di clienti,  l'8,8% due volte e il 7,8% tre o più volte.

Molti richiedono, poi, di compiere atti sessuali senza l'uso del condom. Così, nel corso degli ultimi 30 giorni, il 25,5% delle persone in condizione di prostituzione ha praticato senza preservativo   fellatio (in media 5 volte), il 14,5% rapporti penetrativi (in media 2)  e il 17% ha ricevuto in bocca sperma (in media 4 volte).

I motivi che hanno indotto più frequentemente a cedere a queste pratiche sono: la disponibilità del cliente a pagare una somma più elevata  (34,2%), il suo rifiuto di indossare il condom (22,8%), la fiducia riposta dalla persona in condizione di prostituzione nel cliente abituale (21,5%), la paura di perderlo (19,6%). Tre intervistate hanno dichiarato di essere state minacciate dal cliente (1,9%).

Numerosi sono inoltre i problemi riscontrati nell'uso del condom.

Nell'anno precedente l'inchiesta, infatti, il 35,6%  delle partecipanti si è trovata in una situazione in cui il condom si è lacerato, il 28,6% in cui è scivolato o  si è sfilato.

Il 75% delle persone in condizione di prostituzione ha dichiarato di essersi sottoposta nel corso della vita e il 66, 1% nell'anno prima dell'inchiesta ad un test per l'HIV e di essere risultata sieronegativa.

Per quanto concerne, invece, le altre malattie sessualmente trasmissibili, il 15,3% ha dichiarato di aver contratto nel corso degli ultimi dodici mesi la chlamydia, il 14,1% la sifilide, il 13,2% la gonorrea, il 12,3%  l'epatite B, il 10,4% l'epatite C e al 12,8% delle donne è stata diagnosticata la presenza del papilloma virus.

Non si sa se l'infezione sia stata causata dal partner o da qualche cliente. Certo è che il comportamento di questi ultimi rappresenta un'ulteriore prova della disumanizzazione e della conseguente indifferenza alla sorte della persona prostituita

Nel mese di agosto di quest'anno i quotidiani svizzeri hanno poi riportato i risultati di uno studio eseguito dal primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale cantonale di San Gallo, Pietro Vernazza che ha analizzato lo stato di salute di 600 donne in condizione di prostituzione. Ad una su cinque è stata diagnosticata una malattia sessualmente trasmissibile: gonorrea, clamidia o sifilide.  Nessuna di loro sapeva di essere stata contagiata, né presentava  sintomi.

La diffusione di queste malattie è dovuta essenzialmente al fatto che sempre più clienti pretendono di avere un rapporto sessuale non protetto, richiesta che molte donne soddisfano per bisogno di denaro, tanto più che le tariffe si sono notevolmente ridotte e in certi settori una prestazione costa  solo 30 franchi.

La richiesta di rapporti senza uso del profilattico riguarda soprattutto la fellatio. «Le ragazze ci dicono che, purtroppo, se vogliono lavorare non possono usare il preservativo nei rapporti orali. "Se non lo facciamo, il cliente va da un'altra"», osserva Vincenza Guarnaccia dell'associazione Zona Protetta. [2]

Ora: la trasmissione della clamidia, della gonorrea e della sifilide può avvenire tramite qualsiasi tipo di rapporto penetrativo non protetto: vaginale, anale od orale.

Se questo è ciò che succede in Svizzera, cosa accade in altri Stati nei quali la prostituzione è legalizzata?

Nei Paesi Bassi, secondo un rapporto di quest'anno: Sekswerk en geweld in Nederland,  il 46% delle persone in condizione di prostituzione dichiara di praticare anche rapporti sessuali non protetti. L'uso del profilattico costituisce un regolare elemento di discussione con i clienti che insistono soprattutto per avere sesso orale senza condom e talvolta adottano comportamenti molesti e minacciosi per conseguire ciò che desiderano. Per evitare di subire violenza fisica, le persone che si prostituiscono cedono al ricatto e compiono atti sessuali non protetti. Nel caso olandese, il mancato uso del preservativo rappresenta un indizio importante di vulnerabilità alla violenza. Chi non riesce ad ottenerne l'impiego regolare ha, infatti, 2, 5 volte più probabilità di essere oggetto di violenza sessuale e stupro, 2,3 volte di più di subire stalking e 2,1 di essere costretto a eseguire atti sessuali non desiderati. In termini percentuali, il 58% di chi non sempre ha rapporti protetti ha subito nel solo 2017 stalking,  il 50% stupri, aggressioni o atti di coercizione sessuale e il 51% è stata costretta a eseguire atti sessuali indesiderati, mentre le percentuali corrispondenti fra chi ottiene il regolare uso del preservativo da parte dei clienti sono del 38% , del 29% e del 33%. [3]

Quanto a questi ultimi, i ricercatori  Stef Adriaenssens e Jef Hendrickx, analizzando nel 2009 ben 25.000 "recensioni" (19.584 relative ai Paesi Bassi e 5414 al Belgio) pubblicate sul noto forum    www.hookers.nl, avevano trovato riferimenti a pratiche sessuali non protette nel 22% dei post nederlandesi. Nel 2,1% dei commenti si parlava di  penetrazioni vaginali, nel 10,7% di rapporti anali e nel 26,9% di fellatio senza uso del condom. La percentuale di tali pratiche era, però, molto più elevata nei club, dove raggiungeva il 32,5%. I clienti segnalavano, poi, di aver ottenuto rapporti non protetti dal 45,4% delle escort e di chi esercitava la prostituzione in spazi privati (la propria abitazione, quella dell'acquirente di sesso…) Nelle vetrine e nella prostituzione di strada la percentuale scendeva invece al 10,8% [4]

Di dimensioni più ridotte, ma ugualmente importante la ricerca di Meagan Tyler e Natalie Jovanovski che hanno analizzato 50 "recensioni" e 923 post di risposta relativi a 5 bordelli legali dello Stato di Victoria in Australia dove vige dal 1984 un regime di regolamentazione della prostituzione. Sono stati selezionati i  bordelli con le recensioni più recenti e per ciascuno di essi i 10 post con il maggior numero di commenti. La ricerca, estesa all'arco temporale 2010-2015 e intitolata The limits of ethical consumption in the sex industry: An analysis of online brothel reviews è stata pubblicata nel vol.66 del gennaio-febbraio 2018 del periodico Women's Studies International Forum.  Quasi un terzo delle "recensioni" (16 su 50) contiene riferimenti al BBJ (bareback blowjob), ossia alla pratica della fellatio senza uso del profilattico e 8 di queste menzionano  il CIM , acronimo di come in mouth , vale a dire l'eiaculazione in bocca, mentre in un altro caso lo sperma viene spruzzato negli occhi della donna in condizione di prostituzione. Tre recensioni nominano il rimming, ovvero la stimolazione orale della zona anale senza uso del dental dam e una fa riferimento al coito non protetto. Gli autori di questi post dichiarano, dunque, pubblicamente di infrangere la legge, dal momento che la sezione 18a del Sexwork Act di Victoria del 1994 sancisce l'obbligo di usare il profilattico nei rapporti sessuali a pagamento e non si può certo sostenere che ignorino la norma, visto che ogni bordello deve esporre un cartello con l'indicazione del divieto della pratica di atti non protetti.  Gli acquirenti di sesso - osservano le autrici della ricerca - si aspettano che questa sezione della legge sia e debba essere  abbastanza regolarmente violata. Le recensioni che facevano riferimento al sesso non protetto non sono state infatti ritenute insolite o negative dagli utenti che hanno commentato le recensioni. Ancora più rilevante il fatto che nessuno abbia mostrato preoccupazione per la salute e il benessere delle donne che offrivano questi "servizi" nei bordelli. Anzi! I clienti si dichiarano tanto più soddisfatti quanto più le donne accettano di eseguire senza resistenze e proteste pratiche sessuali non sicure e fingono di godere. Si sentono, al contrario, "derubati" se le donne non mostrano un  adeguato livello di soddisfazione e, ancor più, se richiedono l'uso del preservativo, come mostra ad esempio questa recensione nella quale il cliente è talmente sorpreso e irritato dal tentativo della donna di fargli indossare il profilattico per la fellatio da interrompere il rapporto ed andarsene:



Started with a bbbj ok but not spectacular tgen sex in a few positions thought good to finish with oral but goes down with condom on wtf. I gave up decided to end and count my money good bye [5]


I risultati della ricerca trovano rispondenza nelle parole di Jacqueline Gwynne, ex receptionist di un bordello legale di Melbourne, la cui testimonianza ho pubblicato in ottobre.

Ancora peggiore la situazione in Germania. Qui, per arginare l'ampia diffusione di pratiche sessuali non sicure, la nuova normativa regolamentarista, entrata in vigore il 1 luglio 2017, ha imposto l'obbligo di usare il profilattico e il divieto di pubblicizzare rapporti non protetti, ma non sono state approntate misure per la sua applicazione e nessuno si preoccupa  di farla rispettare. Esito prevedibile, considerato che già nel 2015, prima dell'entrata in vigore della legge, il sindacato della polizia tedesca aveva definito l'obbligo "assolutamente ridicolo" , "assolutamente inapplicabile" e il suo presidente Rainer Wendt aveva affermato che "Non è ragionevole controllare se un cliente nel bordello indossa o meno il condom" . Concetto ribadito dal collega di Berlino Bodo Pfalzgraf, che, piccato, aveva asserito che gli agenti non erano la "polizia dei preservativi". [6] L'associazione tedesca contro l'AIDS (Deutsche AIDS-Hilfe), da parte sua, aveva  categoricamente affermato che "L'obbligo di usare il condom non può essere controllato" ("Kondompflicht ist nicht kontrollierbar") [7]

I clienti hanno interpretato il messaggio come una sorta di rassicurazione sul fatto che nessuno avrebbe mai verificato l'adempimento dell'obbligo e che, quindi, avrebbero potuto continuare a praticare rapporti sessuali non protetti.  

E così è stato, in effetti, com'è confermato fra l'altro dalla permanenza dei forum che divulgano, malgrado il divieto,  la pratica di rapporti vaginali e anali senza uso del profilattico, pratica notoriamente indicata dall'acronimo AO, che significa  "alles ohne", ossia "tutto  senza". Per sfuggire ai controlli, nei forum dell'alles ohne si è semplicemente adottato un nuovo gergo. AO viene sostituito da termini come:   "Katholische Beichte" = "confessione cattolica"  o  "katholischer Programm" e in questi forum ci si chiede se nella tale o talaltra città si pratichi ancora la fede (Glaube) cattolica. L'adozione di queste espressioni canzonatorie si deve evidentemente al fatto che la morale cattolica condanna l'uso dei contraccettivi.

Le conseguenze di questi comportamenti irresponsabili si fanno sentire. Negli ultimi anni  si è assistito in Germania ad un aumento significativo dei risultati positivi ai test sulle malattie sessualmente trasmissibili.  Il Dottor Christoph Boesecke,  infettivologo dell'ospedale universitario di Bonn,  ritiene che circa un quinto delle donne in condizione di prostituzione ne abbia contratto una. [8]

 


NOTE:


 [1] Institut universitaire de médecine sociale et préventive, Les comportements face au VIH et autres IST des travailleuses et travailleurs du sexe en Suisse https://www.iumsp.ch/Publications/pdf/rds276_fr.pdf

[2] Ticinonline, Una prostituta su cinque è infettiva, https://www.tio.ch/svizzera/attualita/1314578/una-prostituta-su-cinque-e-infettiva


[3] SOAIDS Nederland en Proud (Dutch Union for Sexworkers), Sekswerk en geweld in Nederland, pp. 14-15 e 33https://www.soaaids.nl/sites/default/files/media/Prostitutie/2018-rapport-sekswerk-geweld.pdf


[4] Stef Adriaenssens, Jef Hendrickx, Sex, price and preferences: accounting for unsafe sexual practices in prostitution markets, in Sociology of Health & Illness  Volume 34, Issue 5,  june 2012, p. 668, https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/j.1467-9566.2011.01400.x

[5] Meagan Tyler, Natalie Jovanovski, The limits of ethical consumption in the sex industry: An analysis of online brothel reviews in Women's Studies International Forum, n.66, gennaio-febbraio 2018, pp. 11-13

[6] Alexander Schmalz, Gesetz zur Kondompflicht Polizei soll Lümmeltüten kontrollieren in Berliner Kurier, 8/2/2015 https://www.berliner-kurier.de/berlin/polizei-und-justiz/gesetz-zur-kondompflicht-polizei-soll-luemmeltueten-kontrollieren-1373462

[7] Deutsche AIDS-Hilfe: Verschärfung des Prostitutionsgesetzes wird schaden statt schützen, 5 febbraio 2015 https://www.aidshilfe.de/meldung/deutsche-aids-hilfe-verscharfung-prostitutionsgesetzes-schaden-statt-schutzen 

[8] Prostitution im Rems-Murr-Kreis Geschlechtskrankheiten: Freier sind die Hauptbetroffenen, 18 ottobre 2018 https://www.zvw.de/inhalt.prostitution-im-rems-murr-kreis-geschlechtskrankheiten-freier-sind-die-hauptbetroffenen.d7cc4720-7d8b-41e6-8cac-503483a8bd56.html