Jacqueline Gwynne
Testo originale in inglese qui: https://nordicmodelnow.org/2018/07/01/working-as-a-receptionist-in-a-legal-brothel-prostitution-is-anything-but-a-normal-job/
Jacqueline
Gwynne ha scritto articoli per Collective Shout e Nordic Model Now! La sua
storia è inclusa nel libro "Prostitution Narratives" a cura di Melinda Tankard-Reist e di Caroline
Norma, edito da Spinifex Press. Jacqueline è segretaria ed esponente del
consiglio di Pink Cross Australia.
I media presentano
la prostituzione come glamour e danno l'illusione che sia una forma di
liberazione sessuale per le donne e i
lobbisti dell'industria del sesso affermano che è un lavoro come un altro. Per
molto tempo ho accettato queste idee senza nutrir dubbi in proposito.
Sono stata addetta
alla reception in un bordello legale a Melbourne, in Australia, per due anni e
dicevo cose così: "queste donne hanno scelto di fare questo lavoro";
"i clienti sono bravi ragazzi"; "è un lavoro come un
altro"; "non è diverso dal fare massaggi ed è molto meglio che grigliare
hamburger in una cucina calda ed unta".
Era il mio istinto
di sopravvivenza a parlare ed è questo il modo in cui le donne dell'industria
del sesso riescono a superare la notte. Ti dici che va tutto bene e pensi ai
soldi. E' quello che fai per sopravvivere in una situazione difficile e per
smettere di sentirti orribile.
In realtà non c'è
nulla di normale o di emancipante nella prostituzione. Ma sono stata in grado
di dirlo solo due anni dopo essere uscita dal mercato del sesso.
A quel tempo stavo
preparando la tesi di laurea in arte ed ero convinta che "il lavoro
sessuale" fosse una carriera eccitante e legittima per le donne. Tanto che
ho voluto fare una graphic novel sull'industria del sesso. Ho ascoltato le
testimonianze delle donne del settore e ho creato illustrazioni per "The
Honey Pot", come ho deciso di chiamare il libro.
Ma non ho realizzato
il mio progetto. Ho conferito alla graphic novel un carattere rovente, ma non
mi sembrava giusto. Malgrado ci abbia provato,
non riuscivo proprio a far sembrare questa vita una forma di
autorealizzazione per le donne e alla fine ho dovuto abbandonare il progetto.
Ho cominciato a capire che questa
vita era cupa, squallida e pericolosa.
Anche sedersi alla reception in un bordello legale era orribile. Non oso
immaginare come debba essere la vita delle donne nei bordelli illegali; la vita di quelle che sono costrette a
prostituirsi, che sono minorenni, non
sanno parlare inglese e non hanno letteralmente scelta.
Quindi lasciate che vi
spieghi cosa significhi davvero stare in
un bordello legale e potrete stabilire da soli se la prostituzione è veramente
un lavoro come un altro.
1. LA MANCANZA DI ESPERIENZA RAPPRESENTA UN VANTAGGIO
Una giovane donna
può letteralmente entrare in un bordello legale a Melbourne e iniziare a
lavorare immediatamente. Non ci sono controlli del curriculum e non sono
richieste referenze, qualifiche o titoli di formazione professionale. C'è bisogno solo di un documento di
identità che sembri autentico. Alla
direzione non importava che fosse falso e comunque non c'era modo di
controllarne la validità.
Si supponeva che le donne avessero almeno 18 anni, ma
è facile procurarsi documenti di identità falsi su Internet. Alcuni anni dopo
che ho smesso di lavorare nel bordello, il gestore è stato arrestato perché vi
lavorava una ragazza di 14 anni.
Più sei giovane e
vulnerabile e meno esperienza hai, più soldi guadagni.
Qualsiasi addetto alla reception ti dirà che la domanda
più frequente dei clienti è quanti anni ha la ragazza più giovane. E vogliono
sempre le ragazze nuove. A loro piacciono più giovani possibile perché sono più
facili da manipolare e indurre a fare
cose che in realtà non vorrebbero fare.
I clienti vogliono
anche che le donne sembrino ragazze e si lamentano che sono troppo vecchie,
anche se la più vecchia [nel bordello dove lavoravo] aveva solo 25 anni.
2.PORNO IN OGNI STANZA
Proiettavano video
hard in ogni stanza, inclusa l'area della reception e non potevi sfuggirvi.
Gli uomini mi
chiedevano che cosa facessero le donne. Era
chiaro che volevano ciò che vedevano nei video porno e sapevo di cosa si
trattasse perché ero costretta a vederlo ogni turno. Nel porno non si usano mai i preservativi, ci sono tre uomini che
eiaculano sul viso di una donna, ci sono abusi verbali, sesso anale,
soffocamenti, tiri di capelli, schiaffi - e questo è il solito porno
mainstream. La proliferazione del
porno su Internet ha imposto alle donne di impegnarsi in pratiche sessuali che
non esistevano 20 anni fa.
I clienti volevano che le donne assomigliassero alle attrici porno - molto giovani, simili ad adolescenti, bionde, con protesi mammarie e senza peli pubici. A causa di questo e della costante competizione con le donne più giovani e attraenti, molte donne ricorrevano a numerose procedure cosmetiche e a interventi chirurgici. Ciò erodeva il loro reddito, rendendole economicamente più fragili.
I clienti volevano che le donne assomigliassero alle attrici porno - molto giovani, simili ad adolescenti, bionde, con protesi mammarie e senza peli pubici. A causa di questo e della costante competizione con le donne più giovani e attraenti, molte donne ricorrevano a numerose procedure cosmetiche e a interventi chirurgici. Ciò erodeva il loro reddito, rendendole economicamente più fragili.
3.LE MOLESTIE SESSUALI FANNO PARTE DEL LAVORO
Se si subiscono
palpeggiamenti, insulti o molestie sessuali in ufficio, è possibile presentare
un reclamo ai superiori e, in caso di mancata risposta, è possibile
intraprendere un'azione legale contro il molestatore. Ma questo è ciò per cui
si è pagate nella prostituzione. Siete
pagate perché gli uomini accedano sessualmente al vostro corpo. E poiché hanno
pagato, gli uomini si aspettano di poter fare tutto ciò che vogliono.
Anche come
receptionist, sei trattata come se fossi in vendita. Quando rispondi al
telefono, ti parlano come se fossi l'operatrice di una linea hot. Gli uomini
che mi chiamavano, giocavano a sedurmi. Questo comportamento e l'essere
soggetta alla visione di video porno cui non potevo sfuggire si qualificherebbe
sicuramente come molestia sessuale sul posto di lavoro.
4.IL RAZZISMO E' DIFFUSO
Ho risposto a molte
chiamate di uomini che chiedevano donne di etnie specifiche, in particolare
donne nere e asiatiche. Quando entravano, vedevi che questi uomini erano sempre
bianchi. Raramente avevamo uomini di colore come clienti e volevano sempre
donne bianche.
Quindi, la razza delle donne e la loro etnia erano
caratteri che facevano vendere, il che evidenzia come gli uomini le considerassero davvero merci e non esseri
umani.
Il modo in cui alcuni uomini parlavano alle donne
asiatiche era disgustoso. Per esempio
una notte sono entrati due giovani
ragazzi. Avevano circa 18 anni. Li ho presentati a una donna thailandese. Era
davvero minuta. Questi ragazzi sembravano innocenti e con la faccia pulita fino
a quando non aprirono la bocca. E' incredibile il modo in cui le parlarono. Si
comportavano come se non potesse capire l'inglese anche se sapevo che lei era
in grado di capirlo. Uno disse che
voleva impalarla sul suo uccello e distruggerla. Era veramente agitata dopo
aver finito con quei clienti.
Ma alcune delle donne asiatiche non sapevano parlare
inglese ed erano molto popolari fra i clienti. Penso che lo fossero perché non
parlare inglese le rendeva più vulnerabili e quindi più facili da manipolare e
costringere [a far cose che non volevano].
5.NESSUNA TUTELA
Uno degli argomenti addotti
a favore della legalizzazione della prostituzione è che essa offrirebbe alle
donne i vantaggi di un' occupazione regolare. Ma, in pratica, questo non succede.
Certamente non avveniva nel bordello in cui lavoravo e non ne ho mai sentito
parlare, nemmeno in Nuova Zelanda, dove la mia amica lavorava in un bordello.
Al contrario. Le
donne erano considerate lavoratrici indipendenti ed erano pagate solo dai
clienti. Non beneficiavano di contributi
previdenziali, né di congedi di maternità o di indennità di malattia. E non
potevano stipulare un'assicurazione contro la disoccupazione com'è possibile
fare con gli altri lavori. Dovevano interrompere il lavoro senza retribuzione
in caso di mestruazioni, gravidanze indesiderate, lesioni dell'ano o della
vagina o semplicemente nel caso avessero avuto bisogno di una pausa dalla violenza e dal trauma.
Quale compagnia assicurativa stipulerebbe un contratto per coprire questi danni?
È troppo rischioso.
La prostituzione non è redditizia come si potrebbe
immaginare. Sono rimasta sorpresa dal fatto che renda così pochi soldi alle
donne. C'era qualche donna che incontrava fino a 10 clienti a
notte; ma la maggior parte ne incontrava
due o tre e non era raro che le donne non ne ricevessero alcuno. Era
sconvolgente vederle sedute lì per 10 o 12 ore senza averne uno - e sapendo che
sarebbero andate a casa senza un soldo.
Nei normali lavori, i regolamenti permettono agli impiegati di fare un
break in determinati momenti della giornata. Ma non in un bordello, perché se ricevi la prenotazione di un cliente,
sei obbligata ad accettarla. In teoria, le donne possono rifiutare una
prenotazione o rifiutarsi di vedere un particolare cliente, ma ciò accade
raramente nella pratica. Hanno bisogno di pagare l'affitto, quindi devono accettare
il cliente. Gli uomini possono chiedere un rapporto di un'ora e poi prolungarlo
per un'altra ora. In una notte intensa una donna può avere clienti uno dopo l'altro
senza interruzioni.
In un bordello, i
clienti sono trattati come re e non ci si risparmia affinché possano vivere nel
lusso. [Nel bordello dove lavoravo] avevano a disposizione uno spazioso salotto
con divani in pelle e tavoli da biliardo. Le camere riservate alle donne erano
all'estremità opposta della scala. Le 10 o più donne che lavoravano a turni di 12 ore dovevano condividere
una piccola stanza angusta, priva di privacy. Non avevano nemmeno uno spazio
per sedersi comodamente e rilassarsi tra un cliente e l'altro.
Il benessere delle donne non è una priorità per i
papponi, per i proprietari dei bordelli e nemmeno per il governo, che
beneficiano tutti dello sfruttamento sessuale delle donne.
6. LE DONNE SONO BLOCCATE NEL
BORDELLO
Dopo che una donna
ha varcato la soglia del bordello all'inizio del suo turno, non le è permesso
di andarsene fino alla fine del turno. Questa è la regola generale nei bordelli
legali di Victoria. Ciò smentisce la menzogna della lobby del mercato del
sesso, secondo cui le donne gestiscono una piccola impresa come le altre e
possono andare e venire dal bordello a loro piacimento.
All'inizio non
capivo perché le donne fossero bloccate nel bordello. Mi dissero che era per
impedire che vi fossero introdotte droghe. Ma la risposta non aveva senso. C'era una norma che vietava di introdurre
droghe nel locale, ma la maggior parte delle donne assumeva farmaci, droghe o
alcol solo per riuscire a resistere tutta la notte e a sopportare il dolore
fisico e mentale. Potevo affermare con sicurezza che stavano usando
sostanze anche solo osservando il loro comportamento. Portavano con sé droghe o
alcol oppure erano i loro clienti abituali a introdurle nel bordello. La norma non veniva applicata e lo sapevano
tutti.
Finalmente ho capito che la vera ragione per cui le
donne sono bloccate nel bordello non ha nulla a che vedere con la droga. Si
tratta di controllarle e renderle obbedienti, di distruggerle psicologicamente. L'industria
del sesso comporta la manipolazione, il controllo e l'oppressione delle donne
in tutti i sensi. L'ho potuto constatare anche in quel bordello legale di
lusso.
7. PERICOLI E RISCHI PER LA SALUTE
La prostituzione è l'unico lavoro in cui la gravidanza
indesiderata è un rischio professionale. Tecnicamente i preservativi erano
obbligatori, ma ad ogni turno c'era almeno un cliente che chiedeva quanto
dovesse pagare per avere un rapporto sessuale senza l'uso del profilattico. Le donne mi hanno spesso parlato della rottura
dei condom, dei clienti che li strappavano deliberatamente o che se li sfilavano quando le penetravano "alla pecorina".
Durante il periodo
in cui ho lavorato nel bordello, il ventre di una donna ha iniziato a gonfiarsi. Tutti pensavamo che fosse
incinta, ma lei insisteva di no e affermava che il ventre gonfio fosse causato
dalla sindrome del colon irritabile. Alla fine se ne andò e in seguito
scoprimmo che era incinta di sei mesi.
Negli ospedali e
nelle cliniche, i lavoratori che maneggiano fluidi corporei come sangue,
saliva, sperma, urina o feci indossano indumenti protettivi, guanti e occhiali
protettivi. Nel bordello, anche se i preservativi erano tecnicamente
obbligatori, né io né nessun altro avevamo alcun controllo su ciò che accadeva
dietro le porte chiuse delle stanze del bordello.
Ogni rapporto avrebbe
dovuto iniziare con la donna che ispezionava i genitali dell'uomo sotto la luce
dei riflettori, sollevando il suo pene e controllandone i testicoli per
verificare se avesse verruche o lesioni. Riuscite ad immaginare quanto questo
sia imbarazzante ed umiliante per entrambe le parti? E comunque non c'è alcuna
garanzia che questa procedura possa fornire la prova dell'esistenza di
eventuali infezioni sessualmente trasmissibili contratte dall'uomo. Ad essere
onesta, non sono sicura che le donne abbiano effettivamente rispettato questa
procedura, perché nei due anni in cui ho lavorato in un bordello solo un uomo è
stato allontanato in seguito ai risultati dell'ispezione.
Il bacio era
considerato un servizio extra per il quale gli uomini pagavano un supplemento.
Ma ciò significava che le donne erano esposte al contatto con la saliva degli
uomini in bocca e in vagina, se facevano un cunnilingus. Ricevevano anche schizzi di sperma sul viso, sui capelli e negli occhi
quando facevano una fellatio. Le "piogge dorate" (n.d.t. farsi
urinare addosso) erano un extra comune.
Nulla può rendere queste pratiche sicure ed esse
diventano ancora più pericolose quando una delle parti è sotto l'effetto di
droghe o alcool. Le malattie sessualmente trasmissibili sono un rischio del
mestiere in tutti i bordelli, compresi quelli legali.
Anche le lesioni dell'ano e della vagina sono
frequenti e in genere le donne devono prendersi una pausa di uno o più mesi per
guarire. Tali ferite sono fisicamente ed emotivamente traumatiche e, poiché le
donne non sono lavoratrici dipendenti, non vengono retribuite quando si
prendono una pausa per rimettersi in
sesto.
Gli acquirenti di sesso si aspettano di fare tutto ciò
che vogliono sul corpo di una donna.
Se stanno pagando un'ora, si aspettano di scopare per l'intera ora. Si
aspettano di ottenere il valore dei loro soldi. Quindi le donne ricorrono a farmaci antidolorifici o a droghe illecite per
anestetizzarsi. E usano creme
anestetiche topiche sull'ano e sulla vagina. Ma questo significa che non percepiscono
il danno nel momento in cui viene arrecato, rendendo ancora più probabili le
lesioni gravi.
Avere la vagina, l'ano e la bocca lese con violenza da
uomini indifferenti per tutta la notte ha un grave impatto sul corpo. Le donne
apparivano spesso molto più vecchie di quanto non fossero in realtà - il che è
un noto segno di stress estremo e persistente.
8. NESSUNA ISPEZIONE SUL POSTO DI LAVORO
Da quando ho
lasciato il bordello, ho svolto un lavoro regolare nel settore
delle vendite e del marketing. WorkSafe, l'amministrazione che controlla
l'applicazione delle leggi locali sulla salute e sulla sicurezza del lavoro, ispeziona i locali
ogni anno.
Quando lavoravo nel bordello, non ci sono mai state
ispezioni. Se ne ce fosse stata una,
ne sarei stata informata. E se avessero
fatto anche un controllo frettoloso, avrebbero chiuso il locale. Il solo fatto
di proiettare video porno in ogni stanza
lo rendeva un ambiente di lavoro poco sicuro. Le donne sono state esposte a malattie
sessualmente trasmissibili, a violenze e abusi. Queste condizioni non esistono
in un lavoro normale.
9. LA VIOLENZA E' ENDEMICA
C'era almeno un episodio di molestia, abuso verbale,
violenza o trattamento brutale nei confronti delle donne ad ogni turno nel bordello. Anch'io ho
subito molestie sessuali e abusi verbali da parte dei clienti; anche le
telefonate erano moleste. Conosco un'altra addetta alla reception che è stata
bloccata e ha avuto una pistola puntata alla tempia.
C'erano pulsanti di allarme antipanico in ogni camera,
ma non sono mai stati utilizzati mentre ero lì. Era dato per scontato che le
aggressioni facessero parte del lavoro. Se le donne avessero premuto il pulsante
antipanico, cosa che avrebbero avuto buone ragioni di fare più volte ogni sera,
io cosa avrei potuto fare? Ero da sola e
il proprietario del bordello si aspettava che rimanessi alla reception per
rispondere alle telefonate e lasciare entrare i clienti. Non c'erano addetti
alla sicurezza e, per quanto ne so, nessun bordello a Melbourne li ha assunti.
Quindi, non desta stupore il fatto che le donne prostituite abbiano un tasso di mortalità molto più alto delle altre e abbiano maggiori probabilità di essere uccise. Mentre lavoravo nel bordello, una delle donne morì. Non abbiamo mai scoperto se fosse stata uccisa dal fidanzato o se fosse morta di overdose. Nel 2017 Stacey Tierney è morta e il suo corpo è rimasto per oltre 12 ore nel Dreams Gentlemen's Club di Melbourne. Come può una donna morire sul posto di lavoro senza che nessuno se ne accorga?
Quindi, non desta stupore il fatto che le donne prostituite abbiano un tasso di mortalità molto più alto delle altre e abbiano maggiori probabilità di essere uccise. Mentre lavoravo nel bordello, una delle donne morì. Non abbiamo mai scoperto se fosse stata uccisa dal fidanzato o se fosse morta di overdose. Nel 2017 Stacey Tierney è morta e il suo corpo è rimasto per oltre 12 ore nel Dreams Gentlemen's Club di Melbourne. Come può una donna morire sul posto di lavoro senza che nessuno se ne accorga?
10. DISSOCIAZIONE E DIPENDENZE
Trovavo i
clienti ripugnanti. Erano esigenti, volgari, sessisti, aggressivi e violenti e
molti erano in condizioni igieniche spaventose. Parlavano delle donne come se
fossero pezzi di carne, lamentandosi della loro "qualità". A volte mi sembrava insopportabile trovarmi accanto a
loro. Riuscite ad immaginare cosa vuol dire essere nude con uomini del genere
che vi palpano e vi penetrano? Molte
donne riferiscono di fuggire mentalmente da questa realtà dissociandosi.
La dissociazione è il distacco psicologico
dall'ambiente circostante quando è troppo orribile da sopportare. Una donna me l'ha descritta come un viaggio astrale.
Altre hanno detto che si sono concentrate sul denaro e su ciò che avrebbero
comprato con esso.
Un altro modo per dissociarsi è usare droghe o alcol.
La maggior parte delle donne che conoscevo nel bordello erano dipendenti da qualche
tipo di droga.
Ma in qualsiasi modo
lo facessero, dissociarsi in quel modo ha un costo terribile per le donne.
11. SEGRETI E BUGIE
Quasi senza
eccezione, le donne con cui ho lavorato
mentivano alla loro famiglia e ai loro amici e non rivelavano quello che
facevano. Una donna con cui ero entrata in confidenza si era persino inventata
una carriera immaginaria. Aveva aperto un sito Web e stampato biglietti da
visita col nome di una società fittizia. Altre donne raccontavano di essere
addette alle pulizie o all'imballaggio notturno. Alcune raccontavano di essere
spogliarelliste, occupazione che è generalmente considerata un'alternativa
migliore. Tuttavia le donne che conoscevo passavano dallo strip-tease alla
prostituzione perché si sentivano più sicure e avevano l'impressione di avere
più controllo in questa attività. Mentire crea confusione. Se si trattava di un
ottimo lavoro, perché queste donne avrebbero dovuto mentire?
Ma allo stesso
tempo, queste donne devono essere eccellenti attrici, fingere di godere
dell'abuso e del degrado che sono pagate per sopportare. Per interessare gli
uomini devono sembrare affascinanti e felici. Per ottenere una prenotazione da
un cliente, devono convincerlo che lo trovano seducente ed interessante. E, in
seguito, devono fingere di godere e
fingere persino un orgasmo.
Riuscite ad
immaginare cosa possa comportare alla lunga tutto questo per la vostra salute
mentale?
11. ISOLAMENTO SOCIALE
Nel bordello dove
lavoravo la maggior parte delle donne faceva il turno di notte. Le notti di
lavoro non hanno solo un impatto negativo sulla salute mentale e fisica; isolano
anche dalla routine quotidiana. Ho notato che la maggior parte delle donne nel
bordello aveva relazioni sociali prevalentemente
con altri uomini e donne di quel mondo.
Ho lavorato due
notti alla settimana per quasi due anni. Non riuscivo mai a recuperare il sonno
perduto e mi sembrava di essere in uno stato di permanente discronia (jet lag).
La durata media del lavoro delle donne
nel bordello andava dalle 7 di sera alle 6 del mattino.
Potete immaginare di fare turni di cinque o sei notti
alla settimana per anni?
Anche se le donne
lavoravano con circa 10 altre donne, a
seconda del turno, raramente parlavano fra di loro. Dovevano competere per
ottenere l'attenzione dei clienti e ciò creava rivalità e risentimento.
La combinazione di tutti questi fattori faceva sì che
molte donne venissero escluse dalla vita di familiari ed amici e si trovassero in
una condizione di grave isolamento sociale.
12. MADRI SINGLE
Un'alta percentuale di donne nel bordello erano madri
single. Dicevano di aver scelto la prostituzione per la flessibilità
dell'orario. Molte di loro facevano il turno di notte e si prendevano cura dei
bambini durante il giorno. Ma sicuramente
dovrebbero esserci opzioni migliori per le donne in generale e per le mamme in particolare. Ciò mi ha
fatto comprendere quanto bisogno ci sia della parità di retribuzione e di
maggiori opportunità per le donne e quanto bisogno ci sia di maggiore
flessibilità affinché il lavoro possa adattarsi alle responsabilità della
maternità. Nessuna donna dovrebbe essere costretta a ricorrere alla
prostituzione.
Almeno due delle
donne che conoscevo nel bordello si sono viste sottrarre la custodia dei figli
quando le autorità hanno scoperto che erano prostitute. I loro ex-partner le
avevano denunciate alle agenzie per la tutela dei minori. Questo mostra
chiaramente il doppio standard e l'ipocrisia della società, perché non ho mai
sentito parlare di un cliente che abbia perso per questo la potestà sui propri
figli.
14. NON SI PUO' INSERIRE LA PROSTITUZIONE NEL
CURRICULUM VITAE
Anche se la mia
qualifica professionale era di "manager di bordello" e si trattava di
un lavoro regolare con competenze trasferibili, non l'ho mai inserita nel mio
curriculum. Ho detto invece che ero amministratrice di un centro massaggi, ma
anche questo titolo suonava un po' losco. Non si può indicare su un CV che ci si prostituiva. Quindi, come possono
ottenere un altro lavoro le donne che si prostituiscono se nel curriculum
devono rendere conto di ogni settimana della loro vita? E le abilità apprese
nel bordello (dissociazione, adulazione [dei clienti], capacità di
sopportazione) sono difficilmente utilizzabili in un'attività normale.
Dunque, per la maggior parte delle donne il
bordello era un vicolo cieco. Era doloroso da osservare. Man mano che le
donne invecchiavano, erano sempre meno richieste dai clienti. Per alcune
l'unica opzione era diventare manager del bordello o receptionist. Non c'era
davvero altra via d'uscita per molte di loro.
15. NESSUNO FA ALTERNANZA SCUOLA LAVORO IN UN BORDELLO
Nelle scuole
superiori australiane gli studenti fanno esperienze di lavoro dal decimo al
dodicesimo anno di scuola all'età di 16-18 anni. Fanno stage in diverse
industrie, attività commerciali, professionali, hotel, negozi. Non ho mai
sentito parlare di una studentessa che abbia fatto tirocinio in uno strip club
o in un bordello e i consulenti scolastici non lo consigliano mai.
Ammettiamolo: nessun
genitore vuole che sua figlia finisca in
un bordello e nessuno vuole che vi finiscano le persone che ama.
16. L'INDUSTRIA DEL SESSO E' INTRINSECAMENTE SESSISTA
Perché molte persone
possono vedere chiaramente il problema del sessismo nella pubblicità e
nell'industria cinematografica, ad esempio, ma sono cieche nei confronti del
sessismo nella prostituzione? Nei miei due anni nel bordello, non ho visto una
sola cliente. Erano tutti maschi. Tutti.
E le persone che
hanno comprato erano donne. Tutte. Ci sono persone che si prostituiscono di
sesso maschile, ovviamente, ma sono quasi
sempre gli uomini a comprarle.
La prostituzione è
intrinsecamente sessista. Niente potrà cambiarla.
Quando legalizziamo l'industria del sesso,
legalizziamo il sessismo e l'oppressione sessuale delle donne. Ecco perché sostengo
il modello nordico.