mercoledì 29 agosto 2018

Che la sia scelta o meno, la prostituzione e i clienti sono sempre uguali





Vi propongo questa traduzione di una donna della Nuova Zelanda tratta dal sito Nordic Model Now!


Olivia scrive dalla Nuova Zelanda dove il mercato del sesso è totalmente depenalizzato.



"Ehi tu! Se una donna sceglie di fare il lavoro sessuale, allora significa che il lavoro sessuale le dà potere e tu sei solo una delle tante  SWERF bigotte. Sì, tu!", mi dite.

Sono una di quelle donne che si dice siano qui per scelta. Nessuno mi ha costretto; certo ero minorenne quando ho fatto questa scelta, ma era pur sempre la mia "scelta", così come voi definite il termine.  E continuo a fare questa "scelta" ogni volta che mi alzo ed entro nel bordello per guadagnare soldi (vale a dire ogni volta che devo pagare l'affitto, le bollette o ho bisogno di mangiare o di soddisfare altre necessità, cioè sempre).

All'inizio pensavo che essere occupata nell'industria del sesso fosse un'idea geniale, era qualcosa che potevo fare senza qualifiche o senza esperienza, senza avere una casa o un documento d'identità. Ed era la garanzia di avere un reddito che mi consentisse di provvedere ai miei bisogni e ad altro. Le pubblicità sui giornali dei club e dei bordelli nei quali sarei stata assunta  dopo aver compiuto 18 anni garantivano che si trattava  di un lavoro  FACILE,  in cui si guadagnavano molti SOLDI e che  i clienti erano GENTILI. Pensavo di poter usare il denaro per avere più scelte in futuro, pagarmi l'università ecc. E per un po', quando ero giovane (e prima della recessione economica) ebbi un sacco di soldi per vestiti e droghe  e per un look favoloso ( cose che allora mi sembravano importanti). Potevo sempre dare soldi agli amici ogni volta che avevano difficoltà economiche. Potevo sempre dire "tocca a me pagare" solo perché era bello poter offrire.

Pensavo di poter rendere  i miei difficili trascorsi di abusi (da parte dei miei genitori) solo  un evento del passato a cui non avrei mai più pensato. Sarei diventata una donna libera e indipendente ( con le canzoni di Beyoncé come colonna sonora).

Questa dimensione di scelta non ha reso le esperienze che ho avuto nel corso degli anni nell'industria del sesso e con i clienti diversa dalle esperienze che hanno con questi stessi clienti le vittime di tratta o le persone indotte alla prostituzione dal Romeo di turno.

La stragrande maggioranza dei clienti è composta da emeriti stronzi. Non sto esagerando, non sono diventata femminista perché odio gli uomini (poveri uomini innocenti). Un tempo ero, fra tutte le donne, la più grande fottuta sostenitrice degli uomini, perché ero affamata d'amore. Quindi non essere sciocco, continua ad ascoltare .

Ai clienti non glie ne frega un cavolo se hai 18 anni o meno. In effetti molti preferiscono che tu ne abbia meno. Non glie ne frega niente che tu sia vittima di tratta o che tu sia stata ingannata o indotta a prostituirti o che l'idea (di entrare nell'industria del sesso) sia tua o che tu ti sia imposta di vedere la vita in rosa. Ci trattano tutte allo stesso modo. Come se non valessimo niente. Come se fossimo una loro proprietà. Come se esistessimo per servirli e per fare da ricettacolo ai loro corpi e alle loro perversioni. Come se fossimo dei  sacchi da boxe sui quali riversare aggressività e problemi, perché non siamo nessuno. Perché non abbiamo alcun potere. E perché spesso a nessuno frega qualcosa di noi.

Possono persino ucciderci pensando che nessuno se ne accorgerà e che stanno facendo il bene dell'umanità sbarazzandosi di noi. Molti serial killer che erano clienti e avevano come obiettivo dei loro omicidi donne prostituite hanno anche espresso pubblicamente questo sentimento nelle aule dei tribunali e nelle celle. Davvero, penso che nessuno di quegli assassini abbia controllato per prima cosa se le loro vittime fossero lì per scelta oppure no. "Oh, tu hai scelto di essere prostituta, quindi sarò gentile con te!", nessun cliente ha mai detto questo.

Purtroppo la società condivide la visione dei clienti. Le prostitute sono vittime del più alto tasso di omicidi in rapporto a qualsiasi altra attività e a qualunque altra donna e le nostre uccisioni ricevono minore attenzione da parte dei media. La nostra società pensa che i clienti siano solo dei "bravi ragazzi" che hanno il diritto di comprare e usare le donne. Amnesty International ha anche proposto che l'acquisto di una persona per uso sessuale sia riconosciuto come un diritto umano, annullando il diritto umano internazionale vigente a non essere prostituite.  Il diritto alla libertà di espressione, alla sicurezza della persona, il diritto ad un trattamento e a condizioni giuste e uguali  sul posto di lavoro, il diritto a vivere liberi dalla tortura e il diritto a non subire stupri / rapporti sessuali non desiderati sono tutti negati alle prostitute. La "scelta" in questo contesto fa davvero poca differenza.

Voler criminalizzare i clienti MA NON chi si prostituisce non significa odiare o escludere le lavoratrici del sesso. La criminalizzazione dei clienti riguarda i clienti. Si tratta di riconoscere che è impossibile perseguire i clienti per ciò che ci fanno subire se l'acquisto di sesso è legale e legittimo.

Se volete parlare di depenalizzazione delle prostitute e di sostegno alle scelte delle donne, allora sfondate una porta aperta e non ci chiudete la bocca e ascoltate abbastanza a lungo da capire. Perché ci avete etichettate come SWERF e usate questo insulto per calunniarci e zittirci. La sola differenza (tra noi e voi) è che noi vogliamo anche creare opzioni migliori e in numero maggiore per le donne e per le prostitute, in modo da poter avere effettivamente delle possibilità di scelta  quando non ne abbiamo e averne di più quando le nostre sono limitate.   

Sono per l'offerta di sostegno e servizi alle prostitute affinché possiamo accedere a carriere che siano più gratificanti della prostituzione, non solo finanziariamente, ma su ogni altro piano, carriere che non richiedano in cambio di rinunciare ai nostri diritti sul nostro corpo e sulla nostra  sessualità. Le nostre carriere [attuali] sono la principale fonte di reddito per gli uomini che investono nella  pornografia, negli strip clubs  e nella prostituzione. Ecco dove vanno a finire i soldi che guadagno da prostituta: prima che lascino le mani dei clienti finiscono nelle tasche dei magnaccia  e non mi ricordo mai di aver scelto di non essere inclusa nella produzione. Non mi ricordo mai di aver detto che preferisco  ottenere le briciole da queste persone a condizione di fare ciò che vogliono. Eppure tutto quello che produciamo nell'industria del sesso, sulle spalle della miseria umana, sono gli orgasmi maschili (e di nuovo sono gli uomini che ottengono tutti i soldi  generati  da questa  pseudo industria in quanto prosseneti, proprietari di bordelli, proprietari di strip club e pornografi). Faccio davvero fatica a capire dove stia l'empowerment per le donne in questo cosiddetto lavoro che somiglia di più alla schiavitù.

Il mondo del lavoro da cui siamo escluse deve essere aperto e in esso le donne devono essere valutate allo stesso modo degli uomini e guadagnare per lo stesso lavoro la stessa retribuzione.  Questo è il vero femminismo e questo il vero empowerment - non strisciare nude a quattro zampe per un po' di soldi, sorridendo, mentre si subisce la violenza, del gioco imposto dagli uomini.

E' spiacevole per alcune donne sentire queste cose, ma questa è la realtà nuda e cruda e sceglierla non la muta in qualcos'altro. E la vergogna o lo "stigma" connesso a questa realtà non è della prostituta. Avete ragione ad arrabbiarvi con la lunga tradizione della proiezione che fa ricadere  questo peso aggiuntivo sulle spalle delle donne prostituite.  Ma la vergogna  ricade in pieno sui clienti e sui magnaccia che sfruttano le prostitute e sulla società  che non offre alle donne la stessa gamma di opzioni di cui godono gli uomini, sulla società che rende la scelta di una donna non uguale a quella di un uomo.

E il fatto che la scelta di una donna non sia uguale a quella di un uomo in questa società è il motivo per cui le prostitute sono per lo più donne e ragazze e i clienti quasi sempre uomini ed è la ragione per cui i magnaccia rilanciano la frase "femminista": "E' una scelta della donna" allineandosi ai media e alla pubblicità. Ed è per questo [per evitare questo recupero] che abbiamo bisogno del  [vero ] femminismo.


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