giovedì 16 ottobre 2014

"Posizione libertaria"? "Libertà"? Quello cui Lei si ispira è piuttosto l'ultraliberismo, dal momento che confonde la libertà di mercato con quella sessuale! "

 


Pubblico, suddivisa in due sezioni (una oggi e un'altra domani), la traduzione delle FAQ elaborate da Zéromacho, un'associazione maschile abolizionista, in risposta alle obiezioni più comuni delle persone, in particolare degli uomini, favorevoli alla prostituzione.
 
Obiezioni preliminari
 
Obiezione n.1. La prostituzione è un problema che non mi riguarda.
Il problema della prostituzione non mi interessa.
Risposta di Zéromacho:
La prostituzione esiste e, quindi, mi riguarda. Vivo in una società nella quale certi uomini esercitano il potere del denaro: comprano il diritto di penetrare una persona che non prova alcun desiderio nei loro confronti e subisce, nella maggioranza dei casi, la pressione dei magnaccia. Trovo insopportabile questa violenza e mi attivo affinché questa situazione cambi, operando con l'associazione Zéromacho contro il sistema prostituente e per promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne.
 
Obiezione n.2 Non sono molto motivato
Condivido le vostre convinzioni, ma non fino al punto di impegnarmi firmando un manifesto (contro la prostituzione) su un sito web
Risposta di Zéromacho:
Male! Lei ha l'opportunità di agire affinché ci sia un po' meno violenza nel nostro mondo, un po' meno disprezzo per le donne nella nostra società. Lei sa bene che il peggior insulto - "puttana" - è anche il più diffuso.
 
Libertà
 
3. Gli uomini ne hanno diritto!
Viviamo in una società democratica. Se alcuni uomini vogliono comprarsi una prostituta, perché impedirglielo? Cosa fanno di male?
Si renda conto dei rapporti di forza vigenti: i prostitutori (= i clienti) abusano di una persona vulnerabile, disperata e, nella maggior parte dei casi, costretta dai papponi. Comprando il diritto ad una penetrazione sessuale, esercitano un dominio maschilista e un potere fondato sul denaro. Contribuiscono a perpetuare un sistema internazionale di violenze e di traffici criminali.
Certo, Lei ha la fortuna di vivere in una società democratica, ma conosce il motto della Repubblica francese: "Libertà, Uguaglianza, Fraternità": in Francia, le persone nella prostituzione sono trattate in conformità a questi valori? Lei riesce ad immaginare quel che vivono donne la cui esistenza quotidiana è  fatta di umiliazioni, brutalità, reiterate penetrazioni non desiderate? Si metta al loro posto, Lei o la donna che ama! Allora, continua a non vedere quali violenze esercitano i prostitutori?
Non siamo più ai tempi in cui le donne dovevano subire la legge degli uomini e soddisfare i loro desideri. La prostituzione è anacronistica!
 
4. Un uomo ha il diritto di godere
Il piacere sessuale non è un diritto dell'uomo?
Certamente, ed è proprio per questo che è stata inventata la masturbazione.
A parte gli scherzi, nel sesso è coinvolta un'altra persona e questo cambia tutto. Il rapporto sessuale è una possibilità, frutto di un incontro. Dire che una persona ha diritto ad un rapporto sessuale significa affermare che un'altra ha il dovere di praticarlo. Ma la società è progredita nel momento in cui le donne si sono liberate del "dovere coniugale". Anche le donne hanno diritto a godere!
 
5. Si tratta di una questione riguardante la sfera privata.
Lo Stato non deve intervenire in questioni che riguardano la vita privata dei cittadini, come il sesso fra persone consenzienti.
Lo Stato già interviene a difendere le persone più vulnerabili: ad esempio, in Francia, la legge vieta il sesso a pagamento con una minorenne, benché consenziente.
La prostituzione riguarda la vita privata dei cittadini? Anche se praticata in luogo privato, la prostituzione è in realtà lo sfruttamento di massa della povertà  e un sistema di dominazione maschilista. Il denaro non cancella il rapporto di potere.
 
6. E la libertà sessuale?
La prostituzione è parte della libertà sessuale.
La libertà di chi? La libertà dell'uno di non tener conto della libertà dell'altro, della sua situazione, dei suoi desideri? La libertà sessuale non vale per entrambi? In caso contrario, essa è soltanto il dominio del più forte. Nella prostituzione, il potere del denaro permette a certi uomini di pagare per penetrare la vagina o la bocca di una donna che non ha la libertà di rifiutare.
 
7. Moralismo versus atteggiamento libertario
Voler abolire la prostituzione è proprio del femminismo moralista. Io assumo invece una posizione libertaria e invoco la libertà.
"Posizione libertaria"? "Libertà"? Quello cui  Lei si ispira è piuttosto l'ultraliberismo, dal momento che confonde la libertà di mercato con quella sessuale! Quanto al moralismo, parliamone! E' proprio il moralismo a mantenere in vita la prostituzione, poiché divide le donne in "sante" e in "puttane". Noi siamo favorevoli a una sessualità libera e alla reciprocità del desiderio e del godimento.
 
8. E' la vostra morale.
Voi cercate di impormi la vostra morale. Se la prostituzione non vi piace, non stressate però gli altri!
Il nostro impegno è volto alla promozione dei valori umani fondamentali, fra i quali vi sono il rispetto degli altri e l'uguaglianza: nessun uomo può accampare diritti sugli altri e tanto meno il diritto di comprare una penetrazione sessuale non desiderata. Occultare queste violenze è un atto vile e chi tace acconsente.
 
9. Quanti sono i clienti?
Quanti uomini ricorrono alla prostituzione?
Troppi! Sono una minoranza, ma sono comunque troppi. Sono troppo pochi invece gli uomini che si oppongono alle violenze del sistema prostituente. Il loro silenzio è una forma di complicità con questo sistema di dominazione da machi.
 
Bisogni
 
10. Gli uomini hanno dei bisogni.
Il ricorso alla prostituzione non corrisponde ad un bisogno maschile naturale ed incoercibile? Gli uomini non sono come le donne: hanno forti bisogni sessuali, a volte pressanti.
"Pressanti" o anche "irrefrenabili" i "bisogni" sessuali maschili? Aver voglia di urinare, ecco un bisogno naturale e incoercibile, come bere, dormire o respirare. Il desiderio sessuale può essere molto forte, ma non è mai scoppiato un testicolo, né è mai morto nessuno per mancanza di rapporti sessuali. Ci si può sempre masturbare ed è gratis!
La pornografia cerca di imporci i suoi schemi semplicistici, con maschi sempre arrapati; ma gli uomini non sono tutti ossessionati dal sesso.
Attenzione alle generalizzazioni sugli uomini e sulle donne!
Molti dei nostri presunti "bisogni" non sono forse indotti da chi vorrebbe ridurci alla condizione di consumatori?
Quanto al desiderio sessuale, dipende da ciascun individuo, dal periodo e da altri fattori, ma non dal fatto di essere un uomo o una donna.
 
11. Quando sarò anziano.
Ora, è chiaro, non ho bisogno della prostituzione, ma quando sarò anziano, se nessuna donna mi vorrà....
E, naturalmente, Lei sceglierà una giovane donna che Le piacerà, poiché avrà la possibilità di sceglierla, a differenza di quanto potrà fare la donna.  Quando sarà anziano, non Le sembrerà spiacevole imporre un rapporto ad una donna che non proverà alcun desiderio per Lei?  Non è questa la mia idea di sesso: se mi trovassi in quella situazione, mi soddisferei da solo! Viva l'autogestione!                                     
 
12. Iniziatrici
Le prostitute sono professioniste che possono iniziare al sesso un giovane uomo che ha paura di non sapere cosa fare con una ragazza.
Quale apprendistato! Toccare il corpo nudo di una donna che non prova alcun desiderio, non preoccuparsi del godimento della partner, associare l'erezione al denaro! Lei trova che qualche carezza e una rapida eiaculazione siano un buon modo di iniziare la propria vita sessuale? Non è così che un giovane uomo diventerà un buon amante, attento al piacere della partner.            
Può già esercitarsi da solo a infilarsi un preservativo; per il resto, scoprirà che si impara l'uno dall'altra, insieme.
 
13. E gli uomini con disabilità?
E gli uomini con disabilità? Dovrebbero poter beneficiare di un'assistenza sessuale
Ah! Bene! Secondo voi, allora, non possono essere desiderati per quello che sono e dovrebbero pagare per ottenere godimento sessuale! Quanto agli uomini con disabilità che soffrono di solitudine, chi  Le permette di dire che vogliano comportarsi come machos che impongono alle donne i propri desideri?   
Lei si preoccupa, ad esempio, dell'accessibilità di queste persone agli edifici pubblici? Ecco cosa potrebbe aumentare la loro libertà d'azione e le loro possibilità di incontro! Perché dare priorità alla sessualità degli uomini (e non delle donne) in rapporto ad altri bisogni più importanti per migliorare il loro posto nella società?
 
14. E i bisogni insoddisfatti?
E gli uomini che hanno bisogni insoddisfatti, perché le loro partner non ne hanno voglia o non possono soddisfarli?
Che ne sa Lei dei motivi di questo comportamento? Dire "mia moglie non vuole" è più facile che cercare il dialogo con lei, cosa che presuppone che ci si voglia rimettere in discussione. Forse la moglie ha un calo del desiderio (cosa che può capitare anche ad un uomo) e se dura da tempo si tratta di un problema da affrontare insieme. Forse rifiuta ciò che le chiede il marito dopo averlo visto nei film porno. Forse l'uomo non propone alla "madre dei suoi figli" pratiche che considera sporche o animalesche. In ogni caso, il dialogo è salutare, talvolta anche con il sostegno di qualcuno.
A proposito di insoddisfazione, Lei ha pensato alle donne sole, ad esempio ai 3 milioni di vedove che ci sono in Francia? Lei è pronto a dedicare la Sua attenzione alle donne che non hanno rapporti sessuali?
 
L'ordine sociale
 
15.Penso che la prostituzione favorisca la fedeltà della coppia e la stabilità familiare.
La sua idea di coppia si fonda sull'ipocrisia! Una coppia che ha bisogno della prostituzione per durare non è certo una coppia ideale.
 
16. La prostituzione impedisce lo stupro
La prostituzione non è un mezzo per canalizzare l'aggressività sessuale e le pulsioni di certi uomini? Se non ci fossero le prostitute, i perversi o i frustrati aggredirebbero le altre donne. Io penso che la prostituzione impedisca lo stupro.
Per Lei, dunque, una categoria di persone particolarmente vulnerabile deve servire da sfogo ai perversi violenti del pianeta! Tocca a loro sacrificarsi per il benessere degli altri! Ma le prostitute non sono esseri umani come me e Lei?
Ancora: perché deve esistere una categoria di persone che io potrei ferire e torturare pagando, allo scopo di canalizzare le mie pulsioni aggressive? lei non trova che potrei cercare altri mezzi per canalizzare l'aggressività sessuale o di altro tipo? Ognuno di noi apprende dall'infanzia a controllare le proprie pulsioni. In caso contrario  la vita sociale sarebbe impossibile.
Per me, la prostituzione è affine allo stupro. Il denaro in questo caso sostituisce il coltello. In entrambi i casi, i desideri dell'altro vengono negati : la donna costringe se stessa o viene costretta.
La prostituzione incita alla violenza sessuale, avvalorando l'idea che alcuni corpi femminili sono oggetti pubblici  dei quali qualsiasi uomo può appropriarsi con la forza o con il denaro.
 
 La miseria sessuale
17. Io non ho bisogno della prostituzione, ma penso che essa risponda a un bisogno sociale: soddisfare i desideri di persone isolate, frustrate, timide. Le prostitute assicurano un servizio: alleviano la miseria sessuale.
Non si tratta piuttosto di miseria affettiva, di solitudine, di bisogno di scambiare due parole, di bisogno di conversare? Le donne nella prostituzione non sono delle maghe, né delle psicoterapeute. Tocca agli uomini svolgere un lavoro su se stessi per uscire dall'isolamento e incontrare le donne! Più esercitano il dominio attraverso il denaro, più si allontanano dalla possibilità di avere, un giorno, un rapporto autentico con donne che non siano interessate ai loro portafogli, ma alle loro persone. 

martedì 14 ottobre 2014

Le persone prostituite si sentono più sicure in Svezia che negli altri Paesi dove hanno venduto sesso


Periodicamente  vengono evocati i presunti effetti nefasti che la legge svedese sulla prostituzione avrebbe provocato, in particolare violenza e clandestinità.  Che si tratti di una leggenda nera facile da sfatare  lo dimostra questo dossier predisposto dall'organizzazione ZéroMacho, più precisamente da Didier Bois


La Cancelliera della Giustizia svedese, così come i procuratori e i poliziotti ( che sono tutti persone attendibili) e gli assistenti sociali attestano che le persone prostituite dicono loro di sentirsi più  sicure in Svezia che negli altri Paesi in cui hanno venduto sesso. I magistrati e i poliziotti comprovano anche il successo del modello nordico di divieto di acquisto dei rapporti sessuali, "uno sbarramento contro la tratta", e smentiscono la leggenda della clandestinità diffusa negli altri Paesi europei dall'industria del sesso.

 

Il rapporto governativo di valutazione della legge (2010)

In Svezia una commissione indipendente e presieduta dal Cancelliere della giustizia ha concluso che la legge ha avuto effetti sostanzialmente positivi su tutte le persone coinvolte (ad eccezione dei magnaccia, dei trafficanti e dei clienti). il numero delle prostitute di strada si è ridoto della metà.

Evoluzione della mentalità: il 13,6% degli uomini pagava "prestazioni sessuali" prima del 1999 e la maggioranza della popolazione era contraria alla legge.  Oggi, meno dell'8% degli uomini acquista prestazioni sessuali e il 70% della popolazione è favorevole alla legge di criminalizzazione dell'acquisto dei rapporti sessuali.

La prostituzione in rete è aumentata in Svezia come altrove e non è attribuibile alla legge, ma allo sviluppo di Internet. Si trovano molti più annunci on line nei Paesi vicini.

Dopo aver ascoltato le testimonianze delle donne prostituite e delle ex prostitute, degli assistenti sociali, dei poliziotti e di altre persone direttamente interessate, nel 2010 la commissione ha concluso che la legge rappresentava un ostacolo all'insediamento dei trafficanti e dei magnaccia e aveva determinato una riduzione della criminalità organizzata.   

http://www.regeringen.se/content/1/c6/14/92/31/96b1e019.pdf

 

Constatazioni dei magistrati

La magistrata internazionale di Stoccolma Lise Tamm, la Cancelliera della giustizia svedese Anna Skarhed, il procuratore Thomas Ahlstrand di Göteborg hanno tutti confermato l'efficacia del modello nordico (che penalizza i clienti) nella repressione della tratta. Tutte queste persone attendibili hanno anche smentito formalmente l'opinione che la legge abbia spinto alla clandestinità le persone prostituite. Al contrario! Esse hanno affermato che le persone prostituite sono più sicure grazie alla legge che vieta l'acquisto dei rapporti sessuali.

 

Lise Tamm, procuratore capo del tribunale internazionale di Stoccolma, davanti alla Commissione speciale francese sulla prostituzione, ha detto il 5 novembre 2013:

 

"Nel 1999, quando la legge è stata approvata in Svezia, si pensava che la prostituzione sarebbe diventata clandestina. Ora, questa legge è in vigore da parecchi anni e non abbiamo assolutamente constatato una maggiore vulnerabilità, un rischio più accentuato per le donne [che si prostituiscono]. Assolutamente. Al contrario! Esse ricevono maggior sostegno dai servizi sociali e dalla polizia che cerca di salvarle. [Che la legge sulla prostituzione abbia prodotto un aumento della clandestinità] è un mito infondato. Coloro che continuano a sostenerlo, portino le prove! Prove che io non ho mai visto. Eppure opero sul campo!...E' un mito...E' un argomento infondato...All'epoca, nel 1999, pensavo che la prostituzione sarebbe diventata clandestina. Non era vero!"

 

Lise Tamm nega che la legge svedese abbia prodotto un deterioramento delle condizioni di vita delle persone prostituite e parla, al contrario, di una loro maggior tutela.

http://rememberresistdonotcomply.wordpress.com/2013/11/20/une-procureure-de-stockholm-decrit-la-reussite-de-l-abolitionnisme-en-suede/

 

Il procuratore Thomas Ahlstrand di Göteborg guardava con scetticismo alla legge del 1999.

"Prima del 1999, pensavo: "Perché dovremmo intervenire  nella sfera privata delle persone?" Poi ha iniziato a occuparsi della tratta delle persone a scopo di sfruttamento sessuale e ha constatato l'efficacia del modello nordico. "Grazie al divieto di acquisto del sesso, ci è più facile identificare magnaccia e trafficanti. Oggi penso che questo divieto sia una delle migliori invenzioni svedesi".

Secondo il procuratore svedese, la cosa è molto semplice: "Il divieto di acquisto di sesso dà accesso alle organizzazioni sulla tratta delle persone, un accesso che non avremmo mai avuto in caso contrario". (Marzo 2014).

La Cancelliera della giustizia svedese, Anna Sharked, ascoltata come esperta in un'udienza pubblica in Germania al Bundestag (marzo 2014), osserva: "Da voi circolano molti miti sulla legge svedese sulla prostituzione. Oggi avrete l'occasione di sentir parlare della realtà. Quando abbiamo approvato questa legge, avevamo due speranze: arrivare a dissuadere i compratori di sesso e ridurre il numero delle donne costrette a prostituirsi. Volevamo anche rendere la Svezia un Paese meno attraente per i trafficanti. Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissi".

http://ressourcesprostitution.wordpress.com/2014/03/23/voie-suedoise-et-impasse-allemande-emma/

 

3. Anche gli assistenti sociali svedesi constatano la maggior sicurezza delle persone prostituite in Svezia rispetto agli altri Paesi europei.

Lisa Green, assistente sociale di Malmö, ha confutato il mito secondo il quale le prostitute sarebbero precipitate nell'illegalità e le assistenti sociali non sarebbero più riuscite a raggiungerle. E' accaduto esattamente il contrario, ha dichiarato Lisa Green. "Noi diciamo chiaramente alle donne che non devono essere loro, ma i clienti a provare un senso di colpa e di vergogna. E' per questo che si fidano di noi. Inoltre  continuiamo a raggiungere le donne là dove si trovano: in strada, negli hotel, in rete" (Udienza pubblica al Bundestag, marzo 2014)

http://ressourcesprostitution.wordpress.com/2014/03/23/voie-suedoise-et-impasse-allemande-emma/

 

"Minori violenze, salari più elevati, il "mercato" svedese sembra più sicuro per le prostitute". Miki Nagata (assistente sociale a Stoccolma) si occupa di una giovane donna che, dopo essere stata escort in Germania, esercita oggi in Svezia. "Si sente più sicura, perché sa che può recarsi dalla polizia se è vittima di un cattivo cliente. La legge riequilibra un po' il rapporto di forza in senso favorevole a queste donne".


 

Karin Sidenvall, assistente sociale al Centro sulla prostituzione di Stoccolma (pubblico e gratuito), stima che non  si sia avuto alcun peggioramento delle condizioni delle persone prostituite in seguito alla penalizzazione dei clienti:

"Le persone che vengono da noi non ci riferiscono di un peggioramento delle loro condizioni. E non mi hanno mai parlato di clienti più violenti dopo la penalizzazione. Notiamo, al contrario, che   esse sentono che la legge riconosce la loro sofferenza. Per loro, questa legge riconosce che la prostituzione è una violenza che subiscono".


 

Così, l'associazione di prostitute svedesi PRIS è molto favorevole alla penalizzazione dei clienti e raccomanda il modello nordico a tutti i Paesi del mondo.

http://www.nätverketpris.se/goals.html

 

4. La polizia svedese  afferma che la penalizzazione dell'acquisto dei rapporti sessuali è diventata la principale arma nella lotta contro la tratta.

Lo confermano le intercettazioni telefoniche. La polizia smentisce formalmente il mito della clandestinità e attesta che le persone prostituite confidano di sentirsi più sicure in Svezia.

Simon Häggström, capo della squadra antiprostituzione di Stoccolma, udito dal Senato francese il 20 maggio 2005, osservò: " Le donne prostituite dicono che la Svezia è un Paese più sicuro degli altri. Molte hanno precedentemente venduto sesso in altri Paesi europei e dicono che gli svedesi che le frequentano hanno molta paura, perché sanno che la polizia li cerca e che devono comportarsi bene perché in caso contrario la donna può chiamare la polizia senza incorrere in alcuna sanzione" (30° minuto dell'intervista)".

L'ispettore Simon Häggström dichiarò anche: "8 clienti su 10 ammettono immediatamente sul posto di aver commesso il reato. 9 donne prostituite su 10 testimoniano. Quando si arrestano dei clienti, molto spesso si trovano i magnaccia. In un giorno solo, quindi si può arrestare un cliente, un magnaccia e si può indirizzare una vittima da un'assistente sociale. L'applicazione di questa legge non richiede enormi risorse: 2 poliziotti e in un solo giorno si concludono molti casi".  (27° minuto dell'intervista).

A Stoccolma prima della legge si potevano contare 80 persone che si prostituivano. Oggi sono solo una dozzina.

Nel 1995 in Svezia, c'erano circa 2500 persone che si prostituivano. Oggi penso che ve ne siano circa 1000. Quindi la tratta e la prostituzione non sono più problemi gravi in Svezia.

Consenso politico: tutti i partiti apprezzano la legge, anche il partito d'opposizione. Tutti pensano che sia una buona legge e vogliono mantenerla in vigore. E' certo la sola cosa sulla quale sono tutti d'accordo.

Tutti i sondaggi hanno dimostrato che l'opinione pubblica è al 70% favorevole alla legge e questo sostegno è particolarmente forte fra i giovani. Eppure, prima della promulgazione della legge, la popolazione svedese era contraria alla criminalizzazione dei clienti.

Si sono registrate delle conversazioni tra magnaccia che sostengono che la Svezia non sia un buon mercato. Dicono che questa legge non gli sta bene, che anche nel caso in cui non vangano arrestati, potrebbero venire arrestati i loro clienti. Quindi non guadagneranno denaro. E sostengono  che andranno in altri Paesi europei con legislazioni differenti. http://videos.senat.fr/video/videos/2014/video22850.html

 

Mats Paulsson, della sezione di lotta contro la tratta di Västra Götaland: "Per noi, questa legge è veramente utile per svolgere indagini sulla tratta. Ci consente di penetrare nell'ambiente della prostituzione e i clienti ci forniscono molte informazioni... I magnaccia che operano in Svezia devono spostarsi continuamente per non essere scoperti".

 

Kajsa Wahlberg, commissaria del Consiglio nazionale della polizia e autrice del rapporto nazionale sulla tratta, spiega il funzionamento della legge: "Capita abbastanza spesso che i poliziotti riescano a scoprire un magnaccia in seguito all'arresto di un cliente. Mentre stanno raccogliendo la testimonianza della donna, il prosseneta entra nell'appartamento, chiedendosi perché non risponda al telefono da mezz'ora". Kajsa Wahlberg sostiene che in Svezia non sia possibile lo sviluppo di reti di trafficanti: "I trafficanti controllano al massimo 2 o 3 ragazze".

Zanna Tvilling, della polizia di Stoccolma, conferma e aggiunge che capita abbastanza spesso che i clienti testimonino nei casi di tratta o di sfruttamento della prostituzione.


 

5. Prova, grazie alle cifre, della tutela assicurata dal modello svedese:

Dal 1998 al 2013, si sono avuti 127 omicidi di persone che si prostituivano nei Paesi Bassi, mentre in Svezia è stata assassinata una sola prostituta (dal marito e non nell'ambito della prostituzione) nello stesso periodo (Nothern Ireland: Official Report, 9 gennaio 2014, Committee for Justice: Human Trafficking and Exploitation, page 5)

Svezia = 9 milioni di abitanti

Paesi Bassi = 16 milioni di abitanti


 

Questa maggior sicurezza delle persone che si prostituiscono è stata notata anche dalla giornalista Joan Smith:

"Gli uomini svedesi vogliono solo coiti e rapporti orali. Sanno che devono comportarsi bene se non vogliono essere arrestati. Si astengono dall'essere violenti" (Joan Smith, The Indipendent, 26 marzo 2013)



 

 

 

martedì 7 ottobre 2014

Fiera di essere femminista. Testimonianza di una nativa canadese sopravvissuta alla prostituzione

Intervento di una sopravvissuta alla prostituzione alla Conferenza promossa dall' Aboriginal Women’s Action Network, dal titolo «One is Too Many», Vancouver (C.-B.) Coast Salish Territories,  26 marzo 2009.

Buongiorno,
sono una discendente dei Kwakwakeuk e dei Coast Salish. Voglio ringraziare il popolo Coast Salish perché ci permette di essere qui, sui loro territori non ceduti. Discendo da generazioni di avi oppressi dai governi e dalle chiese. I miei genitori e i miei nonni sono tutti il prodotto delle scuole residenziali indiane. Io stessa ho subito il prolungamento del programma governativo di distruzione dell'unità del nostro popolo. Sono stata vittima di quello che oggi viene  definito il rapimento di bambini aborigeni degli anni Sessanta e sono stata collocata presso famiglie affidatarie violente ed abusanti.
Qui, sulle nostre terre ancestrali, abbiamo  visto perpetrare la violenza fisica e sessuale in modo sistematico e abbiamo subito incesti e molestie dai padri, dagli zii, dai  genitori affidatari. Questa violenza sessuale ci ha addestrato a quella futura. A 14 anni ho iniziato a fuggire da queste famiglie affidatarie. Sono arrivata a Vancouver a 15 anni e ho trovato mia mamma in un piccolo albergo fatiscente: il Sunrise Hotel. La sua forza era stata spezzata nella scuola residenziale che era stato il luogo di addestramento a ciò che l'avrebbe attesa nel futuro: uomini violenti e prostituzione. Mia madre ha pianto fino al giorno della sua morte. A 15 anni ho formato una famiglia nel quartiere più povero di Vancouver con altre persone come me, una famiglia da me creata o che è stata creata per me.
Mi sentivo un peso per la mamma che fruiva di un modesto assegno sociale. Sapevo che non era in grado di sopportare questo onere. Non avevo molte possibilità di scelta.
Così, quando ho incontrato quello che sarebbe diventato il mio ragazzo e il mio magnaccia, sono stata subito disposta a fare quel che ho fatto per sopravvivere. Sono stata preparata, addestrata, incoraggiata a prostituirmi dalle sue "belle" parole: "Lo fanno tutte!"  e dalle sue promesse: "Non ti amerò di meno". Ricordo di aver iniziato a prostituirmi molto giovane; ero ancora una bambina... e di aver pianto parecchio prima di addormentarmi...piena di vergogna e di rimorsi. Ho iniziato a  consumare droghe ed alcool per reprimere questi pensieri ed emozioni. In quel periodo della mia vita, ho pensato che questo fosse il mio destino e che non sarei mai riuscita a trovare niente di meglio. Il mio magnaccia confermava le mie convinzioni: "Nessuno vorrà più saperne di te". Mi sono così adattata ad una situazione difficile, che consisteva nel fatto che la mia vita era un incubo e che l'incubo sarebbe continuato qui in città.
Durante il periodo che ho trascorso in strada sono stata aggredita con coltelli e pistole, fisicamente e sessualmente, tante di quelle volte  da non poterle contare neppure se lo volessi. Molte volte mi sono trovata con gli occhi pesti e senza sapere a chi rivolgermi. Sono stata aiutata da alcune organizzazioni che mi hanno dato dei preservativi, moduli di denuncia degli aggressori e false speranze. Ho raccontato la mai storia all'organizzazione Alliance for the Safety of Prostitutes e ho partecipato a una sua campagna. Ho indossato t-shirts che recavano  la scritta: " A blow-job is better than no job " (Un pompino è meglio della disoccupazione). Mi hanno dato preservativi per proteggermi dalle malattie e dalle gravidanze, ma non mi hanno offerto alternative. Non mi hanno offerto mezzi per uscirne. Tutto ciò mi ha confermato nell'idea che questo fosse il mio "destino".
Non erano disponibili né alloggi, né corsi di formazione, né altre occupazioni.
Mi ricordo di aver sentito parlare di donne che erano sparite o erano state trovate morte mentre "stavano lavorando" in strada.  "Stavano lavorando": non mi piace usare questo verbo nella stessa frase in cui compare la parola "prostituzione". Non era un lavoro. Non c'erano vantaggi.  Non mi sono stati pagati gli elevati rischi corsi e i danni subiti, perché non era un lavoro: gli uomini pagavano per stuprarmi. Se non mi fossi imposta la regola di non uscire dalla città con un cliente, sarei morta anch'io. Sono stata avvicinata da uomini che volevano condurmi fuori dalla città.
Le mie amiche non hanno avuto l'opportunità di raccontare la loro storia, perché sono state trovate morte in luoghi come la fattoria di Pickton. Le piango. Ho anche contribuito a decorare un   totem in memoria di quelle che sono scomparse o che sono state trovate morte. Altre nostre sorelle spariscono ancora ogni giorno.
Nel corso dell'ultimo anno, ho appreso che due delle nostre ragazze si sono suicidate piuttosto di continuare ad essere pagate per essere stuprate. Si sono lanciate dal balcone per sfuggire alla violenza della prostituzione. Queste giovani hanno vissuto in luoghi come la Beach Avenue e hanno lavorato  per agenzie di escort di lusso  sedicenti sicure. E' triste quando il suicidio  sembra essere l'unica opzione rimasta, ma ciò accade di continuo.
Quello che sappiamo è che donne e bambine aborigene subiscono danni nel momento stesso in cui ne parliamo. Donne e ragazze ricorrono ad alcool e droghe per resistere.
Quando mia madre è morta a 38 anni, io ne avevo 22. Questo  evento ha segnato un punto di svolta nella mia vita. Non avevo più motivo di restare nel quartiere Downtown Eastside.
Ho cercato di trovare aiuto presso i centri di disintossicazione e di seguire il programma degli Alcolisti Anonimi. Non c'erano servizi concepiti per aiutare le donne ad uscire dai marciapiedi. C'era solo il modello della "riduzione del danno", dei preservativi e dei moduli di denuncia degli aggressori. Abbiamo un sacco di problemi da affrontare quando lasciamo il marciapiede. La vergogna, il disturbo da stress post-traumatico, lo spaesamento, la mancanza di autostima. Non avevo  istruzione ed esperienza per trovare un lavoro e non avevo accesso ad un alloggio sicuro e  a prezzi accessibili.
Quindi, quando dite di volerci offrire aiuto, noi rispondiamo che "Vogliamo fare veri lavori, non pompini".
Alcuni sostengono di avere il sostegno degli Aborigeni per promuovere i bordelli e la legalizzazione della prostituzione. Noi donne aborigene diciamo di volere altro. Vogliamo lasciare questa realtà in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti? Ho sentito dire che la prostituzione è il più vecchio mestiere del mondo. Se fosse così, come mai gli Aborigeni non hanno nemmeno un sostantivo nelle lingue tradizionali per indicare questa attività? Non fa parte della nostra cultura, non è questo che voglio lasciare ai miei figli. La prostituzione non è altro che violenza contro le donne, perché vorremmo lasciarla in eredità ai nostri figli? Come nativi, pensiamo alla salute nei termini propri della ruota della medicina, ossia come salute fisica, emotiva, mentale e spirituale. La prostituzione colpisce tutti questi ambiti e ci vogliono molti anni per guarire. Ancora dopo tanti anni, mi capita di piangere e di vivere il lutto della bambina che ero e che ha perso l'innocenza.
L'anno scorso abitavo nel quartiere di Downtown Eastside e ho visto una donna sulla cinquantina, una nonna sul marciapiede da due anni a causa della soppressione del sussidio. La prostituzione non avrebbe dovuto rappresentare la sua unica opzione di sopravvivenza. E' una vergogna che un Paese ricco di terre e di risorse non sia in grado di offrire un reddito annuo garantito ad una donna nativa.
Alloggi, un welfare migliore, maggiore formazione professionale e accesso all'istruzione senza il rischio di vedersi tagliate fuori dal welfare. Vogliamo più posti nei centri di disintossicazione e reali alternative per le donne che sono ancora sui marciapiedi. Abbiamo bisogno di programmi migliori di uscita dalla prostituzione, non di un bordello affinché i bianchi milionari che verranno a vedere le Olimpiadi del 2010 possano stuprare le donne più facilmente.
Vergognatevi se immaginate che noi, donne aborigene, difenderemo e promuoveremo gli interessi della lobby favorevole ai magnaccia.
Uso la mia esperienza per farvi comprendere cos'è accaduto e cosa continua ad accadere alle nostre donne e ai nostri bambini aborigeni. Voglio essere una voce per quelle che non possono parlare a causa delle circostanze in cui si trovano.
Quando avevo 14 anni e fuggivo da famiglie affidatarie dove si abusava sessualmente di me, cercavo mia madre. Cercavo sicurezza, protezione ed amore.
Quando finalmente ho trovato aiuto, è stato da donne del movimento femminista. Mi hanno aiutato a nominare la violenza che era stata commessa nei miei confronti. Credevano nella nozione radicale che io fossi un essere umano degno di sicurezza, di rispetto, di dignità, meritevole di avere una casa e un lavoro o una carriera.
Vivo ancora con i dolorosi ricordi del mio passato, ma non mi vergogno di me. Oggi sono una femminista autoctona fiera di esserlo. E sono orgogliosa di stare con le mie sorelle che si oppongono alla violenza sulle donne e sui bambini e che esigono che veniamo trattate con rispetto e dignità nelle nostre terre ancestrali.
Non lottiamo soltanto per i diritti delle nostre donne e dei nostri bambini aborigeni, ma lottiamo per il diritto di tutte le donne e di tutti i bambini a vivere liberi dalla violenza e dalla minaccia di diventare prostitute o vittime della tratta. Lottiamo per i diritti di tutte le donne e di tutti i bambini perché ciò che accade alle donne e ai bambini aborigeni accade alle donne e ai bambini di tutto il mondo.
Voglio ringraziarvi di essere qui oggi, di ascoltare le mie parole e di unirvi alla lotta per porre fine alla violenza contro donne e bambini.