giovedì 20 agosto 2015

Lettera aperta ad Amnesty International delle sopravvissute del CAFES (Collettivo d'Aiuto alle Donne Sessualmente Sfruttate)


 
 


Abbiamo creduto alla vostra volontà di rendere questo mondo migliore, più giusto, di renderlo un mondo in cui fossero rispettati e difesi i diritti di tutti gli esseri umani, non solo quelli degli uomini. Ne avete delusi più di uno, così come avete deluso moltissime donne. Siamo allibite nel constatare che difendete in modo subdolo ed ipocrita i diritti dei papponi e degli sfruttatori e che, così facendo, accettate la compravendita e la mercificazione delle donne e delle bambine vulnerabili.

Considerevoli somme di denaro ricevute da certi sostenitori del mercato del sesso [ n.d.t le autrici della lettera alludono ai 750.000 euro che Amnesty International ha ricevuto dall’Open Society Foundation  di George Soros ] fanno sospettare che voi poniate il denaro  nella stessa posizione in cui lo pongono loro. Il denaro prima dei diritti umani. Davvero? Davvero vi siete ridotti a questo? La posizione che avete assunto in merito alla prostituzione fa sorgere seri dubbi sulle vostre reali aspirazioni, sulle vostre motivazioni e sui vostri valori.
Sostenete e volete decriminalizzare completamente un'industria tanto economicamente florida quanto umanamente mortifera. Che cosa dovremmo pensare noi che siamo state consumate da questa industria, noi che viviamo ogni giorno in compagnia degli effetti della sua violenza e dei traumi che ci ha lasciato? Cosa dovremmo pensare di voi che ignorate la nostra voce e l'esistenza di chi fra di noi non può esprimersi a causa della violenza di questa stessa industria? Ignorarci e non tener conto degli studi e delle meta analisi che dimostrano chiaramente che i diritti di numerose donne e bambine sono calpestati nella prostituzione è un grave errore da parte vostra. Sostenendo la prostituzione, avete perso la vostra credibilità.
La vostra retorica  favorevole al lavoro sessuale e le vostre giustificazioni per garantirne il mantenimento sono assurde e ripugnanti per le donne che, dopo averle sentite dagli industriali del sesso, hanno "scelto" la prostituzione e ci hanno rimesso la salute. Lo sono anche per chi difende e ha veramente a cuore la tutela dei diritti umani. Benché sosteniate di voler evitare che questa industria faccia delle vittime, ignorate la voce di chi ne è uscita e sa che è impossibile regolamentare la violenza. Difendendo gli sfruttatori, non riuscirete certo ad eliminare la tratta e i maltrattamenti inflitti alle persone intrappolate nell'industria del sesso, ma voi fate finta di crederci per non perdere i vostri generosi sovvenzionatori. Questo comportamento è indegno di un'organizzazione che dice di essere favorevole alla difesa dei diritti umani.
Molte di noi hanno creduto alla vostra retorica ed hanno voluto far soldi [come prostitute] nell'industria del sesso. La nostra esperienza ci ha permesso di constatare che è impossibile regolamentare la prostituzione in modo tale che i prodotti umani siano in essa rispettati. Finché continuerete a sostenere che è possibile gestire un mercato nel quale gli esseri umani sono i principali prodotti, noi continueremo a denunciare la vostra posizione e ad invitare la popolazione a boicottarvi.
Marie-Josée Michaud e Rose Sullivan , sopravvissute che avevano "scelto" la prostituzione, militato per la sua completa depenalizzazione ed hanno cambiato idea di fronte all'evidenza e all'orrore.
 

 

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