giovedì 6 agosto 2015

"Avrei voluto buttarmi dal quattordicesimo piano"


Prostituzione, depressione e ideazione suicidaria
"Avrei voluto buttarmi dal quattordicesimo piano. Mi ha trattenuto il pensiero di mia figlia".
Le parole di Ariane mi consentono di introdurre il tema del rapporto che intercorre tra esercizio della prostituzione, depressione e ideazione suicidaria, argomento che affronterò, senza alcuna pretesa di esaustività,  attingendo dati e informazioni dalla letteratura scientifica e da rapporti governativi elaborati nel corso dell'ultimo decennio.  Per non appesantire l'articolo, non farò riferimento alle tutt'altro che rare ricerche anteriori che confermano quel che emerge dagli studi più recenti.
La più nota indagine consacrata alla questione, quella che cito più di frequente nei miei post, è Prostitution and Trafficking in Nine Countries: an update on Violence and Posttraumatic Stress Disorder  effettuata da Melissa Farley e dalle sue collaboratrici e pubblicata nel Vol.2, n.3-4 del Journal of Trauma Practice nel 2003. Da essa emerge che il 68% delle 854 prostitute residenti in 9 Stati cui è stato somministrato un apposito questionario è risultata affetta dal disturbo post-traumatico da stress, [1] una grave forma di disagio che si manifesta in seguito ad esperienze fortemente traumatiche come  stupri e guerre o come la reiterazione di episodi di violenza. Le persone che ne soffrono manifestano difficoltà di controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa o confusione emotiva, depressione e ansia, insonnia, adozione di strategie di evitamento. Altri sintomi, di carattere fisico, sono: dolori al torace, capogiri, problemi gastrointestinali, emicranie, indebolimento del sistema immunitario. L'elemento che caratterizza in modo più specifico il disturbo è però il fatto che la vittima riviva ripetutamente l’esperienza traumatizzante sotto forma di flashback, ricordi, incubi.
Quello di Melissa Farley e delle sue collaboratrici non rappresenta l'unico studio che individui la sussistenza di una significativa correlazione fra esercizio della prostituzione e comparsa del disturbo post-traumatico da stress.
Possiamo citare la ricerca dei coreani Young-Eun Jung, Jeong-Min Song, Jihye Chong, Ho-Jun Seo, and Jeong-Ho Chae, dal titolo Symptoms of Posttraumatic Stress Disorder and Mental Health in Women Who Escaped Prostitution and Helping Activists in Shelters pubblicata nel volume 49 n.3 del Yonsei Medical Journal nel 2008. [2] A questa ricerca hanno partecipato 103 ex prostitute che non praticavano più rapporti mercenari da circa 8 mesi e donne appartenenti a due gruppi di controllo, uno dei quali costituito da attiviste dei centri di supporto delle prime. Le ex prostitute hanno riportato tassi di frequenza e di gravità dei sintomi da stress post-traumatico decisamente più elevati rispetto alle donne appartenenti agli altri due gruppi e in diretta correlazione con la durata del coinvolgimento nella pratica dei rapporti mercenari.  
Dalla medesima ricerca apprendiamo che uno studio effettuato in Corea nel 2002 ha rilevato la presenza del disturbo post-traumatico da stress nell'81% delle donne che si prostituiscono. [3]
La presenza di questo nesso è stata confermata anche da una ricerca condotta nello stesso Paese da Hyunjung Choi, Carolin Klein, Min-Sup Shin e da Hoon-Jin Lee e pubblicata nel 2009. Dello studio intitolato Posttraumatic Stress Disorder (PTSD) and Disorders of Extreme Stress (DESNOS) Symptoms Following Prostitution and Childhood Abuse, cui hanno partecipato 46 prostitute, è disponibile gratuitamente soltanto l'abstract, comunque chiarissimo e inequivocabile. [4]
Un'altra ricerca del 2006 individua la presenza del disturbo nel 47% delle 72 partecipanti che esercitano la prostituzione nelle strade di Sidney in Australia. Svolta da Amanda Roxburgh, Louisa Degenhardt  e Jan Copeland e intitolata Posttraumatic stress disorder among female street-based sex workers in the greater Sydney area, Australia, essa attesta anche che la maggioranza del campione (87%) riporta sintomi depressivi, che nel 54% dei casi risultano particolarmente gravi. Circa tre quarti (74%) delle intervistate riferisce  di aver pensato al suicidio  e poco meno della metà (42%) di aver tentato di uccidersi [5]
Il disturbo post-traumatico da stress non costituisce, infatti, l'unica grave forma di alterazione dell'umore collegata ai rapporti sessuali a pagamento.
La pratica della prostituzione è in sé il principale fattore negativo  che incide sulla salute delle sex workers, scriveva nel 2008 in un suo intervento ad un seminario la dottoressa Simone Egger della Facoltà di Medicina dell'Università di Graz in Austria, Paese regolamentarista [6]. Essa è collegata, fra l'altro,  alla depressione, oltre che all'ansia, alla dissociazione dal corpo e al senso di disgusto nei confronti dei clienti, che induce ad un elevato consumo di alcool, sostanze stupefacenti e psicofarmaci [7] finalizzato alla soppressione dei sentimenti negativi e alla produzione di uno stato di anestesia, di abolizione della sensibilità.
La rilevanza di questo documento consiste non tanto nel contenuto, quanto nella sua condivisione sul sito del Sex Worker Forum, una Ong pro-prostituzione, a testimonianza della consapevolezza  da parte delle dirette interessate dei pesanti effetti sulla salute che può produrre la pratica dei rapporti mercenari.
Ancora più interessanti sono i rapporti governativi, in particolare quelli degli Stati che hanno adottato un approccio regolamentarista.
Lo studioso Daalder, nella relazione elaborata nel 2007 su commissione del Ministero della Giustizia olandese, osserva come il benessere emotivo delle prostitute si sia ridotto dal 2001 al 2006 e il loro disagio si sia acutizzato, come attesta il più elevato consumo di sedativi. [8]
In Germania, uno studio sulla violenza contro le donne realizzato nel 2007 dal Ministero Federale della Famiglia ha registrato in circa la metà delle 110 prostitute intervistate la presenza di sintomi depressivi. Un quarto di loro ha manifestato occasionali o frequenti propositi suicidi, un terzo ansia o attacchi di panico, una prostituta su sette ha compiuto atti di autolesionismo. Questa difficile situazione si riflette nel diffuso consumo di droghe che interessa il 41% del campione. [9]
In Spagna, dove i bordelli sono legali, gli operatori sociali di APRAMP  hanno effettuato 60 interviste approfondite e somministrato un questionario a 302 persone che si prostituiscono. Dall'analisi dei risultati è emerso un considerevole consumo di cocaina, antidepressivi, tranquillanti e inalanti iniziato  nel periodo successivo all'ingresso nella prostituzione. In particolare, 162 persone assumono  cocaina e il 66% ha cominciato dopo aver dato avvio alla pratica dei rapporti a pagamento, 66 usano tranquillanti e l'83,3% di loro ha iniziato a farne uso dopo l'ingresso nell'industria del sesso. Lo stesso accade per il 73,2% delle 41 consumatrici di tranquillanti. L'assunzione di cocaina è spesso richiesta esplicitamente dal cliente. [10] 
Altre rilevanti informazioni ci offre, infine, un rapporto francese del 2010-2011 interamente consacrato allo stato di salute delle prostitute. Sono stati somministrati questionari a 251 persone che praticano rapporti mercenari e frequentano dodici strutture aderenti alla Fédération nationale des associations d’accueil et de réinsertion sociale  (Federazione nazionale delle associazioni d'accoglienza e di reinserimento sociale). L'86% dei partecipanti all'indagine è rappresentata da donne, l'11% da transgender e il 3% da uomini.
Considerato l'orario di svolgimento dell'attività, non stupisce anzitutto che il 67% del campione dichiari di essere stato afflitto dall'insonnia negli ultimi 8 giorni e che il 60% di questi abbia assunto sonniferi nel corso degli ultimi 12 mesi. L'80% dei e delle partecipanti confessa di aver sofferto talvolta o spesso di solitudine nel corso dell'ultimo anno, il 65% di depressione e il 49% di ansia. Il 29% ha pensato almeno una volta al suicidio negli ultimi 12 mesi. Da notare che il 12% si è rifiutato di rispondere a questa domanda. [11]
L'interesse di questo studio risiede nel fatto che opera un raffronto con lo stato di salute della popolazione generale, quella non coinvolta nella prostituzione.
Apprendiamo così che il 40,3% degli uomini e il 52,4% delle donne, rispondendo alle domande di un questionario somministrato nel corso di   un'indagine del 2005 denominata Baromètre Santé, ha dichiarato di aver sofferto almeno qualche volta di insonnia, in misura, però, tre volte meno grave del 66% di chi esercita la prostituzione. Ha assunto sonniferi il 7% della popolazione generale contro il 31% di chi pratica rapporti sessuali a pagamento.
L'indagine Baromètre Santé del 2010 rivela che il 4% delle donne e il 3% degli uomini ha pensato di suicidarsi nel corso dell'ultimo anno, una percentuale sette volte inferiore a quella delle persone che si prostituiscono. Il 29% di queste ultime, infatti, ha concepito idee suicidarie. Non dimentichiamo che il 12% di loro ha preferito non rispondere a questa domanda. [12]
I dati confermano, dunque, l'esistenza di una stretta correlazione fra l'esercizio della prostituzione e l'insorgere della depressione e di altri gravi disturbi dell'umore.
 
NOTE
1. Melissa Farley and al., Prostitution and Trafficking in Nine Countries: an update on Violence and Posttraumatic Stress Disorder, in Journal of Trauma Practice, vol.2, nn.3-4, 2003, pp. 34, 44, tabella p.47 http://www.prostitutionresearch.com/pdf/Prostitutionin9Countries.pdf
2. Young-Eun Jung, Jeong-Min Song, Jihye Chong, Ho-Jun Seo, and Jeong-Ho Chae, Symptoms of Posttraumatic Stress Disorder and Mental Health in Women Who Escaped Prostitution and Helping Activists in Shelters, in Yonsei Medical Journal, vol.49, n.3, 2008, pp.372-382 http://www.eymj.org/DOIx.php?id=10.3349/ymj.2008.49.3.372#B55 o http://synapse.koreamed.org/DOIx.php?id=10.3349/ymj.2008.49.3.372
3. Kim HS. Violent characteristics of prostitution and posttraumatic stress disorder of women in prostitution [Unpublished doctoral dissertation]. Seoul: Sung-Gong-Hoe University; 2002. Cit. da Ibidem.
4. Hyunjung Choi, Carolin Klein, Min-Sup Shin e da Hoon-Jin Lee, Posttraumatic Stress Disorder (PTSD) and Disorders of Extreme Stress (DESNOS) Symptoms Following Prostitution and Childhood Abuse. Abstract http://vaw.sagepub.com/content/15/8/933
5. Amanda Roxburgh, Louisa Degenhardt  and Jan Copeland, Posttraumatic stress disorder among female street-based sex workers in the greater Sydney area, Australia, in BioMedCentral Psychiatry, n.6, 2006 http://www.biomedcentral.com/1471-244X/6/24
6.  "Die Prostitutionstätigkeit an sich ist der Hauptbelastungsfaktor für die Gesundheit von Sexarbeitern", Simone Egger,  Sexarbeiter Seminararbeit, Medizinische Universität Graz, mai 2008, p.5, http://www.sexworker.at/phpBB2/download.php?id=175
7. Ibidem, pp.8 e 9
8. A.L. Daalder, Prostitution in the Netherlands since the lifting of the brothel ban, WODC (Wetenschappelijk Onderzoeken Documentatiecentrum), 2007, p.71, https://english.wodc.nl/.../ob249a_fulltext_tcm45-..
9. Federal Ministry for Family Affairs, Senior Citizens, Women and Youth, Health, Well-Being and Personal Safety of Women in Germany, 2007, pp.23 e 25 http://www.bmfsfj.de/RedaktionBMFSFJ/Broschuerenstelle/Pdf-Anlagen/Frauenstudie-englisch-Gewalt-gegen-Frauen,property=pdf,bereich=bmfsfj,sprache=de,rwb=true.pdf
10. Comisión Mixta de los Derechos de la Mujer y de la Igualdad de Oportunidades en las Cortes Generales, Informe de la Ponencia sobre la prostitución en España, 2007, p.177 http://www.congreso.es/public_oficiales/L8/CORT/BOCG/A/CG_A379.PDF
11. FNARS et INVS (Institut de Veille Sanitaire),  Étude ProSanté 2010-2011, 2011, pp.64-65
12. Ibidem, p.71.
 
 
 
 
 

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