martedì 9 ottobre 2018

"Come gabinetti pubblici". Le recensioni dei clienti australiani tra oggettivazione, coercizione sessuale e stupro



In Australia gli Stati di Victoria e del Queensland  hanno regolamentato la prostituzione, il New South Wales l'ha depenalizzata. Il principio invocato a sostegno di queste norme è quello della minimizzazione del danno, il cui presupposto è che si possano ridurre i reati associati al mercato del sesso adottando  politiche che si presume possano tutelare sia chi pratica la prostituzione che chi vi ricorre, coinvolgendo ambo le parti, come se fra di esse non sussistesse un rapporto di potere, ma di uguaglianza di condizioni e di interessi. Così, sia nel Queesland che nello Stato di Victoria a entrambi gli attori è attribuita la responsabilità di praticare sesso sicuro e in caso di infrazione  ambedue vengono sanzionati.

Il mercato del sesso è considerato identico a qualsiasi altro, tant'è che nello Stato di Victoria la regolamentazione dei bordelli è affidata al Department of Consumer Affairs.

Nel saggio  “Bitch, You Got What You Deserved!”: Violation and Violence in Sex Buyer Reviews of Legal Brothels pubblicato a marzo sulla rivista "Violence Against Women" Natalie Jovanovski  e Meagan Tyler mettono in discussione la validità e l'adeguatezza di questo approccio attraverso l'analisi di 148 "recensioni" online e di 2.424 post di risposta di clienti di cinque bordelli legali australiani che commentano le prestazioni delle donne prostituite.  La loro ricerca si concentra sulle descrizioni di atti di violenza, che dimostrano come i clienti degli Stati australiani in cui vige la regolamentazione o la depenalizzazione della prostituzione, anziché minimizzare il danno come supposto, nei loro racconti lo normalizzano e lo riproducono, ricevendo l'approvazione dei "colleghi".

Gli atti riportati si snodano lungo un continuum che va  dall'oggettivazione alle molestie, dall'esecuzione di pratiche sessuali non sicure ai rapporti con donne il cui comportamento evidenzia disagio, malessere o angoscia tale da far dubitare del loro consenso, dalla coercizione fisica e sessuale allo stupro.



Oggettivazione sessuale



L'esistenza stessa delle recensioni rappresenta una forma di oggettivazione, ma molte di esse sono, poi, particolarmente esplicite nel ridurre le donne "recensite" ai loro organi e funzioni sessuali e nel descriverle con disprezzo e con modalità disumanizzanti. Ora, la depersonalizzazione realizzata dall'oggettivazione rende possibile la commissione della violenza, perché, una volta trasformato un essere umano in una cosa, gli si può fare quel che si vuole.

Le autrici del saggio riportano vari esempi in proposito.

Un cliente definisce la donna recensita un'"ingoia sperma" da aggiungere alla sua collezione, da fottere nel "culo" e nella bocca.



I knew this one was a jizzgargler so I thought I’d add to the collection. Fucked it in the arse, fucked its mouth then gave it something warm to taste.



La deumanizzazione della donna è  enfatizzata anche dall'impiego, per riferirsi a lei, del pronome neutro riservato agli oggetti.

In molti altri casi le ragazze dei bordelli sono ridotte a una serie di buchi da penetrare come in questa recensione.



Jemma is very moreish. All holes are available and I have found over the past 15 years fucking her that satisfaction is always guaranteed.





Tale definizione non è riconosciuta dal cliente come  un atto di oggettivazione e  di dominio, quale effettivamente è, ma è presentata come una modalità di legittimazione del suo
diritto di "consumatore" ("Tutti i buchi di Jemma sono disponibili" e proprio per questo "scopandola, la soddisfazione è sempre garantita").

In altri casi le donne sono paragonate ad oggetti, prassi svilente che raggiunge l'acme nel post di quel cliente che, per rassicurarne un altro che manifesta disagio nel frequentare i bordelli, afferma che si tratta indubbiamente di una pratica immorale, ma atta a soddisfare bisogni impellenti, proprio come i gabinetti  pubblici che sono comodi, ma non si debbono portare a casa, così come non  è necessario intrattenere una qualsivoglia relazione con una prostituta.



"The way I see it is, we all have cravings at certain times in our lives whereby we would liked fulfilled, and this type service is the most convenient because you pay to not have the troubles which an affair can bring you. My perspective is, if you need to go to the toilet, it is convenient when there is a public toilet around, but certainly by no means do I want to cherish or take this toilet home with me. And you are quite right that this is not a healthy thing we do, not morally nor acceptable in some minds. But hey, that’s what makes it exciting and fun!!"



Per questo cliente, dunque, il sesso è uno sfogo di incontenibili pulsioni e le prostitute  latrine, contenitori di deiezioni. Ciò è per lui molto eccitante e divertente. 


Violazione delle pratiche di sesso sicuro e pressioni sulle donne affinché cedano ed eseguano atti che mettono a rischio la loro salute

Un altro modo attraverso il quale i clienti normalizzano nei loro post la violazione dell'integrità delle donne in condizione di prostituzione
consiste nella promozione di  una cultura del sesso non sicuro, con conseguente massimizzazione, anziché minimizzazione del danno, prassi politica implementata a partire dagli anni Ottanta proprio allo scopo di ridurre la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse, incentivando l'uso del profilattico.

Nei post si recensiscono positivamente le donne che concedono gli "extra", ossia che praticano rapporti sessuali non protetti nei bordelli legali, pratica vietata e sanzionata in Australia.



Elissa was an absolutely cute as a button girl with a bubbly go get ‘em attitude. I asked for CIM and she agreed. (Note on Wall had prices for extras. CIM=$20 COF=$50 and I forgot the last one).



CIM è l'acronimo di Come in Mouth , ossia dell'eiaculazione in bocca, pratica assai rischiosa  e diffusa nel porno, così come  il COF che sta per Come On Face: eiaculazione in faccia. Dalla lettura di questo post si evince, peraltro, che i rapporti non potetti sono inclusi nel listino prezzi di questo bordello in palese violazione della legge.

In un'altra recensione un cliente  si congratula con un altro per essere riuscito a convincere una donna a infrangere le regole e
a "concedergli" un'eiaculazione in bocca, cosa che a lui non era mai riuscita.



Good work. She’s always done BBBJ as far as I know (as do most ladies at A H, seems something of an in house tacit agreement that most will put it on the table for free), but when I’d seen her (up until about mid 2013) she never really wanted CIM and definitely never wanted to swallow. You’ve done well getting either.

BBBJ  è la sigla di  Bareback Blow Job che indica il rapporto orale senza l'uso del preservativo. Ci si   rallegra, dunque,  e si concepisce come un successo maschile l'aver indotto una donna a cedere all'esecuzione di pratiche sessuali pericolose.

L'impiego di acronimi che fanno riferimento a rapporti non protetti è frequente nelle recensioni analizzate  da Natalie Jovanovski  e Meagan Tyler.

I clienti rappresentano le pratiche sessuali non sicure come consuete e accettate da entrambe le parti nei bordelli e recensiscono negativamente le donne che, invece, richiedono l'impiego dei profilattici anche per i rapporti orali, oltre che per quelli vaginali ed anali o che manifestano disagio nell'esecuzione di atti non protetti. Fanno rientrare così i rapporti senza uso di preservativi e dighe dentali (obbligatorie in Australia) nelle aspettative comuni dei frequentatori dei bordelli e si attendono che le donne accondiscendano alle loro richieste senza resistenze e lamentele e senza far trasparire nel comportamento alcun segno di preoccupazione per la propria salute. In caso contrario, si atteggiano a vittime e si dichiarano insoddisfatti della prestazione. Continuano, anche dopo il rapporto, ad esercitare il potere sulle donne in condizione di prostituzione attraverso le recensioni negative delle proprie esperienze, finalizzate a dissuadere i "colleghi" dal recarsi da chi ha ricevuto una valutazione negativa e attraverso il rafforzamento dell'idea di avere diritto ad atti sessuali non protetti.



Irrilevanza del consenso della donna



Vi sono recensioni nelle quali le donne in situazione di prostituzione appaiono esanimi come fossero morte o manifestano la volontà di non essere toccate o coinvolte in determinati atti sessuali, mentre i clienti proseguono il rapporto disinteressandosi del loro consenso e, anziché riconoscere il proprio comportamento come una violenza, tendono a presentare l'interazione come un servizio di scarsa qualità, lamentandosene a volte con l'addetto alla reception del bordello.

Questa è una diretta conseguenza della considerazione della prostituzione come lavoro, anziché come violenza, perché è chiaro che, se la sessualità viene concepita come attività professionale,  i "clienti" pretendono che  le prestazioni vengano eseguite in modo ineccepibile e soddisfacente per loro, sicché se una donna prostituita è  totalmente passiva mentre si pratica su di lei un atto sessuale o esprime disagio ad essere toccata o a compiere determinate azioni, il "cliente", anziché percepirsi come stupratore, si ritiene truffato da una professionista di scarso valore.

Ecco alcuni estratti di recensioni di questo tipo:



Looking at her body on the bed it was like she was dead . . . literally. Never seen someone lie so still before. There was NOTHING THERE! Haha.



Invece di interpretare l'assenza di reazioni della donna come un indizio di qualcosa che non va, questo cliente se la ride.



She did not want me touching her not even her boobs. . . . Even When I was kissing her neck she turn the other way. Here is the worse part, she was asking me to touch myself and get myself hard. I was thinking to myself “why the hell am I paying you for if I am suppose to do all that?” . . . I did not show my displeaseure but did let the recpetion know when I left.



Quest'uomo, invece, di fronte ai dinieghi e al malessere della donna,  anziché chiedersi se stia commettendo violenza nei suoi confronti, esprime irritazione e ne denuncia il comportamento "poco professionale" all'addetto alla reception del bordello.

Nessun cliente, poi, in questi casi, si domanda se la donna sia vittima di tratta. Eppure la legislazione dello Stato di Victoria presume che gli uomini che fanno ricorso alla prostituzione collaborino attivamente alla denuncia di sospetti casi di tratta.



NO eye contact, No sounds . . . Felt OK but was expecting more, told her to lie down. Nice smooth pussy, small tight girl, she restricted my depth by having her legs together the whole time, bitch was asking me to come like 2 minutes in. . . . Complete starfish and not interested. Because of her attitude so far I was mentally turned off. . . . Through out the fucking, she was completely silent. . . . So I fucked her a little harder and blew.



Quest'ultimo estratto mostra come l'ira dei clienti di fronte allo scarso entusiasmo delle  donne in condizione di prostituzione  possa tradursi in comportamenti ancora più abusanti. Per questo "recensore", infatti, la donna "completamente silenziosa" durante il rapporto sessuale merita di essere "scopata più forte", perché non ha soddisfatto le sue aspettative di una buona prestazione.

Recensioni come queste evidenziano il modo in cui gli uomini affermano il proprio potere sulle donne in condizione di prostituzione normalizzando il sesso indesiderato attraverso il ricorso alla retorica del servizio ineccepibile da rendere al cliente.



Sofferenza fisica, coercizione sessuale, stupro



In alcuni post si ammette che la donna prova dolore nel corso del rapporto, ma ciò non induce il cliente a fermarsi, ma, al contrario, lo incita ad esprimere il proprio compiacimento per la sofferenza inflitta, concepita come vendetta per un comportamento ritenuto poco professionale, come si evince da questa recensione:



I chose Angela who said she is 26 years old. My experience is a bit different, but I agree, she is very rude and I wouldn’t go back there again. The positive: She licked really well—licked my balls, bottom of penis, she kissed me quite a few times and ran her tongue along my body. Her blowjob was very good and almost made me cum. I told her to stop and then we start fucking. When I changed to doggy style, I was at only 20 mins into my 30 mins that I paid $110 for, she goes “Quick! Please cum now!” This put me off and she kept saying it, which made it harder for me to cum. Anyway, after I came, she complained that my dick is “too big” and that she was in pain. Well, even though I was understanding and said I’m sorry if I hurt you, inside me I was like “bitch, you got what you deserved!” Overall, it started off great, but her attitude right at the end destroyed it for me. I agree, stay clear of Angela, the rude little bitch.



La sofferenza inflitta alla donna in condizione di prostituzione, da un lato, eccita e genera soddisfazione nel cliente, dall'altro, è normalizzata, considerata parte integrante del lavoro e, come tale, da subire in silenzio. Esprimere dolore è ritenuto un  atteggiamento poco serio, perché rovina l'esperienza dell'acquirente di sesso. 

L'uso aggressivo del linguaggio in questa recensione e, in particolare, il riferimento reiterato alla donna come "puttana", riflette la cultura oggettivante e violenta che i clienti affermano e rafforzano nelle loro descrizioni sulla propria esperienza di ricorso alla prostituzione nei forum online.

Nella recensione che segue, il cliente è consapevole che la donna non si sente a suo agio nel rapporto sessuale. Nonostante ciò insiste nel proporle una determinata posizione che a lei non piace, convinto che la dazione di denaro gli conferisca diritti sul suo corpo. Ad un certo  punto, ammette di sentirsi come se stesse stuprandola e, quindi, cambia posizione, ma la ragazza mostra comunque segni di spavento, di angoscia, che il cliente liquida sprezzantemente come manifestazioni paranoiche. Poi, sentendosi "frustrato", si avvia alla ricerca di un altro bordello per trovare un'altra donna che gli offra un'esperienza più appagante.

I clienti, infatti, non smettono di dipingersi come le vere vittime dell'interazione. Poco importa loro dei sentimenti espressi dalle donne in condizione di prostituzione.



First attempt to kiss her was rejected, first warning of a bad punt looming, no kissing allowed . . . she positioned her self to make it hard to reach, legs clamped I tried to opened a few times she resisted . . . I asked to start with doggie, she didn’t want, told me it was difficult position I insisted, she made it so awkward, bending her back, pushing her pussy down it was hard to get access, I asked her to put her back straight and had down, pushing down by hand it felt like I was raping her, which I cant do .I briefly got in, had few pumps but couldn’t continue, we swapped to mish, it was bit better still not very enjoyable, suddenly she pulled my cock out in panic and saying you came, as soon as I was out started cuming into the condom and she saw it but she was paranoid touching her pussy, wiping my cock, smelling, telling me I came earlier which didn’t happen, she quickly jumped in shower and washed herself a good 5 min . . . I left so frustrated couldn’t go to sleep, needed a good root before, thinking about some alternatives while driving home.



Nell'ultima recensione che riporto, infine, l'uomo prosegue il rapporto, malgrado la donna gli abbia ingiunto due volte di fermarsi subito.  La perentorietà della richiesta è sottolineata dall'uso delle maiuscole nella scrittura della parola NOW. Il comportamento descritto  da questo cliente configura il reato di stupro.



[She] did not manage a smile the entire booking . . . very cold personality came across no fondling or sucking of her breasts were allowed . . . she said they were too sensitive . . . after a few minutes the buzzeer goes off and she says, u have to stop NOW i said we have10 minutes to go she said, u have to stop NOW. so after a few more ahrd thrusts i manage to come boy, did i get out of there quick after i came overall a very cold, mechanical, star fish experience [she] gives the strong impression she def. does not enjoy what she is doing and a smile wouldnt kill her she is hot, knows it and her service—or lack thereof, is very poor WIR—def NOT.



Questi esempi mostrano, in conclusione, che la teoria della minimizzazione del danno è inefficace, in quanto i clienti tendono piuttosto, con le loro recensioni, a promuovere una cultura della normalizzazione del danno. Inoltre, la teoria è problematica perché si focalizza sui danni più gravi, senza considerare che fra questi e quelli più comuni e percepiti erroneamente come meno rilevanti (ad esempio l'oggettivazione) esiste un continuum e, spesso, una sovrapposizione.

Gli estratti riportati, soprattutto, fanno comprendere come la prostituzione rappresenti in se stessa  una violenza contro le donne.





PS: Recensioni di questo tipo e anche peggiori sono presenti in qualsiasi Paese del mondo, in Italia in primis.












































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