lunedì 8 giugno 2015

Davvero vuoi prostituirti?


 
 


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Ho fatto di tutto. Foto, video, che girano ancora ovunque e del cui anonimato non sono certa, dominazione, lap dance, serate "d'accompagnamento", diversi viaggi, sale massaggio di prima classe e altre squallide, giornate con 10 clienti e week-end con uno solo, prezzi che variavano dai 30 $ canadesi per 15 minuti ai 1000 $ all'ora...

Ho lavorato da autonoma e da dipendente, ho cercato autisti e protettori di ogni tipo.
Protezione...Sì, col cavolo! Non esiste alcuna tutela in questo campo. Il ragazzo che ti protegge non è al tuo fianco mentre scopi con un cliente che decide di fottersene se tu non vuoi il suo cazzo nel tuo culo. O che ti sussurra all'orecchio che sei una puttana, che sei questo e quello, mentre ti tira i capelli, benché all'inizio mostri un'aria dolce e gentile. E il ragazzo che dovrebbe proteggerti se ne frega altamente di te. E' il tuo contante che vuole e forse anche te, gratis, perché dopo tutto lo merita, no?
Ho fatto di tutto per trovare il modo di adattarmi, per stare bene nella prostituzione, perché si trattava dell'unica attività che mi sembrava abbastanza lucrosa da consentirmi di pagare i debiti dai quali ero sommersa, di garantire il benessere ai miei bambini che tanto avevano sofferto per la separazione da mio marito e di aiutare mia nonna che poteva godere soltanto del mio sostegno.
Ho fatto molte brutte esperienze...Le molestie, la mancanza di rispetto, la droga nel bicchiere, lo stupro più o meno selvaggio, le critiche dei poliziotti, dei medici e di altri professionisti, le menzogne di persone che  ritenevo volessero proteggermi, indirizzarmi, rappresentarmi, aiutarmi...
E alla fine ho pagato i miei debiti. E ho vissuto per qualche anno nell'agio.
Ma il lato oscuro che non si vuole vedere quando si comincia, al quale si rifiuta di credere quando non si vive questa situazione, mi ha logorato. Mi ha logorato come nessun altro lavoro può farlo.
Tu succhi, massaggi, mantieni le distanze, ascolti, accarezzi, consoli, dai, dai, dai....
Fingi che ti piaccia, quando un uomo vuol farti godere, ma non godi, perché non ti trovi lì. E' necessario che la tua mente si separi dal corpo per riuscire a farcela, perché troppi ti hanno accarezzata nello stesso modo in cui si accarezza una bella macchina, ti hanno mangiato nello stesso modo in cui si mangia un hamburger, ti hanno fatto i complimenti nello stesso modo in cui si fanno i complimenti a un cane, a un bambino, a un dipendente, se va bene.
Ti leghi ai clienti con cui ti trovi bene. Ce ne sono sempre. Vai avanti per rivederli, perché hai l'impressione che anche loro abbiano bisogno di te, perché pensi che ti rispettino come donna, non come puttana. Hai l'impressione che non si tratti solo di un rapporto professionale. Ma un giorno capisci che non è così.
A loro piaci proprio come puttana.
E se te ne vai, ti rimpiazzano.
O ti molestano.
Sono stata male quando ho capito che avevo perso il rispetto di me stessa.
Ho così spesso paura, che il timore è diventato uno stato d'animo permanente.
Volevo morire.
Proverò sempre un po' di malessere, un malessere subdolo, che si prova sempre, dimenticando perché, come, da quando, un malessere al quale ci si abitua, perché bisogna farlo.
Avrò sempre paura. Di tutto e di niente. O forse no. Mi farò curare. Forse la paura si può curare.
Ho un'amica che è stata stuprata più volte dal padrone, che pure andava a puttane.
Io e lei ci capiamo. Anch'io sento di essere stata stuprata.
Anche se dicevo "sì", perché era per questo che mi pagavano, sento di essere stata stuprata, perché ho fatto un sacco di cose che non desideravo fare con un sacco di uomini. La prostituzione non è un mestiere: è uno stupro e un altro e un altro ancora. E' pura e semplice schiavitù.
Tu puoi sforzarti di scegliere i clienti, ma non puoi sempre scegliere di non andare con chi non ti piace. E questo non è umano.
Andare a letto con qualcuno senza averne voglia è disgustoso.
So che un sacco di donne un po' capiscono quel che dico, perché lo hanno fatto con il marito o con il convivente. Ma immagina ora di farlo con parecchi uomini...Questa cosa diventa pesante. Sì, pesante.
E non osi smettere. Che lavoro potresti fare altrimenti? Non hai più l'autostima che occorre per trovarti qualcos'altro da fare. Risponderai: " Chi lo sa cosa?" alle persone che ti chiederanno cosa facevi prima.
Hai l'impressione che ti si legga in fronte quel che fai e anche se all'inizio hai sostenuto che ti piaceva e che ti sentivi libera, ora ti senti prigioniera, impotente. Ovunque tu vada, hai l'impressione di poter incrociare un cliente che ti chieda quanto vuoi nel momento stesso in cui lo incontri.
Allora non smetti. Oppure smetti perché non sei più in grado di farlo. E sei povera, ma è meglio così.
E capisci cosa in sostanza hai perso. Hai perso gli altri esseri umani, perché non riuscivi più ad amarli, gli amici perché loro lo vedevano che eri triste e non ne potevano più di assistere alla tua autodistruzione. Hai perso l'autostima, perché non è vero che [prostituirsi] sia valorizzante. Hai perso anni di vita nei quali avresti potuto essere povera, forse, ma star bene con te stessa.
Ti dici che avresti dovuto diventare insensibile, per non acquistare coscienza dell'assurdità del "tuo lavoro", ti dici che avresti dovuto fare come tante altre, diventare insensibile o combinare sciocchezze che ti consentissero di non vedere la tua disgrazia.
O che non avresti mai dovuto credere a quelle che dicono che è una cosa meravigliosa, non avresti mai dovuto cominciare, mai dovuto andare con il primo cliente che ha dato avvio al tutto.
Vorresti non essere mai diventata cosciente del vuoto che ciò produce, della tristezza che ti invade, della paura degli uomini, delle loro mogli, dei clienti folli.
Perché sarebbe stato molto più facile importi di credere che ti piacesse essere un oggetto sessuale, piuttosto che acquistare coscienza del fatto che ciò feriva tutto il tuo essere.
Non voglio più morire.
Perché ho uno scopo.
Voglio far capire alle ragazze che hanno intenzione di prostituirsi, che questa, no, non è una buona soluzione.
Anche se sei sessualmente disinibita, se sei affamata, se sei forte...Anche se qualcuno giura che ti limiterai a ballare, a far la cameriera e che lui ti proteggerà.
Non è una soluzione. E' la distruzione.
E' per questo che continuo a vivere, per impedire che altre donne ci caschino, e per i miei figli. Li amo. Sono i soli esseri umani ai quali sono ancora profondamente legata. Non ho più fiducia negli altri esseri umani. Faccio fatica ad amare e a credere che qualcuno possa amarmi, ma sono fortunata. Ci sono persone che mi vogliono bene e i miei figli mi hanno mantenuto in vita.
Altrimenti avrei fatto come tante altre donne prima di me. Non sarei sopravvissuta a questo inferno.
Sono sopravvissuta. Ma ciò ha sconvolto per sempre la mia vita, la mia esistenza, il mio essere, la mia anima.
Se tu pensi di iniziare, di farlo anche part-time, anche occasionalmente, anche imponendo limiti ai clienti, anche nelle migliori condizioni possibili, ricordati che tutte ce lo siamo dette all'inizio.
E non credere a quelle che ti dicono che è bello. Può essere vero o no, ma se è vero, è un'eccezione, e se tu non sei un'eccezione, ne soffrirai.
Ci sono altre soluzioni [...]
 
 

 

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