Si chiamano Kimberley, Nathalia o Kenza.
Vengono dall'Ecuador, dalla Romania o dall'Algeria. Figure fragili o dalle
spalle muscolose, di notte misurano a grandi passi i viali del Bois de
Boulogne, spesso nell'insicurezza, aspettando i clienti
I clienti che si fermano sono
pochi questo giovedì sera. Sotto gli alberi, un gruppo di Ecuadoregne
transgender sta discutendo. Una di loro
è stata aggredita qualche tempo fa da ragazzi che le hanno squarciato l'arcata
sopraccigliare con una bottiglia. "Ora sto meglio - dice - Il medico mi ha
dato una pomata". Ma non ha sporto querela. Non è affatto facile, quando
si è transgender, essere prese in considerazione dalla polizia.
Più in là, Carla e Kimberley,
ecuadoregne dai lunghi capelli biondi, si riscaldano sul camioncino sul quale
hanno installato un sistema di riscaldamento. Kimberley, dai collant rossi e
dai lunghi stivali bianchi di vernice, è preoccupata. Fermata dalla polizia
"con poca cocaina" si è beccata una multa, ma non sa come pagarla e
teme che questa vicenda possa nuocerle quando a giugno si recherà in Prefettura
per rinnovare il permesso di soggiorno.
Molte [prostitute] sono
straniere. Ogni nazionalità ha il proprio settore di attività. Spesso senza
permesso di soggiorno, isolate, la maggior parte di loro è vittima dei
magnaccia.
Aggredita a colpi di pietra
Vicino alla fermata del bus,
Nathalia, piccola bionda dai capelli tinti e dalle sopracciglia nere, controlla
febbrilmente i dintorni. Polacca, si trova in Francia da cinque mesi, ma parla
quattro lingue - dice - perché ha "viaggiato molto". Nathalia
preferisce lavorare al Bois "anche se è pericoloso", piuttosto che a
Bruxelles. "Là ci sono troppe ragazze" , dice. Le ragazze dell'Est
sono regolarmente spostate dai loro prosseneti da un luogo all'altro
dell'Europa per sfuggire ai controlli, spiegano le associazioni [di aiuto alle
prostitute].
Più esuberanti, Kenza e
Dalila canticchiano. Queste transgender algerine dalle lunghe gambe che
poggiano su tacchi vertiginosi ostentano una disinvoltura che funge da corazza.
Una di loro è stata aggredita a colpi di pietra qualche settimana prima da
giovani in auto. "Capita. Ci si fa l'abitudine", dice Kenza, mentre
si rifà il trucco.
Quasi nascosta dalla bordura
degli alberi, Manuela è più riservata. Questa Domenicana con il viso dai fini
lineamenti, in jeans e parka nero, racconta in buon francese di essere stata
stuprata cinque anni (?) fa. L'aggressore è stato arrestato, il caso è ora in
discussione presso la Corte d'assise, osserva rallegrandosi Manuela, pur
preoccupata per la scarsa conoscenza delle modalità di funzionamento del
processo.
Una corazza
Per chiedere informazioni,
forse, si recherà presso una delle associazioni che stazionano regolarmente al
Bois e in tutti i luoghi di prostituzione della capitale. Che siano
sostenitrici dell'abolizione della prostituzione (Mouvement du Nid ecc.) o no
(Bus des femmes, Médecins du Monde ecc.), tutte cercano di creare un legame con
queste donne precarie e sfruttate.
"Questo legame si crea
in primo luogo offrendo aiuto materiale", spiega Eve, volontaria in
servizio civile presso il Mouvement du Nid. Nel locale parigino
dell'associazione, che propone corsi di francese, supporto psicologico,
sostegno giuridico, vengono donne nigeriane, bulgare, romene, albanesi.
"Mentre stazioniamo al
Bois, distribuiamo biglietti da visita con il nostro indirizzo. I magnaccia ci
controllano, ma possiamo avvicinarci e parlare con le prostitute", spiega
Guillaume, volontario di 31 anni.
Le donne si recano presso le
associazioni in primo luogo per sbrigare pratiche amministrative (permesso di
soggiorno, assicurazione contro le malattie), poi, a poco a poco, "si crea
un rapporto di fiducia", aggiunge Dounia, un'altra volontaria di 19 anni.
Becky, 29 anni, con in
braccio un neonato, è venuta a cercare un po' d'aiuto e a bere un caffé.
"Quando sono arrivata qui, non avevo soldi. Mi hanno dato dei vestiti, mi
hanno parlato, mi hanno dato fiducia", spiega questa Nigeriana, che ha
lasciato la madame che la sfruttava.
"Avevo un debito di
55.000 euro. Ne ho pagati 35.000, ma non potevo più continuare a pagare",
spiega questa ex prostituta. "Dovevo versare ogni settimana 1000 euro. La
madama mi ha minacciato con un rito vudù, ma io
ho minacciato di riferire tutto alla polizia".
"Ci vuole del tempo,
perché queste donne si costruiscono una corazza e dicono che tutto va bene.
Poi, a poco a poco, si lasciano andare", spiega Dounia, turbata
"dalla violenza che possono subire. Qui, si sentono cose veramente
scioccanti".
La prostituzione in Francia
- Il numero delle prostitute
in Francia è di circa 30.000, secondo le cifre fornite dall'Ufficio centrale
per la repressione della tratta degli esseri umani (OCRTEH), dedotte dal numero
delle persone accusate del reato di adescamento e da quello delle vittime della
tratta o dello sfruttamento della prostituzione identificate nel corso dei
processi. La delegazione ai Diritti delle donne dell'Assemblea nazionale parla
di un numero variabile da 20.000 a 40.000 persone. Il numero delle prostitute
di strada è stimato pari a circa 20.000, ma una parte della prostituzione resta
"invisibile": quella su Internet, nei bar e nelle sale massaggi,
quella studentesca e quella occasionale. Il Sindacato del lavoro sessuale
(Strass) parla di 400.000 prostitute in Francia.
- Secondo un rapporto della
polizia giudiziaria del 2014, sono stati identificati nel 2013 658 "luoghi
a rischio di prostituzione" (bar, sale massaggi ecc.)
- Grande maggioranza di
donne. Gli uomini rappresentano solo dal 10 al 20% della prostituzione di
strada.
- L'80% delle prostitute è di
origine straniera, secondo l'OCRTEH. Provengono soprattutto dall'Europa
dell'est (Bulgaria, Romania), dall'Africa (Nigeria, Camerun), dalla Cina e
dall'America del Sud (Brasile, Perù e Argentina). La maggioranza di loro è
vittima della rete di prosseneti e della tratta. Le altre (circa il 20%) sono
prostitute "tradizionali". Generalmente francesi, si proclamano
indipendenti.
- Dal 2003, il numero di
condanne per sfruttamento aggravato della prostituzione resta stabile fra i 600
e gli 800 all'anno secondo i dati del casellario giudiziario nazionale.
- Nel 2013 sono state
smantellate 45 reti internazionali di sfruttamento della prostituzione: 26
dell'Europa dell'Est, 7 dell'Africa, 6 dell'America Latina, 4 dell'Europa
dell'Ovest (fra cui una spagnola) e 2 della Cina.
- Nel 2013 662 persone sono
state accusate di sfruttamento della prostituzione. Vi è stato quindi un
aumento del 157% rispetto al 2012. Sono state identificate 912 vittime e 1146
persone sono state accusate di adescamento.
- Secondo il Ministero
dell'Interno, la prostituzione rende alle mafie da 1 a 2 miliardi di euro
all'anno.
- Secondo un rapporto della
polizia giudiziaria, una prostituta di strada farebbe guadagnare in media ai
prosseneti 78.000 euro all'anno.
-Le vittime della tratta,
"comprate, talvolta, per pochi euro", rendono ai trafficanti "
in media 150.000 euro all'anno nei Paesi occidentali", secondo la
fondazione Scelles, che lotta contra la prostituzione.
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