Dott. Muriel Salmona
Psichiatra-Psicotraumatologa
Scrivo questo articolo in
risposta alle persone favorevoli alla prostituzione che si presentano come
garanti della libertà e del progresso e che presentano noi associazioni
abolizioniste come gruppuscoli retrogradi, reazionari, obnubilati dal moralismo
e dalla volontà di controllare la vita sessuale degli altri.
[...]
Ora, la prostituzione si fa
beffe dei diritti all'uguaglianza, alla sicurezza e alla salute delle persone
che la praticano. La mia esperienza e competenza di professionista della salute
che si prende cura da più di 20 anni delle persone che sono o che sono state
nella condizione della prostituzione, così come numerosi studi medici
internazionali sull'impatto della prostituzione sulla salute mostrano che:
- la prostituzione non è
soltanto un attentato alla dignità delle persone e una discriminazione
sessista, ma anche un attentato ai diritti di vivere in sicurezza (senza subire
violenze) delle persone in condizione di prostituzione, un attentato al loro
diritto alla salute e all'accesso a cure appropriate da parte di professionisti
formati e competenti (la prostituzione rappresenta una perdita importante di
opportunità di cura).
- La prostituzione è
traumatica per le persone che la praticano, è all'origine di importanti
disturbi psicotraumatici diagnosticati tra il 60% e l'80% di loro, produce
pesanti conseguenze sulla loro salute fisica, psichica e sessuale, le obbliga,
senza poter ricorrere a cure appropriate, a dover convivere con una memoria
traumatica che fa loro rivivere gli eventi più traumatici e a ricorrere a
meccanismi di difesa e a dispendiose
strategie di sopravvivenza che le anestetizzano e che attivano e mantengono
processi di dissociazione e di decorporalizzazione: dissociazione psichica tra
la personalità pubblica della prostituta e la personalità privata della persona
prostituita, dissociazione fisica con disturbi della sensibilità corporea e
sensoriale: ipoestesia, abolizione della sensibilità, elevata soglia di
tolleranza del dolore.
- Questi traumi sono dovuti alle ripetute violenze che
subiscono le persone prostituite (e i disturbi psicotraumatici sono normali
risposte legate all'attivazione di meccanismi neuro-biologici di difesa in caso
di stress estremi e di attacchi cardiaci e neurologici provocati dalle
violenze). Queste violenze sono onnipresenti: violenza della stessa condizione
prostitutiva, violenze alle quali sono
esposte le persone prostituite, violenze precedenti l'entrata nella condizione
di prostituzione, notevole rischio di subire nuove violenze dopo l'uscita dalla
condizione di prostituzione.
Violenza della condizione prostitutiva
La condizione della
prostituzione reifica le persone prostituite e trasforma il loro corpo in
merce. Essa produce il disconoscimento della loro personalità, la negazione dei
loro desideri, l'indifferenza alla loro identità (sono intercambiabili),
l'assimilazione a oggetti sessuali "usabili". Essa fa subire alle
persone prostituite umiliazioni e ingiurie (riassumendo, tutto ciò che
costituisce l'unicità di una persona viene negato e deve sparire a vantaggio di
un rapporto strettamente commerciale). A somiglianza della pornografia, la
prostituzione permette ai clienti prostitutori di attivare l'erotizzazione
dell'odio, della violenza e dell'umiliazione delle donne.
Non solo. [..] Vi è
l'impossibilità dei clienti prostitutori di sapere se la persona prostituita sia
vittima di reti di trafficanti [...]
Violenza durante l'esercizio della
prostituzione
La condizione della
prostituzione espone le persone prostituite a numerose violenze.
Il 73% delle persone
prostituite ha subito violenze fisiche (dai clienti e dai prosseneti), il 57%%
stupri, il 64% minacce a mano armata, il
75% è stata senza fissa dimora in un periodo del proprio percorso di vita,
l'89% vorrebbe uscire dalla prostituzione (Melissa Farley, 2003)
Uno studio prospettico effettuato da John J. Potterat nel 2003
negli USA relativo a 1969 donne ed esteso ad un arco temporale di 33 anni ha
dimostrato che le persone prostituite presentano un tasso di mortalità
elevatissimo: 459 decessi rispetto ad una media di 5,9 ogni 100.000 abitanti.
L'età media del trapasso è di 34 anni. Le cause della mortalità sono: omicidio,
overdose, incidenti, abuso di alcool. La prostituzione è l'attività che
comporta il più elevato rischio di morte per assassinio ad opera dei clienti o
degli sfruttatori: 204 casi ogni 100.000 abitanti rispetto ad una media di 29
per gli uomini e di 4 per le donne.
Violenze
prima dell'ingresso nella condizione di prostituzione
Ritroviamo in tutti gli studi sulle persone in condizioni di
prostituzione un vissuto di violenze subite soprattutto nell'infanzia:
maltrattamenti (59%), aggressioni sessuali (dal 55% al 90%) La maggioranza
delle persone fa il suo ingresso nella prostituzione prima di aver compiuto i
18 anni (in media a 13-14 anni).
Il tasso di violenze sessuali subite dalle persone prostituite
prima del loro ingresso nella prostituzione è estremamente rilevante e il
rapporto tra violenze sessuali subite nell'infanzia e ingresso nella
prostituzione è evidente:
- nel 1978 a San Francisco negli Stati Uniti, uno studio mostra
che l'80% delle persone prostituite intervistate sono state vittime di violenze
sessuali: il 37% di incesti, il 33% di abusi sessuali, il 60% di stupri,
- nel 1981 negli Stati Uniti uno studio su 200 persone prostituite
mostra come il 60% di loro sia stata abusata sessualmente ad un'età inferiore
ai 10 anni,
- nel 1986 negli Stati Uniti uno studio mostra che dal 60% al 65%
delle persone prostituite intervistate hanno subito violenze sessuali,
- nel 2003 uno studio di Melissa Farley (in 9 Paesi su 854 persone
prostituite) ha mostrato come il 63% delle prostitute sia stata abusata
sessualmente nell'infanzia,
- nel 2008 uno studio australiano mostra che il 75% delle persone
prostituite hanno subito violenze sessuali prima del compimento del sedicesimo
anno di età,
- nel marzo 2010 il Collectiv féministe contre le viol (Collettivo
femminista contro lo stupro) in uno studio su 187 chiamate ricevute dal 1998 al
2007 da persone prostituite, ha mostrato che tutte avevano subito aggressioni
sessuali prima di essere esposte alla prostituzione. Sono stati indicati 402
aggressori, con una media di 2,15 aggressori per ciascuna vittima.
4.
Violenze dopo l'uscita dalla condizione della prostituzione
L'OMS nel 2010 ha
dichiarato che il principale rischio di essere vittima di violenza è di aver
già subito delle violenze.
Queste cifre impressionanti mostrano che l'ingresso nella
situazione della prostituzione è una conseguenza frequente delle violenze
subite nell'infanzia, particolarmente delle violenze sessuali. Queste violenze,
molto spesso non identificate, (con vittime che sono abbandonate alla loro
sorte, senza protezione, né presa in carico, alle prese con l'obbligo del
silenzio) sono all'origine di attacchi alla loro dignità (il o gli
aggressori fanno capire che il corpo non
appartiene agli aggrediti, che essi hanno il potere di negarli e di ridurli ad
oggetti sessuali che si possono torturare per il proprio piacere), di fughe e
di uscite precoci da casa per sfuggire all'ambiente famigliare maltrattante
(situazioni a rischio e precarie che le mettono in pericolo) e di importanti
disturbi psicotraumatici con una memoria traumatica delle violenze che
colonizzerà in seguito la loro mente, trasformando la loro vita in inferno,
facendo loro rivivere gli orrori e le sofferenze delle aggressioni sessuali, le
rappresentazioni pornografiche del loro o dei loro aggressori, le loro parole
oscene e degradanti, così come lo stato di eccitazione e di godimento perverso
degli aggressori.
Questa memoria dei traumi farà sì che a ogni evento che ricordi le
violenze subite o a ogni stress importante, il loro campo psichico sarà invaso
dalle scene delle violenze sessuali, dalle frasi pronunciate dagli aggressori:
"sei soltanto una sgualdrina, una puttana", "non sai far
altro", "ti piace", dai comportamenti sprezzanti e umilianti
degli aggressori ecc. Questa
colonizzazione della mente occupata dal ricordo delle violenze e degli
aggressori le rende vulnerabili e può far loro credere di non valere niente e
di meritare ciò che è loro inflitto, di essere colpevoli e di dover essere
punite, di poter sopportare l'insopportabile, se non addirittura di
"amare" la degradazione sessuale, di "goderne". Ciò è
naturalmente falso, è una manipolazione degli aggressori e una conseguenza
della memoria traumatica delle aggressioni (le scene, l'eccitazione, il godimento
che occupano la loro mente non sono i propri, ma quelli degli aggressori). Le
reminiscenze delle violenze sessuali possono essere scambiate per
"fantasie" di stupro, le reminiscenze delle frasi che le trattano da
"puttane" e i ricordi delle violenze sessuali ad opera di diversi
aggressori possono essere scambiate per "fantasie" di prostituzione,
ma in effetti non sono produzioni della loro immaginazione, bensì intrusioni
originate dalle violenze che turbano la loro sessualità e che le riempiono di
dubbi sul proprio io.
Questa vulnerabilità è rafforzata dalle strategie di sopravvivenza
dissociative attivate dai meccanismi neuro-biologici nel momento in cui si
subiscono le violenze (il solo mezzo per anestetizzarsi e per sfuggire ad un dolore
e ad uno stress estremo che rappresentano rischi per la propria vita) e dalle
condotte dissociative (condotte a rischio, dipendenze) per sfuggire alla
memoria traumatica di queste violenze. Queste strategie di sopravvivenza
producono anestesia emotiva e fisica e decorporalizzazione.
Questo complesso di effetti delle violenze sessuali subite
nell'infanzia rappresenta un importante fattore di rischio di finire nelle reti
di predatori sfruttatori della prostituzione che approfitteranno della
vulnerabilità di queste persone vittime, ma rappresenta anche un fattore di
rischio di entrata nella prostituzione per il disprezzo di sé, per la tendenza
a riprodurre la condizione di schiava sessuale e per la presenza dei disturbi
psicotraumatici (memoria traumatica e condotte dissociative).
Non solo. Numerosi studi internazionali recenti hanno dimostrato
che aver subito violenze, soprattutto nell'infanzia, è un fattore che influirà
in modo determinante sulla salute degli adulti.
E' dunque essenziale, per evitare queste conseguenze, difendere le
persone in condizione di prostituzione da qualsiasi violenza, lottando contro
il sistema prostituente.
E' essenziale fornire loro informazioni sulle conseguenze della
prostituzione sulla salute, offrire cure appropriate e aiutarle a reinserirsi,
proponendo alternative alla prostituzione.
La prevenzione passa per l'individuazione delle violenze sessuali
subite dai bambini (la maggioranza delle violenze sessuali sono subite dai
minori), per la protezione delle vittime, il loro accesso alla giustizia, al
risarcimento dei danni e a cure specializzate (formazione dei professionisti della
salute, apertura di centri di cura specifici gratuiti e distribuiti su tutto il
territorio).
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