http://www.stuff.co.nz/national/politics/9428778/Ex-prostitutes-call-for-law-change
Aimee Gulliver
Ex prostitute e loro sostenitrici
chiedono la punizione dei clienti delle sex workers, affermando che la depenalizzazione
dell'industria del sesso è fallita.
Elisabeth Subritzky,
direttrice dell'organizzazione Freedom
from Sexual Exploitation, ha sostenuto alla Commissione parlamentare
sulle elezioni e sulla giustizia che l'unica soluzione ai danni causati dalla
prostituzione e alla violenza che produce consiste nel sanzionare gli
acquirenti dei servizi sessuali con una riforma delle norme sulla
prostituzione.
[In Nuova Zelanda] il Prostitution Reform Act quando nel 2003
è stato adottato, con un solo voto di maggioranza, ha decriminalizzato i
bordelli, le agenzie di escort e l'adescamento.
La legge non ha soltanto incoraggiato
un numero maggiore di uomini a comprare sesso, ma ha trasformato la
prostituzione in un lavoro accettabile, presentato anche come attraente per le
giovani neozelandesi più povere, afferma Subritzky.
Una petizione, sottoscritta
da 2910 persone, chiede un mutamento delle norme, che dovrà rendere illegale
l'acquisto dei servizi sessuali estendendo il campo di applicazione della legge
attuale, che permette già di punire i clienti delle prostitute minorenni.
Un'ex prostituta ha informato
la commissione che i suoi 16 anni sulla strada come sex worker sono iniziati
quando aveva soltanto 12 anni, dopo che una famiglia maltrattante l'ha esposta
alla droga e alla violenza affettiva, verbale e, talvolta, fisica.
"Io e i miei cugini vagavamo per le strade
chiedendo qualcosa da mangiare. Fu allora che fui avvicinata da un signore che
disse che mi avrebbe dato i soldi per sfamare me e i miei cugini più giovani in
cambio di sesso orale.
Quando ho compiuto 14 anni, la prostituzione è
diventata la mia attività a tempo pieno", ha aggiunto.
La prostituzione divenne poi
la sua vita per i 14 anni successivi.
"Non ho fatto altro; giorno dopo giorno, nei
giorni festivi, a Natale, nel giorno del mio compleanno, ero là fuori".
Incarcerata a lungo e più
volte nel corso di questo periodo, ritornava alla prostituzione ogni volta che
veniva liberata "perché è tutto
quello che sapevo fare e che sapevo far bene per sopravvivere. Non sapevo far
altro".
Vivevo una vita cupa, violenta, estremamente
pericolosa, con abusi continui e la paura di non sapere mai se sarei
sopravvissuta alla notte. Gangs e criminali andavano in giro per le strade ad
aggredire le ragazze, picchiandole per estorcere il denaro che le gangs
chiamano affitto".
Brutalmente picchiata e data
per morta più volte, la donna ha detto "che gli stupri e a volte gli stupri collettivi facevano parte del
lavoro".
Questo è stato un momento veramente buio della mia
vita, un periodo che mai rivivrei".
Subritzky afferma che sono le
tragiche circostanze nelle quali nascono e vivono molte donne a spingerle a
vendersi per sopravvivere.
"Ogni donna che ha preso la parola ha detto di
rimpiangere il fatto di essere entrata nell'industria del sesso. Se potessero
ricominciare la propria vita con il senno di poi, non sceglierebbero di vendere
il corpo nella prostituzione. Conosco molte donne che non sarebbero mai entrate
nella prostituzione, se fosse stato illegale per gli uomini comprare il loro
corpo".
Altre ex prostitute che sono
state ascoltate dalla commissione speciale hanno descritto l'abuso di sostanze
stupefacenti come un modo per spegnersi, per dissociarsi dal proprio vissuto,
spesso fino a perdere coscienza, mentre si prostituiscono.
Una donna dice di aver usato
l'alcool come mezzo di adattamento agli abusi sessuali precocemente subiti nel
corso della sua vita, aggiungendo che "un
giorno, qualcosa si spezzò dentro di me" e lei si volse alla
prostituzione all'età di 32 anni.
"Non mi importava più nulla di me stessa e mi son
detta che tanto valeva venir pagata per far sesso. Una volta un uomo mi ha
stuprata e ho avuto spesso molta paura. Ogni volta che mi prostituivo non
sapevo se sarei stata stuprata o addirittura uccisa".
Le è stata diagnostica la sindrome
da stress post-traumatico ed è in terapia.
La donna ha sollecitato
l'adozione del "modello nordico" sostenuto da Subritzky, perché
" la legge [neozelandese] al momento
non sta funzionando".
Il modello nordico - adottato
in Svezia e in Islanda - penalizza la domanda di sesso a pagamento, mentre
depenalizza le prostitute.
E' il desiderio di ridurre la
violenza contro le donne ad aver motivato l'adozione del modello nordico, ha
detto Subritzky.
Il presidente della
commissione Scott Simpson ha detto che la commissione esaminerà la petizione e
pubblicherà un rapporto nel 2014.
"Ci vorrà un sacco di tempo per valutare
attentamente ciò che ci è stato presentato oggi. In particolare, le deposizioni
presentate dalle testimoni anonime erano molto, molto forti".
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