martedì 13 novembre 2018

Malattie sessualmente trasmissibili in Svizzera, Paesi Bassi e Germania, paesi regolamentaristi


Esposte, come le compagne, al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili da clienti senza scrupoli, che nel 30,1% dei casi, nel corso di un solo anno, si sono deliberatamente sfilati il preservativo durante il rapporto.  

E' questo uno degli inquietanti risultati di un'indagine condotta nel 2016 e pubblicata nel 2017 dall'Institut universitaire de médecine sociale et préventive di Losanna che, in Svizzera, ha coinvolto 579 persone in condizione di prostituzione, il 92% delle quali donne, il 3,6% donne transessuali e il 3,8%  uomini. [1]

Nell'anno precedente l'inchiesta, il 13,5% delle/degli intervistati si è confrontata una volta con questo tipo di clienti,  l'8,8% due volte e il 7,8% tre o più volte.

Molti richiedono, poi, di compiere atti sessuali senza l'uso del condom. Così, nel corso degli ultimi 30 giorni, il 25,5% delle persone in condizione di prostituzione ha praticato senza preservativo   fellatio (in media 5 volte), il 14,5% rapporti penetrativi (in media 2)  e il 17% ha ricevuto in bocca sperma (in media 4 volte).

I motivi che hanno indotto più frequentemente a cedere a queste pratiche sono: la disponibilità del cliente a pagare una somma più elevata  (34,2%), il suo rifiuto di indossare il condom (22,8%), la fiducia riposta dalla persona in condizione di prostituzione nel cliente abituale (21,5%), la paura di perderlo (19,6%). Tre intervistate hanno dichiarato di essere state minacciate dal cliente (1,9%).

Numerosi sono inoltre i problemi riscontrati nell'uso del condom.

Nell'anno precedente l'inchiesta, infatti, il 35,6%  delle partecipanti si è trovata in una situazione in cui il condom si è lacerato, il 28,6% in cui è scivolato o  si è sfilato.

Il 75% delle persone in condizione di prostituzione ha dichiarato di essersi sottoposta nel corso della vita e il 66, 1% nell'anno prima dell'inchiesta ad un test per l'HIV e di essere risultata sieronegativa.

Per quanto concerne, invece, le altre malattie sessualmente trasmissibili, il 15,3% ha dichiarato di aver contratto nel corso degli ultimi dodici mesi la chlamydia, il 14,1% la sifilide, il 13,2% la gonorrea, il 12,3%  l'epatite B, il 10,4% l'epatite C e al 12,8% delle donne è stata diagnosticata la presenza del papilloma virus.

Non si sa se l'infezione sia stata causata dal partner o da qualche cliente. Certo è che il comportamento di questi ultimi rappresenta un'ulteriore prova della disumanizzazione e della conseguente indifferenza alla sorte della persona prostituita

Nel mese di agosto di quest'anno i quotidiani svizzeri hanno poi riportato i risultati di uno studio eseguito dal primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale cantonale di San Gallo, Pietro Vernazza che ha analizzato lo stato di salute di 600 donne in condizione di prostituzione. Ad una su cinque è stata diagnosticata una malattia sessualmente trasmissibile: gonorrea, clamidia o sifilide.  Nessuna di loro sapeva di essere stata contagiata, né presentava  sintomi.

La diffusione di queste malattie è dovuta essenzialmente al fatto che sempre più clienti pretendono di avere un rapporto sessuale non protetto, richiesta che molte donne soddisfano per bisogno di denaro, tanto più che le tariffe si sono notevolmente ridotte e in certi settori una prestazione costa  solo 30 franchi.

La richiesta di rapporti senza uso del profilattico riguarda soprattutto la fellatio. «Le ragazze ci dicono che, purtroppo, se vogliono lavorare non possono usare il preservativo nei rapporti orali. "Se non lo facciamo, il cliente va da un'altra"», osserva Vincenza Guarnaccia dell'associazione Zona Protetta. [2]

Ora: la trasmissione della clamidia, della gonorrea e della sifilide può avvenire tramite qualsiasi tipo di rapporto penetrativo non protetto: vaginale, anale od orale.

Se questo è ciò che succede in Svizzera, cosa accade in altri Stati nei quali la prostituzione è legalizzata?

Nei Paesi Bassi, secondo un rapporto di quest'anno: Sekswerk en geweld in Nederland,  il 46% delle persone in condizione di prostituzione dichiara di praticare anche rapporti sessuali non protetti. L'uso del profilattico costituisce un regolare elemento di discussione con i clienti che insistono soprattutto per avere sesso orale senza condom e talvolta adottano comportamenti molesti e minacciosi per conseguire ciò che desiderano. Per evitare di subire violenza fisica, le persone che si prostituiscono cedono al ricatto e compiono atti sessuali non protetti. Nel caso olandese, il mancato uso del preservativo rappresenta un indizio importante di vulnerabilità alla violenza. Chi non riesce ad ottenerne l'impiego regolare ha, infatti, 2, 5 volte più probabilità di essere oggetto di violenza sessuale e stupro, 2,3 volte di più di subire stalking e 2,1 di essere costretto a eseguire atti sessuali non desiderati. In termini percentuali, il 58% di chi non sempre ha rapporti protetti ha subito nel solo 2017 stalking,  il 50% stupri, aggressioni o atti di coercizione sessuale e il 51% è stata costretta a eseguire atti sessuali indesiderati, mentre le percentuali corrispondenti fra chi ottiene il regolare uso del preservativo da parte dei clienti sono del 38% , del 29% e del 33%. [3]

Quanto a questi ultimi, i ricercatori  Stef Adriaenssens e Jef Hendrickx, analizzando nel 2009 ben 25.000 "recensioni" (19.584 relative ai Paesi Bassi e 5414 al Belgio) pubblicate sul noto forum    www.hookers.nl, avevano trovato riferimenti a pratiche sessuali non protette nel 22% dei post nederlandesi. Nel 2,1% dei commenti si parlava di  penetrazioni vaginali, nel 10,7% di rapporti anali e nel 26,9% di fellatio senza uso del condom. La percentuale di tali pratiche era, però, molto più elevata nei club, dove raggiungeva il 32,5%. I clienti segnalavano, poi, di aver ottenuto rapporti non protetti dal 45,4% delle escort e di chi esercitava la prostituzione in spazi privati (la propria abitazione, quella dell'acquirente di sesso…) Nelle vetrine e nella prostituzione di strada la percentuale scendeva invece al 10,8% [4]

Di dimensioni più ridotte, ma ugualmente importante la ricerca di Meagan Tyler e Natalie Jovanovski che hanno analizzato 50 "recensioni" e 923 post di risposta relativi a 5 bordelli legali dello Stato di Victoria in Australia dove vige dal 1984 un regime di regolamentazione della prostituzione. Sono stati selezionati i  bordelli con le recensioni più recenti e per ciascuno di essi i 10 post con il maggior numero di commenti. La ricerca, estesa all'arco temporale 2010-2015 e intitolata The limits of ethical consumption in the sex industry: An analysis of online brothel reviews è stata pubblicata nel vol.66 del gennaio-febbraio 2018 del periodico Women's Studies International Forum.  Quasi un terzo delle "recensioni" (16 su 50) contiene riferimenti al BBJ (bareback blowjob), ossia alla pratica della fellatio senza uso del profilattico e 8 di queste menzionano  il CIM , acronimo di come in mouth , vale a dire l'eiaculazione in bocca, mentre in un altro caso lo sperma viene spruzzato negli occhi della donna in condizione di prostituzione. Tre recensioni nominano il rimming, ovvero la stimolazione orale della zona anale senza uso del dental dam e una fa riferimento al coito non protetto. Gli autori di questi post dichiarano, dunque, pubblicamente di infrangere la legge, dal momento che la sezione 18a del Sexwork Act di Victoria del 1994 sancisce l'obbligo di usare il profilattico nei rapporti sessuali a pagamento e non si può certo sostenere che ignorino la norma, visto che ogni bordello deve esporre un cartello con l'indicazione del divieto della pratica di atti non protetti.  Gli acquirenti di sesso - osservano le autrici della ricerca - si aspettano che questa sezione della legge sia e debba essere  abbastanza regolarmente violata. Le recensioni che facevano riferimento al sesso non protetto non sono state infatti ritenute insolite o negative dagli utenti che hanno commentato le recensioni. Ancora più rilevante il fatto che nessuno abbia mostrato preoccupazione per la salute e il benessere delle donne che offrivano questi "servizi" nei bordelli. Anzi! I clienti si dichiarano tanto più soddisfatti quanto più le donne accettano di eseguire senza resistenze e proteste pratiche sessuali non sicure e fingono di godere. Si sentono, al contrario, "derubati" se le donne non mostrano un  adeguato livello di soddisfazione e, ancor più, se richiedono l'uso del preservativo, come mostra ad esempio questa recensione nella quale il cliente è talmente sorpreso e irritato dal tentativo della donna di fargli indossare il profilattico per la fellatio da interrompere il rapporto ed andarsene:



Started with a bbbj ok but not spectacular tgen sex in a few positions thought good to finish with oral but goes down with condom on wtf. I gave up decided to end and count my money good bye [5]


I risultati della ricerca trovano rispondenza nelle parole di Jacqueline Gwynne, ex receptionist di un bordello legale di Melbourne, la cui testimonianza ho pubblicato in ottobre.

Ancora peggiore la situazione in Germania. Qui, per arginare l'ampia diffusione di pratiche sessuali non sicure, la nuova normativa regolamentarista, entrata in vigore il 1 luglio 2017, ha imposto l'obbligo di usare il profilattico e il divieto di pubblicizzare rapporti non protetti, ma non sono state approntate misure per la sua applicazione e nessuno si preoccupa  di farla rispettare. Esito prevedibile, considerato che già nel 2015, prima dell'entrata in vigore della legge, il sindacato della polizia tedesca aveva definito l'obbligo "assolutamente ridicolo" , "assolutamente inapplicabile" e il suo presidente Rainer Wendt aveva affermato che "Non è ragionevole controllare se un cliente nel bordello indossa o meno il condom" . Concetto ribadito dal collega di Berlino Bodo Pfalzgraf, che, piccato, aveva asserito che gli agenti non erano la "polizia dei preservativi". [6] L'associazione tedesca contro l'AIDS (Deutsche AIDS-Hilfe), da parte sua, aveva  categoricamente affermato che "L'obbligo di usare il condom non può essere controllato" ("Kondompflicht ist nicht kontrollierbar") [7]

I clienti hanno interpretato il messaggio come una sorta di rassicurazione sul fatto che nessuno avrebbe mai verificato l'adempimento dell'obbligo e che, quindi, avrebbero potuto continuare a praticare rapporti sessuali non protetti.  

E così è stato, in effetti, com'è confermato fra l'altro dalla permanenza dei forum che divulgano, malgrado il divieto,  la pratica di rapporti vaginali e anali senza uso del profilattico, pratica notoriamente indicata dall'acronimo AO, che significa  "alles ohne", ossia "tutto  senza". Per sfuggire ai controlli, nei forum dell'alles ohne si è semplicemente adottato un nuovo gergo. AO viene sostituito da termini come:   "Katholische Beichte" = "confessione cattolica"  o  "katholischer Programm" e in questi forum ci si chiede se nella tale o talaltra città si pratichi ancora la fede (Glaube) cattolica. L'adozione di queste espressioni canzonatorie si deve evidentemente al fatto che la morale cattolica condanna l'uso dei contraccettivi.

Le conseguenze di questi comportamenti irresponsabili si fanno sentire. Negli ultimi anni  si è assistito in Germania ad un aumento significativo dei risultati positivi ai test sulle malattie sessualmente trasmissibili.  Il Dottor Christoph Boesecke,  infettivologo dell'ospedale universitario di Bonn,  ritiene che circa un quinto delle donne in condizione di prostituzione ne abbia contratto una. [8]

 


NOTE:


 [1] Institut universitaire de médecine sociale et préventive, Les comportements face au VIH et autres IST des travailleuses et travailleurs du sexe en Suisse https://www.iumsp.ch/Publications/pdf/rds276_fr.pdf

[2] Ticinonline, Una prostituta su cinque è infettiva, https://www.tio.ch/svizzera/attualita/1314578/una-prostituta-su-cinque-e-infettiva


[3] SOAIDS Nederland en Proud (Dutch Union for Sexworkers), Sekswerk en geweld in Nederland, pp. 14-15 e 33https://www.soaaids.nl/sites/default/files/media/Prostitutie/2018-rapport-sekswerk-geweld.pdf


[4] Stef Adriaenssens, Jef Hendrickx, Sex, price and preferences: accounting for unsafe sexual practices in prostitution markets, in Sociology of Health & Illness  Volume 34, Issue 5,  june 2012, p. 668, https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/j.1467-9566.2011.01400.x

[5] Meagan Tyler, Natalie Jovanovski, The limits of ethical consumption in the sex industry: An analysis of online brothel reviews in Women's Studies International Forum, n.66, gennaio-febbraio 2018, pp. 11-13

[6] Alexander Schmalz, Gesetz zur Kondompflicht Polizei soll Lümmeltüten kontrollieren in Berliner Kurier, 8/2/2015 https://www.berliner-kurier.de/berlin/polizei-und-justiz/gesetz-zur-kondompflicht-polizei-soll-luemmeltueten-kontrollieren-1373462

[7] Deutsche AIDS-Hilfe: Verschärfung des Prostitutionsgesetzes wird schaden statt schützen, 5 febbraio 2015 https://www.aidshilfe.de/meldung/deutsche-aids-hilfe-verscharfung-prostitutionsgesetzes-schaden-statt-schutzen 

[8] Prostitution im Rems-Murr-Kreis Geschlechtskrankheiten: Freier sind die Hauptbetroffenen, 18 ottobre 2018 https://www.zvw.de/inhalt.prostitution-im-rems-murr-kreis-geschlechtskrankheiten-freier-sind-die-hauptbetroffenen.d7cc4720-7d8b-41e6-8cac-503483a8bd56.html




































Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.