In Australia gli Stati
di Victoria e del Queensland hanno regolamentato
la prostituzione, il New South Wales l'ha depenalizzata. Il principio invocato
a sostegno di queste norme è quello della minimizzazione del danno, il cui
presupposto è che si possano ridurre i reati associati al mercato del sesso
adottando politiche che si presume
possano tutelare sia chi pratica la prostituzione che chi vi ricorre, coinvolgendo
ambo le parti, come se fra di esse non sussistesse un rapporto di potere, ma di
uguaglianza di condizioni e di interessi. Così, sia nel Queesland che nello Stato
di Victoria a entrambi gli attori è attribuita la responsabilità di praticare
sesso sicuro e in caso di infrazione ambedue
vengono sanzionati.
Il mercato del sesso
è considerato identico a qualsiasi altro, tant'è che nello Stato di Victoria la
regolamentazione dei bordelli è affidata al Department of Consumer Affairs.
Nel saggio “Bitch, You Got What You Deserved!”: Violation and Violence in Sex Buyer
Reviews of Legal Brothels pubblicato a marzo sulla rivista
"Violence Against Women" Natalie Jovanovski e Meagan Tyler
mettono in discussione la validità e l'adeguatezza di questo approccio attraverso
l'analisi di 148 "recensioni" online e di 2.424 post di risposta di
clienti di cinque bordelli legali australiani che commentano le prestazioni
delle donne prostituite. La loro ricerca si concentra sulle descrizioni
di atti di violenza, che dimostrano come i clienti degli Stati australiani in
cui vige la regolamentazione o la depenalizzazione della prostituzione, anziché
minimizzare il danno come supposto, nei loro racconti lo normalizzano e lo riproducono,
ricevendo l'approvazione dei "colleghi".
Gli atti riportati
si snodano lungo un continuum che va
dall'oggettivazione alle molestie, dall'esecuzione di pratiche sessuali
non sicure ai rapporti con donne il cui comportamento evidenzia disagio, malessere
o angoscia tale da far dubitare del loro consenso, dalla coercizione fisica e
sessuale allo stupro.
Oggettivazione sessuale
L'esistenza stessa delle recensioni rappresenta una forma di
oggettivazione, ma molte di esse sono, poi, particolarmente esplicite nel
ridurre le donne "recensite" ai loro organi e funzioni sessuali e nel
descriverle con disprezzo e con modalità disumanizzanti. Ora, la
depersonalizzazione realizzata dall'oggettivazione rende possibile la
commissione della violenza, perché, una volta trasformato un essere umano in
una cosa, gli si può fare quel che si vuole.
Le autrici del saggio riportano
vari esempi in proposito.
Un cliente definisce la donna
recensita un'"ingoia sperma" da aggiungere alla sua collezione, da fottere
nel "culo" e nella bocca.
I knew this one
was a jizzgargler so I thought I’d add to the collection. Fucked it in the arse, fucked its mouth then gave it something warm to taste.
La deumanizzazione
della donna è enfatizzata anche
dall'impiego, per riferirsi a lei, del pronome neutro riservato agli oggetti.
In molti altri casi
le ragazze dei bordelli sono ridotte a una serie di buchi da penetrare come in
questa recensione.
Jemma is very moreish. All holes are available and I
have found over the past 15 years fucking her that satisfaction is always
guaranteed.
Tale definizione non
è riconosciuta dal cliente come un atto
di oggettivazione e di dominio, quale
effettivamente è, ma è presentata come una
modalità di legittimazione del suo
diritto di "consumatore" ("Tutti i buchi di Jemma sono disponibili" e proprio per questo "scopandola, la soddisfazione è sempre garantita").
diritto di "consumatore" ("Tutti i buchi di Jemma sono disponibili" e proprio per questo "scopandola, la soddisfazione è sempre garantita").
In altri casi le
donne sono paragonate ad oggetti, prassi svilente che raggiunge l'acme nel post
di quel cliente che, per rassicurarne un altro che manifesta disagio nel
frequentare i bordelli, afferma che si tratta indubbiamente di una pratica
immorale, ma atta a soddisfare bisogni impellenti, proprio come i gabinetti pubblici che sono comodi, ma non si debbono
portare a casa, così come non è
necessario intrattenere una qualsivoglia relazione con una prostituta.
"The way I see it is, we all have cravings at
certain times in our lives whereby we would liked fulfilled, and this type
service is the most convenient because you pay to not have the troubles which
an affair can bring you. My
perspective is, if you need to go to the toilet, it is convenient when there is
a public toilet around, but certainly by no means do I want to cherish or take
this toilet home with me. And you are quite right that this is not a
healthy thing we do, not morally nor acceptable in some minds. But hey, that’s what makes it exciting and fun!!"
Per questo cliente, dunque, il sesso è uno sfogo di
incontenibili pulsioni e le prostitute
latrine, contenitori di deiezioni. Ciò è per lui molto eccitante e
divertente.
Violazione delle pratiche di sesso sicuro e pressioni sulle donne affinché cedano ed eseguano atti che mettono a rischio la loro salute
Un altro modo
attraverso il quale i clienti normalizzano nei loro post la violazione
dell'integrità delle donne in condizione di prostituzione
consiste nella promozione di una cultura del sesso non sicuro, con conseguente massimizzazione, anziché minimizzazione del danno, prassi politica implementata a partire dagli anni Ottanta proprio allo scopo di ridurre la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse, incentivando l'uso del profilattico.
consiste nella promozione di una cultura del sesso non sicuro, con conseguente massimizzazione, anziché minimizzazione del danno, prassi politica implementata a partire dagli anni Ottanta proprio allo scopo di ridurre la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse, incentivando l'uso del profilattico.
Nei post si
recensiscono positivamente le donne che concedono gli "extra", ossia
che praticano rapporti sessuali non protetti nei bordelli legali, pratica vietata
e sanzionata in Australia.
Elissa was an
absolutely cute as a button girl with a bubbly go get ‘em attitude. I asked for
CIM and she agreed. (Note on Wall had prices for extras. CIM=$20
COF=$50 and I forgot the last one).
CIM è l'acronimo di Come in Mouth
, ossia dell'eiaculazione in bocca, pratica assai rischiosa e diffusa nel porno, così come il COF che sta per Come On Face: eiaculazione
in faccia. Dalla lettura di questo post si evince, peraltro, che i rapporti non
potetti sono inclusi nel listino prezzi di questo bordello in palese violazione
della legge.
In un'altra
recensione un cliente
si congratula con un altro per essere
riuscito a convincere una donna a infrangere le regole e
a "concedergli" un'eiaculazione in bocca, cosa che a lui non era mai riuscita.
a "concedergli" un'eiaculazione in bocca, cosa che a lui non era mai riuscita.
Good work. She’s
always done BBBJ as far as I know (as do most ladies at A H, seems something of
an in house tacit agreement that most will put it on the table for free), but
when I’d seen her (up until about mid 2013) she never really wanted CIM and
definitely never wanted to swallow. You’ve
done well getting either.
BBBJ è la sigla di
Bareback Blow Job che indica il
rapporto orale senza l'uso del preservativo. Ci si rallegra, dunque, e si concepisce come un successo maschile
l'aver indotto una donna a cedere all'esecuzione di pratiche sessuali
pericolose.
L'impiego di acronimi che fanno riferimento a rapporti
non protetti è frequente nelle recensioni analizzate da Natalie
Jovanovski e Meagan Tyler.
I clienti rappresentano
le pratiche sessuali non sicure come consuete e accettate da entrambe le parti
nei bordelli e recensiscono negativamente le donne che, invece, richiedono
l'impiego dei profilattici anche per i rapporti orali, oltre che per quelli
vaginali ed anali o che manifestano disagio nell'esecuzione di atti non
protetti. Fanno rientrare così i rapporti senza uso di preservativi e dighe dentali
(obbligatorie in Australia) nelle aspettative comuni dei frequentatori dei
bordelli e si attendono che le donne accondiscendano alle loro richieste senza
resistenze e lamentele e senza far trasparire nel comportamento alcun segno di
preoccupazione per la propria salute. In caso contrario, si atteggiano a
vittime e si dichiarano insoddisfatti della prestazione. Continuano, anche dopo
il rapporto, ad esercitare il potere sulle donne in condizione di prostituzione
attraverso le recensioni negative delle proprie esperienze, finalizzate a
dissuadere i "colleghi" dal recarsi da chi ha ricevuto una
valutazione negativa e attraverso il rafforzamento dell'idea di avere diritto ad
atti sessuali non protetti.
Irrilevanza del
consenso della donna
Vi sono recensioni
nelle quali le donne in situazione di prostituzione appaiono esanimi come
fossero morte o manifestano la volontà di non essere toccate o coinvolte in
determinati atti sessuali, mentre i clienti proseguono il rapporto
disinteressandosi del loro consenso e, anziché riconoscere il proprio
comportamento come una violenza, tendono a presentare l'interazione come un
servizio di scarsa qualità, lamentandosene a volte con l'addetto alla reception
del bordello.
Questa è una diretta
conseguenza della considerazione della prostituzione come lavoro, anziché come
violenza, perché è chiaro che, se la sessualità viene concepita come attività
professionale, i "clienti"
pretendono che le prestazioni vengano
eseguite in modo ineccepibile e soddisfacente per loro, sicché se una donna
prostituita è totalmente passiva mentre
si pratica su di lei un atto sessuale o esprime disagio ad essere toccata o a
compiere determinate azioni, il "cliente", anziché percepirsi come
stupratore, si ritiene truffato da una professionista di scarso valore.
Ecco alcuni estratti
di recensioni di questo tipo:
Looking at her
body on the bed it was like she was dead . . . literally. Never seen someone
lie so still before. There was NOTHING THERE! Haha.
Invece di
interpretare l'assenza di reazioni della donna come un indizio di qualcosa che
non va, questo cliente se la ride.
She did not want
me touching her not even her boobs. . . . Even When I was kissing her neck she
turn the other way. Here is the worse part, she was asking me to touch myself
and get myself hard. I was thinking to myself “why the hell am I paying you for
if I am suppose to do all that?” . . . I did not show my displeaseure but did
let the recpetion know when I left.
Quest'uomo,
invece, di fronte ai dinieghi e al malessere della donna, anziché chiedersi se stia commettendo violenza
nei suoi confronti, esprime irritazione e ne denuncia il comportamento
"poco professionale" all'addetto alla reception del bordello.
Nessun cliente,
poi, in questi casi, si domanda se la donna sia vittima di tratta. Eppure la
legislazione dello Stato di Victoria presume che gli uomini che fanno ricorso
alla prostituzione collaborino attivamente alla denuncia di sospetti casi di
tratta.
NO eye contact,
No sounds . . . Felt OK but was expecting more, told her to lie down. Nice smooth
pussy, small tight girl, she restricted my depth by having her legs together
the whole time, bitch was asking me to come like 2 minutes in. . . . Complete
starfish and not interested. Because of her attitude so far I was mentally
turned off. . . . Through out the fucking, she was completely silent. . . . So
I fucked her a little harder and blew.
Quest'ultimo estratto
mostra come l'ira dei clienti di fronte allo scarso entusiasmo delle donne in condizione di prostituzione possa tradursi in comportamenti ancora più
abusanti. Per questo "recensore", infatti, la donna
"completamente silenziosa" durante il rapporto sessuale merita di
essere "scopata più forte", perché non ha soddisfatto le sue
aspettative di una buona prestazione.
Recensioni come
queste evidenziano il modo in cui gli uomini affermano il proprio potere sulle
donne in condizione di prostituzione normalizzando il sesso indesiderato
attraverso il ricorso alla retorica del servizio ineccepibile da rendere al
cliente.
Sofferenza fisica, coercizione
sessuale, stupro
In alcuni post
si ammette che la donna prova dolore nel corso del rapporto, ma ciò non induce
il cliente a fermarsi, ma, al contrario, lo incita ad esprimere il proprio
compiacimento per la sofferenza inflitta, concepita come vendetta per un
comportamento ritenuto poco professionale, come si evince da questa recensione:
I chose Angela who said she is 26 years old. My
experience is a bit different, but I agree, she is very rude and I wouldn’t go
back there again. The positive: She licked really well—licked my balls, bottom
of penis, she kissed me quite a few times and ran her tongue along my body. Her
blowjob was very good and almost made me cum. I told her to stop and then we
start fucking. When I changed to doggy style, I was at only 20 mins into my 30
mins that I paid $110 for, she goes “Quick! Please cum now!” This put me off
and she kept saying it, which made it harder for me to cum. Anyway, after I
came, she complained that my dick is “too big” and that she was in pain. Well,
even though I was understanding and said I’m sorry if I hurt you, inside me I
was like “bitch, you got what you deserved!” Overall, it started off great, but
her attitude right at the end destroyed it for me. I agree, stay clear of
Angela, the rude little bitch.
La sofferenza
inflitta alla donna in condizione di prostituzione, da un lato, eccita e genera
soddisfazione nel cliente, dall'altro, è normalizzata, considerata parte
integrante del lavoro e, come tale, da subire in silenzio. Esprimere dolore è
ritenuto un atteggiamento poco serio,
perché rovina l'esperienza dell'acquirente di sesso.
L'uso
aggressivo del linguaggio in questa recensione e, in particolare, il
riferimento reiterato alla donna come "puttana", riflette la cultura
oggettivante e violenta che i clienti affermano e rafforzano nelle loro
descrizioni sulla propria esperienza di ricorso alla prostituzione nei forum
online.
Nella
recensione che segue, il cliente è consapevole che la donna non si sente a suo
agio nel rapporto sessuale. Nonostante ciò insiste nel proporle una determinata
posizione che a lei non piace, convinto che la dazione di denaro gli conferisca
diritti sul suo corpo. Ad un certo punto,
ammette di sentirsi come se stesse stuprandola e, quindi, cambia posizione, ma la
ragazza mostra comunque segni di spavento, di angoscia, che il cliente liquida sprezzantemente
come manifestazioni paranoiche. Poi, sentendosi "frustrato", si avvia
alla ricerca di un altro bordello per trovare un'altra donna che gli offra
un'esperienza più appagante.
I clienti,
infatti, non smettono di dipingersi come le vere vittime dell'interazione. Poco
importa loro dei sentimenti espressi dalle donne in condizione di
prostituzione.
First attempt to
kiss her was rejected, first warning of a bad punt looming, no kissing allowed
. . . she positioned her self to make it hard to reach, legs clamped I tried to
opened a few times she resisted . . . I asked to start with doggie, she didn’t
want, told me it was difficult position I insisted, she made it so awkward,
bending her back, pushing her pussy down it was hard to get access, I asked her
to put her back straight and had down, pushing down by hand it felt like I was
raping her, which I cant do .I briefly got in, had few pumps but couldn’t
continue, we swapped to mish, it was bit better still not very enjoyable, suddenly
she pulled my cock out in panic and saying you came, as soon as I was out started
cuming into the condom and she saw it but she was paranoid touching her pussy, wiping
my cock, smelling, telling me I came earlier which didn’t happen, she quickly jumped
in shower and washed herself a good 5 min . . . I left so frustrated couldn’t
go to sleep, needed a good root before,
thinking about some alternatives while driving home.
Nell'ultima
recensione che riporto, infine, l'uomo prosegue il rapporto, malgrado la donna
gli abbia ingiunto due volte di fermarsi subito. La perentorietà della richiesta è sottolineata
dall'uso delle maiuscole nella scrittura della parola NOW. Il comportamento
descritto da questo cliente configura il
reato di stupro.
[She] did not manage a smile the entire booking . .
. very cold personality came across no fondling or sucking of her breasts were allowed . .
. she said they were too sensitive . . . after a few minutes the buzzeer goes
off and she says, u have to stop NOW i said we have10 minutes to go she said, u
have to stop NOW. so after a few more ahrd thrusts i manage to come boy, did i
get out of there quick after i came overall a very cold, mechanical, star fish
experience [she] gives the strong impression she def. does not enjoy what she
is doing and a smile wouldnt kill her she is hot, knows it and her service—or
lack thereof, is very poor WIR—def NOT.
Questi esempi
mostrano, in conclusione, che la teoria della minimizzazione del danno è inefficace,
in quanto i clienti tendono piuttosto, con le loro recensioni, a promuovere una
cultura della normalizzazione del danno. Inoltre, la teoria è problematica perché
si focalizza sui danni più gravi, senza considerare che fra questi e quelli più
comuni e percepiti erroneamente come meno rilevanti (ad esempio l'oggettivazione)
esiste un continuum e, spesso, una sovrapposizione.
Gli estratti
riportati, soprattutto, fanno comprendere come la prostituzione rappresenti in
se stessa una violenza contro le donne.
PS:
Recensioni
di questo tipo e anche peggiori sono presenti in qualsiasi Paese del mondo, in
Italia in primis.
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